Riorganizzazione della sanità territoriale in Asugi, sindacati contrari

Riorganizzazione della sanità territoriale in Asugi, sindacati contrari

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Riorganizzazione della sanità territoriale in Asugi, sindacati contrari

Di Redazione • Pubblicato il 08 Dic 2021
Copertina per Riorganizzazione della sanità territoriale in Asugi, sindacati contrari

La Uil chiede un confronto sul documento, Moretti (Pd) chiede il ritorno dei centri vaccinali.

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Preoccupa la situazione dentro l'Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina, alla luce della bozza di atto aziendale presentato dal direttore generale, Antonio Poggiana. Perplessità arrivano dalla Uil, che chiede "un confronto per meglio approfondire o comprendere certe determinazioni e scelte che si evincono da una lettura della bozza di atto aziendale e del conseguente organigramma". In particolare, si punta il dito sulla presenza di Dipartimenti assistenziali integrati in diversi ambiti specialistici quali l’anestesia l’oncologia, l’area dei servizi radiologici, l’area dell’emergenza, le specialità mediche e chirurgiche.

Il timore della sigla è che questi "fossero dei meri 'escamotage' organizzativi per trasferire surrettiziamente risorse, umane, strumentali e finanziarie, da un’area all’altra della complessa articolazione territoriale di Asugi, magari quella tradizionalmente priva di un polo ospedaliero forte, anche per la presenza universitaria, come quello giuliano. I servizi di dermatologia, pneumologia, endoscopia e senologia, odontoiatria in questa logica sembrano essere fagocitati dall’Hub ospedaliero" di Trieste. Perplessità anche sulla "riduzione delle strutture territoriali e della eccessiva semplificazione del dipartimento di salute mentale".

Questo "pur inglobando il dipartimento delle dipendenze, non presenta la necessaria attenzione innovativa per l’area della salute mentale e quella delle dipendenze. La Uil sottolinea inoltra come non sia chiaro l’inquadramento del dipartimento materno infantile, struttura fondamentale che con i suoi mille parti annui andrà a tenere in piedi il punto nascita dell’Ircss Burlo Garafolo che diversamente non avrebbe i numeri necessari, uno scambio reciproco di risorse che si trasformerà in un rapporto a senso unico.
Altrettanta preoccupazione si esprime per la concentrazione del sistema amministrativo nel suo complesso nell’area giuliana".

Il sindacato ricorda che il contratto collettivo è scaduto dal primo gennaio 2019 "e non si vede all’orizzonte la luce del rinnovo. Nel frattempo troppe questioni languono e restano ferme, dalle indennità di specificità infermieristica, all’indennità di tutela del malato, all’indennità di pronto soccorso, ad un sistema di assunzioni obsoleto, che per i ruoli sanitari non ammette assunzioni durante il periodo di studio come per i medici e i dirigenti sanitari". Sul tema interviene anche il capogruppo regionale del Pd, Diego Moretti, sottolineando le possibili modifiche per il territorio del Goriziano.

"Poco più di un mese fa - commenta il dem - avevo segnalato diverse criticità presenti nella delibera di giunta regionale n. 1446 del 24 settembre , criticità che confermavano una situazione di difficoltà per la sanità isontina. La diramazione della bozza di primo atto aziendale di Asugi chiarisce in parte alcune forti criticità (ad esempio sul Laboratorio e sulla radiologia monfalconese), ma ne conferma altre (rispetto a funzioni ospedaliere e di medicina territoriale)". Tra questi, "l'anatomia patologica di Monfalcone non viene nemmeno considerata: si cita solo l'Unità Clinica Operativa aziendale di Anatomia patologica".

Dubbi anche sul futuro della Chirurgia senologica di Gorizia, l'assenza locale di "una qualsiasi struttura riguardante la Disabilità cognitiva-intellettiva dell'adulto e del deficit cognitivo dell'anziano" e il mancato collegamento tra il Centro regionale unico amianto del San Polo e Pneumologia. Moretti rimarca che "il Dipartimento materno-infantile di Monfalcone, come da disposizione normativa, continua a dipendere in tutto e per tutto dal Burlo di Trieste, nulla è previsto per l’Isontino per quanto riguarda i servizi legati alla gastroenterologia e endoscopia digestiva, riuniti in un’unica struttura nell’area giuliana"

Il dem pone il dito sul "dimezzamento dei Distretti e dei Dipartimenti di salute mentale dell'area giuliana" che "non hanno alcuna logica, se non una di tipo punitivo: una scelta davvero incomprensibile". Il capogruppo infine chiede che vengano riaperte "le sedi vaccinali di Ronchi, Aurisina e Grado, che hanno funzionato molto bene in questi mesi. Nutro qualche dubbio invece rispetto allo spostamento della sede vaccinale di Monfalcone dal Centro Anziani al capannone di Fincantieri, sito logisticamente infelice e decentrato rispetto a quello attuale".

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