L'economia del vino soffre in Fvg, oltre 2 milioni di litri invenduti a causa del Covid

L'economia del vino soffre in Fvg, oltre 2 milioni di litri invenduti a causa del Covid

l'allarme

L'economia del vino soffre in Fvg, oltre 2 milioni di litri invenduti a causa del Covid

Di Redazione • Pubblicato il 14 Apr 2021
Copertina per L'economia del vino soffre in Fvg, oltre 2 milioni di litri invenduti a causa del Covid

Coldiretti segnala la situazione di difficoltà per le cantine e denuncia il mancato arrivo dei aiuti economici.

Condividi
Tempo di lettura

Circa 200 milioni di litri di vino in più rispetto allo scorso anno (da 54 a 56 milioni di ettolitri) giacciono invenduti nelle cantine italiane. La causa è la chiusura di ristoranti, bar ed enoteche in Italia e all’estero, che ha fatto crollare i consumi fuori casa con gravi difficoltà per il settore vitivinicolo italiano, in particolar modo quello legato ai vini a denominazioni di origine e indicazione geografica, a maggior valore aggiunto. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che le difficoltà della ristorazione si trasferiscono a valanga sull’intera filiera dove sono impegnati in Italia 250mila produttori di uve.

A contribuire a questo dato, secondo l’ultimo aggiornamento reso disponibile dal ministero delle politiche agricole, informa la Coldiretti del Friuli Venezia Giulia con il responsabile del settore vitivinicolo Marco Malison, è anche la nostra regione. Le giacenze sul territorio ammontano, a fine marzo 2021, a 2.079.886 ettolitri, circa l’equivalente di una vendemmia, con un incremento di quasi 4 milioni di litri sullo stesso periodo del 2020. "Le giacenze sono di poco superiori a quelle del 2020 - commenta Malison –. Tuttavia, siamo ugualmente molto preoccupati. Primo perché le eccedenze italiane deprimono anche il mercato dei vini locali".

"Inoltre - prosegue -, perché il dato regionale è frutto di una forte adesione a misure di riduzione volontaria della produzione messe in atto dai viticoltori la scorsa vendemmia. Peccato, però, che gli aiuti economici collegati a questo impegno, che dovevano arrivare entro la fine di dicembre, ad oggi devono ancora essere liquidati. E questo aumenta la crisi di liquidità delle imprese già duramente provate dal lock-down e sta facendo infuriare i produttori". Si tratta di prodotti di alta qualità in un Paese come l’Italia leader mondiale, davanti alla Francia, che destina circa il 70% della produzione a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc).

Ulteriori 73 vini sono invece quelli a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e, infine, il restante 30% per i vini da tavola. In gioco - conclude Coldiretti - c’è il futuro del primo settore dell’export agroalimentare made in Italy che sviluppa un fatturato da 11 miliardi di euro e genera opportunità di lavoro per 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio e nell’indotto. Ad oggi, quasi 4 milioni di ettolitri di Prosecco sono giacenti nelle cantine, ossia circa il 9% del totale tra le bottiglie Dop e Igp.

Anche Confagricoltura Fvg lancia l'allarme: "I numeri delle giacenze del vino - spiega Michele Pace Persuini, presidente della sezione economica viticola - sono preoccupanti. Quello che i dati non dicono, purtroppo, è quanto di questo vino sia già imbottigliato e fermo. Tra l’altro, a esempio, nel primo trimestre del 2021 (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) l’imbottigliamento del Prosecco Doc è cresciuto del 7,4%; quello del Pinot grigio Delle Venezie, dell’11,2%. Ciò non significa, però, che si vende più vino, ma semplicemente che ci si prepara a vendere quel vino. Perciò, il focus dell’attenzione dovrebbe essere posto proprio all’aspetto economico della questione con i produttori stretti in una morsa".

"Da un lato – aggiunge Pace Perusini – l’Horeca che non paga le forniture a motivo delle aperture (e chiusure) a singhiozzo dei mesi scorsi (utilizzando i fornitori per finanziarsi, sostanzialmente). Dall’altra, le nuove spese che l’azienda deve accollarsi per imbottigliare e prepararsi alle prossime aperture dei mercati. Mercati che sono cambiati nei tempi della pandemia. Infatti, se fino ad alcuni mesi fa funzionava ancora il mercato italiano ed europeo, attualmente riprendono a 'tirare' i mercati esteri, dove il programma di vaccinazione è avanzato (Stati Uniti a esempio) e rallenta dove ancora il piano vaccinale stenta a decollare".

"Serve perciò – è la conclusione di Pace Perusini - accelerare realmente sul piano vaccinale e tutelare il credito dei produttori vitivinicoli anche con una norma, come proposto da Confagricoltura, che preveda di collegare l’erogazione dei sostegni pubblici alle aziende con la verifica del pagamento delle pendenze con i fornitori".

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione