Il racconto
«Donatori di sangue sono pontefici di vita»: Farra fa da cornice alla VII Festa di Fidas Isontina

Le donazioni di under 30 hanno superato le mille unità ma l'appello del sodalizio è per un servizio più stabile di donazione.
Un «ponte tra generazioni, culture e territori»: con questa immagine Feliciano Medeot, presidente di Fidas Isontina, ha aperto oggi a Farra d’Isonzo la VII Festa provinciale dei donatori di sangue, celebrata nel segno del volontariato, della gratitudine e dell’impegno per la salute pubblica. L’occasione è stata propizia per festeggiare i tanti donatori premiati per gli importanti traguardi raggiunti, ma anche per riflettere sulle criticità che coinvolgono il sistema trasfusionale regionale, in particolare il servizio di raccolta mobile.
«I risultati del 2024 sono i migliori da quando l’associazione è nata – ha sottolineato Medeot – ovvero 7.743 donazioni da parte di 3.792 donatori, con oltre 5900 unità di sangue intero, 1671 di plasma e 150 di piastrine. Ma questo grazie non viene solo da noi: arriva dalle migliaia di pazienti che hanno ricevuto il vostro dono anonimo, gratuito e responsabile».
La cerimonia si è tenuta, come detto, a Farra d’Isonzo con la collaborazione della sezione locale guidata da Daniele Brumat e il supporto dell’amministrazione comunale, rappresentata dal sindaco Stefano Turchetto, donatore e medico con esperienza nel servizio trasfusionale.
«Anche il riconoscimento consegnato ai donatori richiama il valore del territorio e del legame tra le persone: raffigura infatti il ponte romano della Mainizza, simbolo di unione e confronto, che richiama la storia condivisa del Goriziano italiano e sloveno. Non a caso, la giornata odierna rientra nel programma ufficiale di Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della cultura 2025», ha proseguito Medeot che ha ribadito: «FIDAS Isontina è essa stessa un ponte. Collega chi ha bisogno di sangue con chi è pronto a donarlo. Ma questo ponte, fatto di associazioni e servizi trasfusionali, va mantenuto saldo e in equilibrio. E oggi questo equilibrio è minacciato da una grave carenza di personale e da una gestione inadeguata della raccolta mobile. Siamo un po' pontefici di vita».
La preoccupazione principale, però, riguarda l’autoemoteca “Egidio Bragagnolo”, la cui gestione è passata nel 2023 al Dipartimento di medicina trasfusionale di Udine. Da allora, le uscite sono state progressivamente ridotte o annullate, causando un calo significativo nella raccolta, soprattutto a Grado, Cormons e Villesse.
«A marzo abbiamo registrato 60 donazioni in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Se le uscite fossero state garantite regolarmente, avremmo mantenuto i livelli del 2024 – ha rimarcato Medeot – e chiediamo alla Regione un intervento deciso per riportare la gestione in mano a una struttura davvero regionale o, in subordine, ad Asugi. Se nessuna soluzione sarà percorribile, si consideri il coinvolgimento diretto delle associazioni».
Eppure, nonostante le difficoltà, l’impegno della Fidas Isontina non si ferma. Venerdì è stato presentato il nuovo sito dell’associazione, non solo vetrina istituzionale, ma anche strumento di servizio per i donatori, con informazioni aggiornate, contatti rapidi e una sezione dedicata alla memoria storica del movimento. «È un catalogo vivo, partecipato, che raccoglie immagini, documenti e volti», ha raccontato Medeot nel ricordare «i nostri padri fondatori e anche due figure legate a Farra: don Claudio Cidin, sacerdote e donatore, e Alessandra Luisa, collaboratrice instancabile della sezione. A loro va il nostro ricordo più affettuoso».
Uno dei motivi di maggiore speranza arriva infine dai giovani: Nel 2024, per la prima volta, le donazioni degli under 30 hanno superato quota 1000, risultato reso possibile dal lavoro costante nelle scuole del territorio. Ma, avverte il presidente, «serve guardare anche oltre: coinvolgere le nuove generazioni e le comunità immigrate, abbattendo barriere giuridiche e sanitarie che ancora limitano il gesto solidale della donazione. Come diceva Giovanni Faleschini, padre della donazione in Friuli: stin unîts, volinsi ben. Un messaggio che vale oggi più che mai».
Foto di Adriano Fecchio.
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