Lettere - Scoraggiante il voto contrario del Consiglio comunale ad aderire all'appello contro le armi nucleari

Lettere - Scoraggiante il voto contrario del Consiglio comunale ad aderire all'appello contro le armi nucleari

La lettera

Lettere - Scoraggiante il voto contrario del Consiglio comunale ad aderire all'appello contro le armi nucleari

Di Marilisa Bombi • Pubblicato il 03 Lug 2025
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A scriverci è la giornalista Marilisa Bombi sul voto del 30 giugno del Consiglio Comunale di Gorizia.

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Riceviamo una lettera firmata dalla giornalista goriziana Marilisa Bombi sul recente voto del Consiglio comunale di Gorizia di una mozione proposta dalla consigliera comunale Eleonora Sartori di aderire all'Appello delle Città promosso da Ican. (i.b.)

Egregio Direttore,

c’è qualcosa di profondamente scoraggiante nell’apprendere che il Consiglio comunale di Gorizia ha respinto – con voto compatto della maggioranza – la mozione presentata dalla consigliera Eleonora Sartori per l’adesione all’Appello delle Città promosso da ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), premio Nobel per la Pace nel 2017.
Non si trattava di un atto provocatorio né di un’invasione di campo. La mozione richiamava l’articolo 11 della nostra Costituzione – l’Italia ripudia la guerra – e chiedeva che anche Gorizia, come oltre cento Comuni italiani, sostenesse simbolicamente il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari.
Eppure, il no è arrivato netto. Un no che non entra nel merito, ma si fonda sull’appartenenza. Un no che pesa ancora di più perché pronunciato anche dalla presidente del Consiglio comunale, figura istituzionale che avrebbe potuto – e forse dovuto – scegliere l’astensione, a tutela del ruolo di garanzia e di equilibrio che quel compito comporta.
Non si chiedeva di aderire a una linea politica. Si chiedeva di prendere una posizione morale e simbolica contro una delle più gravi minacce ancora incombenti sull’umanità: l’uso – o anche solo la presenza – delle armi nucleari.
È in momenti come questi che si misura la tenuta democratica di un’assemblea elettiva. Non nella fedeltà acritica ai blocchi, ma nella capacità di riconoscere il valore di una proposta al di là di chi la presenta. Invece ha prevalso il riflesso condizionato del rifiuto, la logica del “noi contro loro”, come se la pace fosse diventata un tema di parte, e non un orizzonte condiviso.
In un tempo in cui il linguaggio della guerra si fa nuovamente dominante, e in cui Gorizia è Capitale Europea della Cultura insieme a Nova Gorica, perdere l’occasione di un gesto simbolico di pace è una sconfitta per tutti, non solo per chi ha presentato la mozione.
A chi ha avuto il coraggio di proporla, e a chi l’ha sostenuta, va il mio rispetto. A chi ha votato contro per disciplina o automatismo, va una domanda: davvero oggi il disarmo è una battaglia da osteggiare?
Cordiali saluti,
Marilisa Bombi 

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