Le due Gorizie con il fiato sospeso per la bomba, ora trasferita a Tarnova

Le due Gorizie con il fiato sospeso per la bomba, ora trasferita a Tarnova

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Le due Gorizie con il fiato sospeso per la bomba, ora trasferita a Tarnova

Di Daniele Tibaldi • Pubblicato il 23 Lug 2023
Copertina per Le due Gorizie con il fiato sospeso per la bomba, ora trasferita a Tarnova

Sono state quasi 2.500 le persone evacuate di entrambe le città, l'ordigno è stato portata in un deposito sull’altopiano per poi andare a Postumia.

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Si sono svolte senza incidenti le operazioni di disinnesco del residuato bellico risalente al secondo conflitto mondiale, ritrovato lunedì scorso nei pressi della stazione Transalpina di Nova Gorica. La neutralizzazione dell’ordigno – a pochi metri dal confine con Gorizia – ha reso necessaria l’evacuazione di un’area transfrontaliera vasta fino a 600 metri di raggio, includendo anche un'ampia parte del quartiere di Montesanto.

L’evacuazione
Sono state quasi 2.500 le persone di entrambe le città costrette tra ieri sera e questa mattina a lasciare le proprie abitazioni nel corso delle attività di bonifica. Operazione complessa che ha comportato il coinvolgimento di più forze di sicurezza, dai vigili del fuoco alle associazioni di volontariato.

Il tutto sotto il coordinamento della Protezione civile slovena e italiana. Sia il comune di Nova Gorica, che quello di Gorizia hanno anche messo a disposizione delle strutture per l’accoglienza di quanti non fossero in grado di recarsi altrove. Di questi, quindici persone, per lo più anziane, hanno trovato rifugio direttamente presso la sede municipale di Nova Gorica, dove hanno potuto beneficiare dell’assistenza della Croce rossa slovena.

Quattro, invece, i residenti che hanno usufruito del punto di ricovero allestito dal comune di Gorizia nella sede della Protezione civile, in via del San Michele, per raggiungere il quale è stato istituito un servizio di bus-navetta della Croce rossa. Tutti gli altri hanno rispettato autonomamente l’ordine di evacuazione, approfittando in buona parte della bella giornata per andare al mare.

L’ordigno
La bomba, disinnescata poco prima delle 11 di stamattina, pesa 500 libbre (poco più di 226 chili) ed è di fabbricazione britannica. Come ha riferito uno dei due artificieri coinvolti, Aljaž Leban, «si tratta solo di uno dei 253 ordigni, per un totale di 64.225 chili di esplosivo, sganciati sull’area ferroviaria tra Salcano e Gorizia dai 28 bombardieri degli Alleati che l’8 aprile del 1945 decollarono dalla Corsica». Una volta disattivata, la bomba è stata portata in un deposito sull’altopiano di Tarnova, da cui poi entro novanta giorni sarà nuovamente trasferita in una struttura dell’esercito vicino a Postumia.

«Ed è proprio lì – ha rivelato il sindaco di Nova Gorica, Samo Turel – che gli artificieri testeranno, come esercitazione, una tecnica che prevede il taglio in due dell’ordigno tramite l’innesco di una miccia lungo la sua superficie. Una volta aperto sarà così possibile far brillare il contenuto senza causare alcuna esplosione».

Sono circa 600 gli interventi effettuati dagli artificieri in Slovenia ogni anno, con una cinquantina di bombe simili a queste recuperate nelle aree boschive. L’ordigno di oggi è stato adagiato sul fondo di una buca profonda quattro metri e larga tre, protetta da una gabbia di assi di legno. Proprio per attutire l’eventuale onda d'urto, intorno alla buca sono state posizionate 125 rotoballe di fieno a formare un muro alto più di quattro metri.

È stato lo stesso Leban a spiegare nel dettaglio le operazioni svolte in collaborazione con il collega Benjamin Kreševec: «Ci sono voluti dieci minuti per svitare la prima spoletta, dopodiché abbiamo potuto estrarre il detonatore. Superata la fase più rischiosa è stato possibile fare una piccola pausa, prima di procedere con la fase successiva, anche perché nell’area della bonifica il caldo era asfissiante. Poiché la seconda spoletta era stata danneggiata dai lavori di escavo che l’hanno portata alla luce, ci sono voluti circa quindici minuti per svitarla neutralizzando così la bomba in meno di un’ora».

I commenti
«L’operazione si è conclusa perfettamente – ha commentato il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna –. Le persone evacuate sono potute rientrare nelle loro abitazioni e la circolazione del traffico ha potuto riprendere anche attraverso i valichi confinari, che sono stati riaperti. Ringrazio tutte le donne e gli uomini appartenenti alle diverse istituzioni italiane e slovene per quanto fatto con elevata professionalità. Anche in questo ambito la collaborazione italo-slovena è stata eccezionale, grazie anche alle consolidate relazioni».

Soddisfazione condivisa anche dall’omologo sloveno: «Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alle operazioni. È in casi del genere che ci si rende conto dell’importanza di una collaborazione stretta e collaudata tra i due lati del confine». Gli ha fatto eco il prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi, secondo cui «quest’operazione è stata uno straordinario esempio di collaborazione transfrontaliera, a testimonianza della capacità di due nazioni di lavorare assieme, fianco a fianco, in perfetta sintonia per risolvere un problema comune».

Foto Daniele Tibaldi

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