Elena Marchesan vince il 54esimo Festival della Canzone Gradese

Elena Marchesan vince il 54esimo Festival della Canzone Gradese

L'appuntamento

Elena Marchesan vince il 54esimo Festival della Canzone Gradese

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 01 Ago 2021
Copertina per Elena Marchesan vince il 54esimo Festival della Canzone Gradese

La canzone, scritta da Giulia Daici già a fine 2019, parla di speranza ed era stata composta dopo l'acqua alta ma si addice anche al periodo pandemico. Ricordato anche Sebastiano Corbatto 'Seba'.

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Elena Marchesan trionfa alla cinquantaquattresima edizione del Festival della Canzone Gradese. Una versione insolita per il tradizionale appuntamento canoro dell’Isola del Sole. Edizione estiva, così come accadde nel 1958 e ospitata al Parco delle Rose con la presenza di oltre quattrocento persone. Da oltre 70 anni, ovvero dal lontano 1946, Grado valorizza il dialetto gradese attraverso un evento che oggi è diventato una tradizione consolidata. Appuntamento molto atteso dai cittadini, il Festival della Canzone Gradese vuole far vivere un momento di tradizione canora a tutti gli amanti della musica dialettale.

Grande attenzione viene riservata ai giovani cantanti e autori. E così è stato per l’edizione 2021. A portare a casa il primo premio, come detto, la giovane Elena Marchesan con “Ma al sielo resta su”, per parole e musica di Giulia Daici. Seconda classificata “Al Gomon” con le parole di Alessandro Marchesan e Stefano Dovier e musica di Paolo Pozzetto, eseguita da Emanuel Olivotto. Terzo posto, infine, per “La gno picola sirena”, parole e musica di Andrea Marchesan ed eseguita da Simone Zentilin.

Si tratta di un modo diverso per promuovere il dialetto, patrimonio di elevato valore storico, artistico e culturale. A presentare la serata Leonardo Tognon, Elia Verginella e Daniela Guzzon sull’’arena spettacoli del Parco delle Rose. L’organizzazione a cura dell’Associazione Quelli del Festival con il sostegno economico del Comune di Grado e della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia.

“L’esperimento – racconta Leonardo Tognon – è la voglia di non perdere la tradizione e pensiamo sia andato tutto davvero bene anche con la nutrita presenza degli ospiti. Ovviamente dobbiamo ringraziare, oltre ai numerosi volontari, anche l’assessorato alla cultura del Comune di Grado, la Regione e la Fondazione Carigo”.

Lo svolgimento della manifestazione era previsto a fine marzo 2020 ma l’epidemia causata dal coronavirus ha determinato un lungo rinvio ma a maggio 2021 si è aperto uno spiraglio grazie al progredire della campagna vaccinale che ha consentito un allentamento delle misure restrittive, favorendo la ripresa delle manifestazioni all’aperto nel rispetto del distanziamento tra gli spettatori. “Così abbiamo provato a rimettere rapidamente in moto la macchina dell’organizzazione per non rischiare di perdere questa opportunità”, raccontano gli organizzatori.

“Dopo due anni di digiuno speriamo che le note delle nostre canzoni dialettali abbiano allietato la serata", sottolinea il presidente di Quellidefestival, Fabio Marchesini. "È stato un Festival diverso dal solito, meno gradese, visto che durante la stagione estiva molti nostri concittadini sono impegnati nelle attività connesse al turismo e non potranno seguire di persona la competizione canora. Nell’attesa di poter effettuare le prossime edizioni con le modalità consuete, abbiamo comunque voluto dare un segnale di presenza: sarà l’occasione per far conoscere a un pubblico diverso il nostro repertorio musicale, la nostra identità e il nostro dialetto”.

Il premio per il mantenimento della parlata gradese è andato a “Coragio Barba Polo” di Luciano Cicogna, eseguita da Andrea Cicogna. La figura di Sebastiano Corbatto, detto "Seba", recentemente scomparso è stata ricordata da un momento musicale a cura di Mattia Marchesan con voce e chitarra.

“Una soddisfazione grandissima perché la canzone in sé parla di speranza”, racconta l’autrice del testo, Giulia Daici. “L’avevo scritta a fine 2019 subito dopo il fenomeno dell’acqua alta che aveva colpito Grado. Mai avrei pensato che poi sarebbe stata cantata in un contesto storico come il nostro. Ora che si parla di ripresa credo abbia assunto un significato ancor più emozionante”.

“È stato emozionante salire sul palco del Festival dopo due anni di fermo causa Covid”, racconta Elena Marchesan. “La canzone mi è piaciuta fin da subito. L’accoppiata con Giulia funziona, lei riesce sempre a valorizzare i miei gusti musicali ma anche la voce. Come racconta il testo bisogna continuare ad avere speranza, guardare avanti e in alto verso il futuro”, conclude Elena.

Il duo Daici-Marchesan, però, nella stessa formazione non è nuovo a vittorie del genere. All’edizione 2019 del Festival della Canzone Gradese la canzone “Al sielo de setembre” si era classificata seconda e prima al Festival della Canzone del Friuli-Venezia Giulia.

Foto di Vinicio Patruno.

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