L'editoriale
Migranti e rifugiati: diritti da garantire nel segno della libertà
«Queste persone 'non attese' ci chiedono accoglienza, protezione e integrazione. Migranti e richiedenti asilo invece, a Gorizia, sono restati lì, sotto la prima pioggia autunnale».
La natura forzata degli abbondanti flussi migratori che stanno interessando il nostro Paese, ci richiama a formulare un'attenta e obiettiva considerazione sulle cause di questi fenomeni, evitando pericolosi giudizi approssimativi e negligenze. Un ulteriore richiamo che deve poter trovare accoglimento, è giunto tra noi in occasione della 109esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che è stata ricordata ieri. Il tema di quest'anno è stato "Il diritto a non dover emigrare e poter rimanere nella propria terra".
Questo ci ricorda quindi che gnuno deve poter vivere con dignità per poi contribuire allo sviluppo del proprio Paese costruendosi un futuro per sé e per i propri cari. Ancora una volta, questa Giornata ci richiede di essere e sentirci corresponsabili. È necessario che chi ricopre ruoli di responsabilità - la politica e le istituzioni - si impegnino a trovare delle soluzioni rispettose. Rifugiati e migranti non possono essere guardati con fastidio, distrazione o con disprezzo.
Persecuzioni, violenze, disastri naturali, carestie e povertà che sono le cause della partenza obbligata di questi esseri umani, non siano a noi estranee. Abbiamo mai pensato: "E se capitasse a me?" oppure: "E se anche io fossi costretto a richiedere la protezione internazionale e la mia domanda d'asilo fosse respinta?".
Dov'è finita allora la nostra umanità? Siamo tutti nel mondo ma non del mondo. Non possiamo "ridurci" a vivere e far vivere le persone da straniere su questa Terra. Cosa scegliamo di fare? Cosa possiamo chiedere? Quale via, quale logica vogliamo seguire? Nell' ormai concluso fine settimana che a Gorizia è stato caratterizzato da Gusti di Frontiera, i migranti e richiedenti asilo accampati sul piazzale antistante il Valico di Casa Rossa, sono stati ancora una volta ignorati.
Dove sostano - convivendo con le loro sofferenze, le loro speranze e i loro sogni - sono state parcheggiate le auto dei visitatori accorsi in città in occasione della kermesse enogastronomica di respiro europeo e non solo. Tutto questo è avvenuto ignorando completamente la situazione in cui quelle persone riversano. C'è chi si lamenta, chi chiede che sia ripristinato il "decoro" e chi desidera che vadano via.
Mentre alcuni politici locali - ma anche del governo nazionale - rassicurano che Gorizia non diventerà una tendopoli, Papa Francesco chiede un'accoglienza equa e la tutela della dignità umana. Queste persone "non attese" ci chiedono così accoglienza, protezione e integrazione. Migranti e richiedenti asilo invece, a Gorizia, sono restati lì, sotto la prima pioggia autunnale. Una parte di loro sono riusciti a mettersi al riparo sotto la tettoia dell'ex valico di confine con la Slovenia.
E gli altri? Tutti loro poi riusciranno a beneficiare di una situazione transitoria decente? Intanto alcuni volontari continuano da ormai due mesi a distribuire viveri e vestiario. Aiuti stanno arrivando da Ronchi dei Legionari, Monfalcone, San Canzian d’Isonzo e da alcune comunità dell'Isontino. I segni provenienti da molte persone, sono concreti ed indice di una umanità che non è andata persa. Allora, alziamo la testa e apriamo gli occhi. Abbandoniamo la logica umana del calcolo e dell'opportunità.
Chi ha il dovere di "entrare in azione" lo faccia percorrendo una nuova strada che non è quella del buonismo esagerato, ma quella della civiltà è della responsabilità. Fuori da casa nostra, viaggiano bambini, donne e uomini che hanno la libertà di migrare, ma anche di restare. Non neghiamo loro questo diritto.
In foto: Volontari consegnano alcune coperte nel piazzale di Casa Rossa pochi giorni fa.
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