Ecco la Digital Art Gallery, così Gorizia diventa «Capitale dell’arte digitale»

Ecco la Digital Art Gallery, così Gorizia diventa «Capitale dell’arte digitale»

l'inaugurazione

Ecco la Digital Art Gallery, così Gorizia diventa «Capitale dell’arte digitale»

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 16 Dic 2025
Copertina per Ecco la Digital Art Gallery, così Gorizia diventa «Capitale dell’arte digitale»

Si tratta di un Ledwall da 148 milioni di pixell che rende la galleria la più grande in Europa. Investimento da 9 milioni di euro.

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La natura che si genera e riplasma in una varietà infinita di forme e colori, a partire dalla sostanza organica delle macromolecole. È la DAG (Digital Art Gallery) di piazza Vittoria inaugurata oggi – 16 dicembre – che trasforma l’ex Galleria Bombi in mille metri quadrati di galleria digitale, dove ali si tramutano in squame, tentatoli e onde trascinando il visitatore nel turbinio di un mondo virtuale. Una realtà parallela frutto delle nuove frontiere dell’arte, in cui la tecnologia di 148 milioni di pixel per un file da quattro terabyte consente un’esperienza immersiva, cullati dal fruscio della risacca o dal canto di uccelli in lontananza. A spiegarlo è stato il CEO di Videomobile, la società che ha realizzato led e messa in onda oltre che la parte strutturale: «È stato un progetto sfidante – commenta Cristian Bragato - soprattutto per le tempistiche». Tre mesi per realizzare cablaggio e installazione del Ledwall collaborando nell’ultimo mese con l’artista Refik Anadol, che ha realizzato questo “Large Nature Model” addestrando l’intelligenza artificiale.

«Refik ci inviava i contributi pilota per analizzarli – precisa - affinché le macchine li potessero sostenere, fino a ottenere il file adeguato alla corretta messa in onda. Era pesantissimo, ci abbiamo messo un paio di giorni a scaricarlo. Poi c’è tutta la programmazione delle macchine, con un grosso processore che ripartisce le immagini lungo lo schermo». Cinque grossi computer per gestire ciascuno dodici segnali da 4K, dove tante finestre devono essere coordinate e inviate insieme in modo da ottenere un’immagine unica. «In termini di risoluzione – sottolinea - è una delle più grosse installazioni al mondo». Già inviata la documentazione per inserire l’opera nel guinness dei primati, che di certo rappresenta «la più grossa in Europa – aggiunge – e più grande della “Sphere” di Las Vegas. È stata una sfida importante – evidenzia - ma dietro c’è stato un gran lavoro del team, con un affiatamento pazzesco». Uno schermo costato 3milioni e 800mila euro, per una riqualificazione complessiva - comprese opere strutturali e messa in sicurezza per allontanare l’acqua – di 9 milioni di euro.

«È necessaria anche una manutenzione ordinaria – specifica il direttore dei lavori Massimiliano Mobilia - e un controllo periodico sugli schermi ogni sei mesi o un anno, che differisce in funzione dell’elemento sul quale fare assistenza. Ma le cifre comprendono già la riparazione per cinque anni». Passati i quali si stima una spesa di 25mila euro annuali di sola manutenzione. «L’energia elettrica – riflette - viene pagata a parte. Se si proietta ogni giorno per 365 giorni all’anno – stima - siamo sui 150mila euro di energia all’anno di spesa». Con un ingresso gratuito per cinque anni in quanto opera finanziata con fondi PNRR, l’amministrazione comunale punta a costruire una città in cui passato e futuro dialoghino armoniosamente insieme: «È un luogo simbolo della cultura di frontiera – rimarca il vicegovernatore della regione Mario Anzil – dove il confine diviene una nuova opportunità». Un trait d’union «fra passato e nuove tecnologie, che rende Gorizia una città in cui è già tempo di futuro». Questa sorta di organismo vivente pulsa di energia artistica, per la quale è stato stipulato un contratto di fornitura da 600 chilowatt di potenza. «Normalmente – prosegue Mobilia - nella configurazione come la vediamo consuma 250 kilowatt. Il consumo è maggiore quando gli schermi sono interamente bianchi, il che succede molto raramente, quando si proiettano particolari opere d’arte dove c’è molta luce». Il tunnel si dipana dal cuore della città e consente di raggiungere a piedi piazzale di casa Rossa in pochi minuti, attraverso un viaggio esperienziale fra creature fantastiche e iridescenti.

«Quando vidi per la prima volta questo tunnel negli anni Settanta – osserva l’assessore al Patrimonio Sebastiano Callari – era un passaggio che separava Gorizia da Nova Gorica, una soluzione di continuità fra due realtà che avevano vissuto un passato doloroso. Oggi quest’opera rappresenta un ponte innovativo all’insegna di Go! 2025, ed è bello pensare che con l’innovazione le due comunità possano incamminarsi verso un futuro migliore». Legami che iniziano a fiorire grazie alla stessa direttrice operativa della Galleria Sherazada Ahmetovic: «In qualità di presidente di Biennale Internazionale Donna – riporta - quest’anno con la presidente del Meet Center stiamo avviando una collaborazione per portare artiste emergenti nel campo dell’arte digitale anche nella nostra Biennale a Trieste». La riqualificazione, non da ultimo, trasforma quello che un tempo era utilizzato come ricovero per i migranti in un percorso visivo e sensoriale, che si traduce in collante fra le due città. «Sono 75 anni che lo utilizziamo – interviene il primo cittadino Rodolfo Ziberna – e rappresenta il principale lascito che consentirà, una volta “spente le luci” al Go! 2025, di rimanere Capitale europea per tutta la vita». Concorde il sindaco di Nova Gorica Samo Turel, che considera la struttura «un’addizione importante per entrambe le città», consentendo di lasciare una traccia di «quello che rimarrà per sempre Go! forever». Prima del taglio del nastro a prendere la parola è stato poi il presidente della regione Massimiliano Fedriga: «Accadde che un giorno – racconta con entusiasmo – venne in ufficio la dottoressa Sandra Sodini, la quale propose di realizzare una galleria digitale con il coinvolgimento di Refik Anadol.

Quando si recupera una struttura, si deve anche conferire capacità attrattiva, e questa è riuscita a racchiudere lo spirito di Go! 2025 come connessione fra popoli e diverse culture del mondo. Si tratta dell’inizio di un percorso – ribadisce – che renderà Gorizia e Nova Gorica una capitale dell’arte digitale. Noi oggi ce lo possiamo permettere, in quanto ci avvaliamo di una delle più importanti infrastrutture a livello europeo». Una proiezione di dodici minuti che riparte in loop, per la quale la regione sta valutando di coinvolgere ulteriori artisti, con relativa «calendarizzazione delle opere» ancora in via di studio. La Digital Art Gallery è un progetto sviluppato con il supporto della regione Friuli Venezia Giulia, PromoTurismoFVG, Comune di Gorizia, Edr, Erpac Fvg, Ministero della Cultura e MEET Digital Culture Center. La DAG rimarrà aperta tutti i giorni da dicembre a maggio del 2026, nei giorni feriali dalle 10 alle 16, mentre sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Da giugno a settembre sarà aperta dalle 15 alle 21 nei giorni feriali e dalle 14 alle 23 al sabato, domenica e festivi. Da ottobre a dicembre del prossimo anno sarà invece aperta tutti i giorni dalle 10 alle 16.  (Foto, Sergio Marini e Rossana D'Ambrosio

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