il progetto
Erpac ridisegna Parco Basaglia, laboratori e caffé nell'area verde

Il masterplan di Erpac e le aree di intervento, il recupero della Palazzina direzionale.
Il piano di riqualificazione di Parco Basaglia prende forma. Il masterplan per l'ampio intervento sull'area è stato affidato da Erpac a un raggruppamento di professionisti, composto dall’architetto Luigi Di Dato, la Sinergo Spa, l’architetto Maria Cristina Tullio, la paesaggista Eleonora Ceschin e l'agronomo Ivan Snidero ed elaborato sulla base delle indicazioni fornite da un Tavolo tecnico formato dal direttore generale dell'ente, Anna Del Bianco, e dalla stessa Regione, insieme ad Asugi, Comune di Gorizia, Fondazione Carigo, Soprintendenza Archeologia, e Dipartimento di ingegneria e architettura dell'Università Trieste.
La zona che ospitava l'ospedale psichiatrico punta così a diventare un centro di aggregazione sociale e culturale transfrontaliera, grazie anche alle altre iniziative in loco. Tra queste, la Casa del parto, i cui lavori sono partiti in questi giorni. Dopo la firma del protocollo d'intesa, approvato dal consiglio comunale nelle scorse settimane, sono state individuate alcune aree, a partire dalla palazzina direzionale all’ingresso del parco, messa a disposizione dall'Azienda sanitaria, e l'immobile “punto di ristoro”, che in passato fu usato per il ricovero di pazienti con malattie infettive, poi come sede di una tipografia, infine come officina delle manutenzioni.
Per quanto riguarda la prima area, se ne sta ancora valutando la destinazione d’uso, anche se l’ipotesi più probabile sembra essere la creazione di un centro documentale rivolto alla valorizzazione e fruizione del patrimonio scientifico correlato all’esperienza basagliana. Il secondo immobile, invece, diventerà un esercizio pubblico. L’intenzione è di farlo diventare un centro di aggregazione sociale e culturale. Insomma, un po’ caffè e trattoria e un po’ salotto, laboratorio creativo, spazio per la socialità e il gioco. Un qualcosa di molto simile al Posto delle Fragole presente nel Parco di San Giovanni a Trieste. I lavori cominceranno entro l’anno.
Considerata l’esigenza di avere un luogo dove proporre grandi eventi temporanei, concerti, spettacoli, ma anche mercati e fiere, si sta progettando la creazione di un “grande prato verde” infrastrutturato ma libero e da reinventare in ogni occasione, come previsto nella candidatura per la Capitale europea della cultura. La superficie raccorderà il locale con la palestra e i campi da gioco a nord, strutture già usate ma che sicuramente avranno giovamento da questo nuovo assetto. A sud, fino a raggiungere la sede di Radio Fragola Gorizia, si sta pensando invece a uno spazio per attività più raccolte, per piccoli eventi.
Il recupero e la sistemazione di un primo lotto saranno ancora di competenza di Erpac. Grazie a un finanziamento di un milione e mezzo di euro da parte della Regione, interverrà con la messa in sicurezza, cura e valorizzazione delle architetture vegetali storiche e l’inserimento di nuovi esemplari, che valorizzeranno e rispetteranno la stagionalità, oggi poco presente. Interventi che interesseranno sia le aree verdi all’ingresso dell’ex nosocomio sia il parco storico centrale. Per quanto riguarda le prime, oggi sono caratterizzate da una fitta vegetazione composta soprattutto da specie nate spontaneamente, che “chiudono” alla vista la percezione del verde.
Si procederà con una pulizia della vegetazione spontanea, dando respiro alle specie più antiche e creando un tappeto di fioriture prevalentemente azzurre nelle diverse stagioni. Inoltre, ci sarà un ripristino della salita della “Motta”, belvedere posto in corrispondenza del check point di confine, esterno al giardino. Nell'area più storica, che caratterizza l’area centrale di tutto il complesso e oggi composto soprattutto da specie sempreverdi tipicamente usate all’epoca della sua realizzazione (1933), il progetto prevede dapprima l’eliminazione della vegetazione spontanea e delle specie deperite o pericolose dal punto di vista della staticità.
Si passerà quindi all’inserimento di fioriture nei parterre laterali, molto più soleggiati. Saranno specie da fiore, aromatiche e fogliami colorati nelle diverse stagioni, da sole e da ombra, che creeranno un parterre fiorito che si modificherà in base alla stagione. Le fioriture per il giardino centrale saranno bulbi primaverili, estivi e autunnali, delle “pennellate” di fioriture stagionali di “luce”, con cromatismi chiari sotto agli alberi, oltre che profumate. Si prevede inoltre di rafforzare il boschetto di prunus preesistente (il cosiddetto Giardino dei Ciliegi), sotto al quale si svolgevano le cure della comunità terapeutica.
Qui si realizzeranno alcune aree di sosta, con una pavimentazione circolare in legno e alcune sedute, creando così una sorta di “isole di dialogo”. Verrà anche ricostruito, laddove possibile, il tracciato originario del giardino del 1933, anche se non ci sarà una riproposizione dei vialetti in ghiaia originari, visto che renderebbero difficoltoso il passaggio a persone disabili, ma si disporranno dei percorsi in calcestruzzo drenante (che non richiede manutenzione), che verranno portati a una larghezza che garantirà il passaggio di carrozzine e dei mezzi di manutenzione. Si creerà inoltre un adeguato sistema di drenaggio delle acque meteoriche.
Verrà anche installato un impianto di illuminazione notturna, scenografica e di sicurezza, con luci led incassate e “testa palo”, che illumineranno scorci diversi del Parco. Per garantire un adeguato risparmio energetico e non produrre inquinamento luminoso, si prevede l’utilizzo di fotocellule per l’accensione dell’illuminazione oppure, in caso di eventi, controllandola con un quadro elettrico. Verranno infine sistemate varie panchine per sostare, leggere o semplicemente prendere il fresco in estate. Una volta concluso il recupero di tutte le aree verdi, Asugi ne prenderà in gestione la manutenzione.
Il Comune di Gorizia realizzerà, a sua cura e spese, un parcheggio pubblico e le opere necessarie alla razionalizzazione del piazzale Franco Basaglia. Collaborerà anche con il gestore del parco per quanto riguarda la vigilanza sul rispetto delle norme di decoro urbano e di igiene dei luoghi pubblici. E soprattutto effettuerà uno studio di fattibilità per la realizzazione della viabilità di raccordo del compendio con via Terza Armata, da cui potrebbe passare un nuovo ingresso. Questo non dovrà mettere in secondo piano l’accesso storico di via Vittorio Veneto, ma sostituire la strada posteriore, che caratterizzava la colonia agricola.
Il tutto attraverso via del Garbizio, oggi difficilmente ripristinabile, se non a uso esclusivo dell’ex colonia stessa. Naturalmente, tale possibilità dovrà essere presa in esame durante la redazione del nuovo piano del traffico di Gorizia. A parte i mezzi di soccorso, i soli veicoli che potranno accedere dall’ingresso principale di via Vittorio Veneto dovranno essere autorizzati. In tal modo, tutta la viabilità del Parco, pur avendo la possibilità di accogliere veicoli, sarà a uso ciclo-pedonale. Al vaglio una pista ciclabile, collegata a quella affianco alla ferrovia slovena, con la possibilità di connettersi alla dorsale transfrontaliera.
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