Educazione linguistica e cittadinanza attiva al centro del progetto ‘Contatti!’, la presentazione a èStoria lo scorso giovedì

Educazione linguistica e cittadinanza attiva al centro del progetto ‘Contatti!’, la presentazione a èStoria lo scorso giovedì

DAL FESTIVAL

Educazione linguistica e cittadinanza attiva al centro del progetto ‘Contatti!’, la presentazione a èStoria lo scorso giovedì

Di REDAZIONE • Pubblicato il 02 Giu 2025
Copertina per Educazione linguistica e cittadinanza attiva al centro del progetto ‘Contatti!’, la presentazione a èStoria lo scorso giovedì

L’iniziativa è frutto della collaborazione transfrontaliera tra la scuola ‘G. I. Ascoli’ di Gorizia e la ‘Milojke Štrukelj’ di Nova Gorica. Al completo quanto a pubblico l’Auditorium Fogar.

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L'Auditorium Fogar al completo di pubblico, il 29 maggio, per l’incontro organizzato nell'ambito di èStoria “Storia/e in contatto / Zgodba/e v stiku”, che ha visto la partecipazione di numerosi studenti delle scuole medie e superiori di Gorizia e Nova Gorica, oltre a esponenti di associazioni locali e del mondo politico.

Al centro dell’evento il racconto dell’esperienza del progetto “Contatti!”: un’importante iniziativa transfrontaliera di educazione linguistica e cittadinanza attiva, realizzata grazie alla collaborazione tra la scuola secondaria di primo grado “Ascoli” di Gorizia e la Osnovna šola “Milojke Štrukelj” di Nova Gorica, con il supporto organizzativo e scientifico del Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria (ZRS Koper).

Il progetto è stato raccontato dagli alunni e da una squadra di docenti (Katjuša Batič, Laura Trevisan, Elisa Bensa, Silvia Dreossi, Antonietta Vitolo, Valentina Fabretto sostenuti dai dirigenti Eleonora Carletti e Janez Kobe). «Non si tratta solo di restituire il lavoro svolto – hanno sottolineato alcune docenti durante l’incontro – ma di lanciare un messaggio chiaro a scuole, associazioni e istituzioni: l’educazione alla reciprocità e all’incontro tra culture è fondamentale per costruire una cittadinanza consapevole, aperta e attiva. Progetti come questo devono diventare la regola, non l’eccezione».

Una delle insegnanti ha ribadito con forza: «Non servono solo azioni sporadiche e simboliche. L’incontro con la lingua e la cultura del vicino deve entrare in modo sistematico nei programmi scolastici delle nostre aree di confine». Durante il dibattito è emerso con chiarezza il divario esistente tra i due sistemi scolastici: se da un lato le scuole slovene offrono un corso facoltativo di lingua italiana di due ore settimanali, dall’altro, nessuna scuola italiana di Gorizia (escluse quelle con insegnamento veicolare in sloveno) prevede l’insegnamento della lingua slovena. Un ritardo aggravato dal progressivo venir meno dei fondi previsti dalla Legge 482, che da oltre due anni non garantiscono più alcun sostegno concreto alle scuole dell’area di confine.

L’incontro si è aperto con la lettura del discorso pronunciato dagli studenti delle due scuole durante la Marcia della Pace Perugia–Assisi del 2023. Un’esperienza intensa e condivisa che ha visto i ragazzi raccontare, davanti a migliaia di persone, il valore dell’incontro tra culture e l’entusiasmo nell’avviarsi all’emblematico anno della Capitale europea della cultura.

Irina Cavaion, ricercatrice del Centro di Ricerche di Capodistria e coordinatrice del progetto, ha spiegato che il vero incontro tra giovani delle due comunità non è affatto scontato: «La didattica di Contatti si basa su un approccio socio-costruttivista, fatto di azioni strutturate e riflessione continua. Non si può improvvisare. Serve preparazione, da parte di studenti e docenti, perché gli ostacoli – incomprensioni, equivoci, momenti difficili – esistono. Ma affrontarli è parte del percorso». Tra gli ospiti anche la professoressa Ana Toroš dell’Università di Nova Gorica, che da anni lavora alla creazione di percorsi didattici ispirati alla letteratura di confine, con l’obiettivo di renderla patrimonio comune delle scuole dell’area.

In questa cornice si è inserita anche la presentazione del libro "Il figlio della lupa", scritto a quattro mani dagli autori Anton Špacapan e Francesco Tomada, entrambi presenti all’incontro. «Il libro è stato un veicolo eccezionale per avvicinare i nostri alunni italiani alla lingua e alla cultura slovena», ha dichiarato una delle docenti. «Solo conoscendo un passato comune, possiamo formare cittadini capaci di costruire insieme un futuro condiviso».

La riflessione sul libro è proseguita in serata alla Knijgarna kavarna Maks di Nova Gorica, in un secondo incontro dedicato al progetto. Presente anche la regista Nadja Velušček, che ha commentato: «Sentire parlare di questi progetti nelle scuole è il segno che qualcosa, finalmente, sta cambiando. Una storia slovena scritta in italiano: ecco il simbolo di ciò che possiamo diventare».

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