Monfalcone rialza il sipario, grandi emozioni con Paganini e Schubert

Monfalcone rialza il sipario, grandi emozioni con Paganini e Schubert

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Monfalcone rialza il sipario, grandi emozioni con Paganini e Schubert

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 22 Ott 2022
Copertina per Monfalcone rialza il sipario, grandi emozioni con Paganini e Schubert

Iniziata la nuova stagione, aneddoti e opere dei due grandi. Quarta: «Musica linguaggio universale».

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Mondi musicali distinti ma con sorprendenti punti di contatto. Quella di ieri sera è stata un’apertura della stagione del Teatro comunale di Monfalcone all’insegna della sinfonia, portando sul palco le opere di due straordinari compositori: Niccolò Paganini e Franz Schubert, rispettivamente con i loro Concerto per violino e orchestra n. 1 in mi bemolle maggiore op. 6 e Sinfonia n. 4 in do minore “La Tragica”. Ad eseguirli, gli strumento della Fvg Orchestra, diretta per l’occasione dal maestro Massimo Quarta.

Quest’ultimo ha omaggiato il talento genovese suonando lui stesso il violino, potendo vantare nel suo palmares anche il Premio Paganini 1991. Un percorso di note e aneddoti arricchito dal primo incontro di Dietro le quinte, la rassegna che ritorna nel bar del teatro anticipando lo spettacolo per spiegare alcuni particolari e personaggi. L’evento di ieri sera, che ha visto dialogare la musicologa Elena Filini con il direttore della stagione musicale Federico Pupo, ha così toccato anche la vita privata del genio ligure.

Un uomo passato alla storia anche per il suo “sapersi vendere”, che fece di lui la prima “rockstar” della storia. A Londra, infatti, ebbe l’intuizione di vendere le cartoline con la propria immagine, come un secolo dopo il merchandising dei Beatles. “Ci sono compositori che saranno eterni - il commento di Quarta nell’intervista rilasciata a Il Goriziano -. Paganini e Schubert hanno segnato la musica in modo diverso, ma il loro linguaggio è molto simile”. La melanconia del viennese, infatti, “la si ritrova nei concerti di Paganini”.

Aspetto che si accompagna al suo celebre virtuosismo, “prima di lui non si faceva quello che ha fatto lui”. La possibilità di poterli portare in scena entrambi, all’apertura di una stagione finalmente senza più restrizioni alcuna, è una gioia ulteriore: “È stata dura - ancora Quarta - non avere più il contatto con il pubblico e rompere quella routine importantissima tra studio, preparazione e concerto”. Mentre si festeggia il ritorno sulle scene, anche la musica viene inevitabilmente toccata dalle vicende internazionali, a partire dal conflitto russo-ucraino.

Quanto accaduto al Concorso Lipizer di Gorizia con le tre violiniste russe, dapprima escluse e poi riammesse ma senza che loro accettassero, non è infatti passato inosservato. “La musica è stata sicuramente influenzata e lo sarà sempre dai contesti politici internazionali, ma è proprio lei il linguaggio universale per eccellenza. Ho trovato di cattivo gusto queste limitazioni per artisti russi solo perché la politica aveva preso una strada. Non sappiamo alla fine perché la gente non si esprime e i dolori che sta provando. Sono state decisioni infelici”.

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