Don Fontanot: «Superiamo l'inamovibilità del parroco». E don Franetovich guarda al nuovo incarico

Don Fontanot: «Superiamo l'inamovibilità del parroco». E don Franetovich guarda al nuovo incarico

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Don Fontanot: «Superiamo l'inamovibilità del parroco». E don Franetovich guarda al nuovo incarico

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 12 Ott 2022
Copertina per Don Fontanot: «Superiamo l'inamovibilità del parroco». E don Franetovich guarda al nuovo incarico

Don Mirko ringrazia Ronchi e si proietta verso «terre culla della fede del nostro territorio».

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Per gli addetti ai lavori, si sa, gli annunci pubblici sono spesso ‘segreti di Pulcinella’ che devono rimanere tali fino all’ufficialità. Ma per la gente comune, raggiunta da qualche briciola di novità sparsa tra una chiacchiera da bar e qualche ammiccata in pubblica via. In molti, infatti, sono rimasti sopresi dalle ultime nomine nel clero anche se vi era già nell’aria un sentore di cambiamento. Nomine già raccontate ieri sera dalle nostre colonne ma che vale la pena ribadire.

L'arcivescovo di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, ha, infatti, conferito a don Mirko Franetovich la cura pastorale delle comunità cristiane di Fiumicello e Aquileia. La notizia è stata resa nota questa sera, quando il presule ha incontrato tutti i consigli pastorali e degli affari economici delle comunità coinvolte nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, a Ronchi dei Legionari. Il vertice della curia ha inoltre comunicato ai fedeli bisiachi che, ad affiancare il parroco monsignor Ignazio Sudoso, ci sarà don Luigi Fontanot, parroco uscente della stessa Fiumicello. Don Franetovich sarà quindi amministratore parrocchiale di Fiumicello e di Aquileia, dove resta in aiuto monsignor Adelchi Cabass.

"Come sindaco di Ronchi dei Legionari e a nome di tutta la cittadinanza saluto e ringrazio don Mirko per il proficuo lavoro svolto nella nostra città. Ha avuto un incarico al servizio della comunità attraverso il quale ha trasmesso valori umani e sociali”, sottolinea Mauro Benvenuto nel salutare la partenza per Fiumicello e Aquileia di don Mirko Franetovich.

“Rivolgo i più affettuosi auguri per il suo nuovo incarico. Accogliamo con gioia don Luigi Fontanot, sicuri che la sua presenza arricchirà le comunità parrocchiali e la vita sociale della città, augurandogli un buon lavoro", così ancora Benvenuto.

Contattato dalla nostra testata don Luigi Fontanot ha dapprima esposto una riflessione ampia sul suo modo di concepire l'unità pastorale che non sarà immediata nelle comunità in questione e che in futuro andrà però costituendosi. Un pensiero che ha reso noto anche nella riunione di ieri sera quando ha sottolineato che per un sacerdote, il quale si mette a disposizione di un territorialità complessa, è necessario lavorare con delle persone in sintonia tra loro. "Sono sempre stato uno dei tre sacerdoti diocesani che hanno chiesto di andare oltre il concetto dell’inamovibilità del parroco - queste le parole di don Fontanot - che a mio modo di vedere, dovrebbe restare in una comunità non più di dodici anni".

Nella propria azione pastorale per il sacerdote è necessario "mettere a fuoco" tre o quattro aspetti sui cui lavorare con e per la comunità. "Dopo una fase di sviluppo, o meno, di alcuni punti è necessario che si dia spazio ad un altro. Ho dato la mia disponibilità a lasciare Fiumicello perchè sono convinto di ciò e conscio di saper scegliere la dimensione per trascorrere con serenità e per vivere assieme alla gente e tra la gente". Non si ipotizzano per ora date certe sulla celebrazione di saluto. Sicuramente ottobre passerà e si avvicina già gennaio, mese che ricorda, il 25 alle 19.41, la scomparsa di Giulio Regeni: l'avvicendamento dei sacerdoti porta con sé anche la pesante presenza della figura all'interno della "scorta mediatica"

“Il primo sentimento è quello della gratitudine al buon Dio per tutte le occasioni che mi dà di vivere e che, attraverso le persone, mi fanno maturare. Poi c'è il dispiacere di lasciare una comunità che ho profondamente amato e stimato per la sua generosità, dove e ho imparato e mi sono felicemente impegnato”, ricorda don Mirko Franetovich

"Un altro sentimento è quello della gioia di andare in comunità da amare e servire, per iniziare un cammino di condivisione in una terra benedetta, come quella di Aquileia, Belvedere e Fiumicello, perché ha visto gli inizi dell'annuncio evangelico per la nostra gente. E dove arriva il Vangelo non può non esserci il desiderio e la responsabilità dell'accoglienza, della comunione, di relazioni autentiche e non funzionali o di facciata”, dice ancora don Mirko. “In tutto questo mi resterà accanto don Adelchi, per me preziosa presenza e persona alla quale ho sempre voluto bene, insieme a don Ennio che ho conosciuto e apprezzato fin da quando ero bambino. Sono tanto grato a don Gigi per la bella eredità pastorale che mi lascia e per la parola saggia che mi ha offerto. Un buon lavoro anche a lui a Ronchi, insieme a don Ignazio che per me è stata una presenza fraterna e di grande capacità umana”, conclude don Mirko.  

Ha collaborato Salvatore Ferrara.

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