Posti di lavoro nella cultura, arriva la ripresa dopo il crollo Covid in Fvg

Posti di lavoro nella cultura, arriva la ripresa dopo il crollo Covid in Fvg

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Posti di lavoro nella cultura, arriva la ripresa dopo il crollo Covid in Fvg

Di Redazione • Pubblicato il 10 Giu 2023
Copertina per Posti di lavoro nella cultura, arriva la ripresa dopo il crollo Covid in Fvg

Nel settore prevalgono nettamente le assunzioni in parasubordinazione e i lavoratori autonomi dello spettacolo: 48,3% degli impieghi.

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Imprese e operatori della cultura, privati e pubblici, si sono riuniti ieri a Gorizia, a Palazzo De Bassa, per partecipare al convegno “Quando la cultura si fa impresa”, promosso da Confcooperative Alpe Adria. Un’occasione per raccontare, dati alla mano, la dimensione economica del mondo della cultura e l’esigenza di analizzare e valutare l’impatto di questo importante settore. Una sfida, hanno sottolineato gli ospiti presenti, anche nell’ottica dell’appuntamento con la Capitale europea della cultura nel 2025.

In Friuli Venezia Giulia, Confcooperative annovera 67 cooperative del settore culturale, con 6.502 soci e ricavi per 24 milioni di euro mentre, a livello nazionale, la Federazione associa oltre 1.300 cooperative che danno lavoro a circa 15.620 persone e hanno 139.500 soci. «Si tratta di una parte importante dell’economia della Regione e Go!2025” può essere l’opportunità per una ulteriore crescita occupazionale e di professionalità per tutte le realtà del settore: ecco perché abbiamo voluto essere a Gorizia con la nostra iniziativa», ha spiegato la presidente della Federazione regionale delle cooperative di cultura e turismo, Serena Mizzan, nella sua introduzione al convegno.

«Le nostre imprese producono cultura secondo criteri di sostenibilità economica: si confrontano con le dinamiche del mondo del lavoro, stipendi, appalti pubblici. Sono imprese a tutti gli effetti, ma in un comparto delicatissimo e dove le competenze richieste sono elevate: ecco perché è fondamentale sostenere il settore e dargli il giusto riconoscimento», ha ricordato Paola Benini, presidente di Confcooperative Alpe Adria, che riunisce 395 imprese cooperative delle province di Udine, Gorizia, Trieste. Secondo i numeri presentati da Carlos Corvino, ricercatore della direzione regionale Lavoro, nel settore prevalgono nettamente le assunzioni in parasubordinazione e i lavoratori autonomi dello spettacolo.

Questi, nel 2022, hanno rappresentato il 48,3% delle assunzioni, in aumento del 46,8% rispetto al 2019. «I dati rilevati dalle nostre associate dicono che soltanto con il 2023 il settore tornerà ai livelli prepandemia», precisa Benini. Durante la pandemia (2020) si è notato una diminuzione complessiva del 35,5% dei lavoratori del settore, dato confermato anche dalla stessa Confcooperative per la quale, nel 2020, il settore ha visto una riduzione dei ricavi nell’ordine del 36%.

«La nostra è una regione estremamente vivace se pensiamo che è terza, in Italia, per numero di attività culturali – ha sottolineato Diego Bernardis, presidente della V commissione del Consiglio regionale -. Su queste, l’amministrazione regionale mette oltre 80 milioni di euro l’anno di finanziamenti e, dopo aver predisposto la norma per costituire uno specifico Osservatorio regionale, in questa legislatura si impegnerà per attivarlo poiché ne riconosce l’assoluta utilità». Nelle sue conclusioni, Chiara Laghi, vicepresidente nazionale di Confcooperative Cultura Turismo Sport, ha sottolineato il grande colpo che le cooperative culturali hanno subito con la pandemia.

Ricadute sotto il profilo economico e non solo, e il percorso di rilancio pienamente in atto, con particolare attenzione alla formazione degli addetti e al corretto rapporto con le Pubbliche amministrazioni (le stazioni appaltanti) per raggiungere nuovi obiettivi di qualità a beneficio di comunità e territori. In platea, era presente anche la consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) che ha ricordato a margine come "è da agosto del 2014, con la legge regionale 16, che la Regione deve istituire l'Osservatorio regionale della cultura, con sede presso la Direzione centrale competente in materia".

"Un vulnus che è necessario colmare per favorire e sostenere le attività che sono il fondamento del nostro Paese" Per l'esponente del centrosinistra, "il titolo della conferenza porta a una pericolosa visione manageriale della cultura incentrata prevalentemente sull'aspetto economico. Visione che enfatizza i grandi eventi, con il serio rischio di far passare in secondo piano l'attività culturale, formativa, turistica ed educativa realizzata da tutti coloro che rappresentano quel tessuto artistico che da sempre nel nostro paese ha prodotto arte".

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