le proiezioni
I documentari di Internazionale a Gorizia, quattro sere con Mondovisioni

Incontri promossi da Assid che si svolgeranno alla Sala Dora Bassi a ingresso libero, accompagnati da interventi di esperti.
Torna a Gorizia la collaborazione tra Assid, l’associazione degli studenti di Scienze Internazionali e diplomatiche, e la rivista Internazionale per i documentari di Mondovisioni. Una rassegna organizzata con il lavoro congiunto di CineAgenzia, che da oltre dieci anni porta sul grande schermo documentari sui più disparati temi di attualità, da politica ai diritti umani a molto altro ancora. Un progetto portato avanti dai ragazzi dell’Università di Trieste per il forte legame con le tematiche internazionali e di attualità politica e sociale.
Quattro incontri che si svolgeranno alla Sala Dora Bassi, in via Garibaldi 7 alle 20.30, tutti ad ingresso gratuito e aperto fino ad esaurimento posti. “Crediamo sia molto importante proporre una vasta gamma di esperienze culturali in particolare modo agli universitari ma anche ai cittadini – spiega la vicepresidente di Assid, Corinna Paron - anche per concedere la possibilità di scoprire nuove tematiche alle quali non ci si sarebbe magari mai interessati, e per le quali può nascere un approfondimento del tema che va oltre la serata stessa”.
Una rassegna di alto livello, che viene presentata contestualmente al Festival di Ferrara, organizzato dallo stesso Internazionale, e durante il quale vengono presentati i documentari di più alto livello nella scena internazionale: una fama che ha portato alla decisione di divulgare i documentari anche al di fuori del festival, tra città, sale cinematografiche, associazioni e istituzioni culturali, arrivando così, nel 2012 anche a Gorizia. Per martedì 2 maggio la rassegna aprirà con This Stolen Country of Mine di Marc Wiese, girato tra Germania ed Ecuador nel 2022.
Sarà un approfondimento sullo sfruttamento delle risorse naturali ecuadoriane perpetrato dalla Repubblica Popolare Cinese nell’ultimo decennio, grazie alla battaglia di un leader indigeno e un giornalista investigativa che si battono contro la corruzione e occupazione occulta del paese. A seguire, lunedì 8 maggio, Robin Bank di Anna Giralt Gris, questa volta con un focus europeo. Girata tra Spagna e Germania e presentata in lingua catalana (con sottotitoli in italiano) è l’incredibile storia dell’attivista catalano Enric Duran, passato per il G8 di Genova.
Questo ha contratto prestiti per mezzo milione di euro ma non ha alcune intenzione di restituirli. Con il denaro ha però finanziato progetti sociali, per denunciare il sistema bancario: un Robin Hood dei giorni nostri? Arriverà anche un documentario interamente girato in Russia, e che farà luce sullo spietato clima di repressione imposto a chiunque si opponga al Cremlino. Si tratta di The Case, di Nina Guseva, che sarà proiettato nella serata di lunedì 15 maggio: protagonista è la storia dell’arresto del giovane attivista Konstantin Kotov, avvenuto nel contesto dell’accesa estate di proteste contro il presidente Putin quale fu quella del 2019 nella Federazione Russa.
A chiudere il cerchio, lunedì 22 maggio, sarà H2: Occupation lab di Idit Avrahami e Noam Sheizaf, che si focalizza su un'altra area del mondo tristemente nota per il conflitto che da un secolo opprime le vite di chi ci abita. Girato in Israele, vuole mostrare le condizioni in cui vivono gli abitanti di H2, parte orientale di Hebron (l'unica città palestinese con un insediamento ebraico) considerata specchio e microcosmo dell'intero conflitto, un laboratorio dei metodi di controllo che Israele sta imponendo su tutta la Cisgiordania.
Proiezione alle quali saranno anche affiancate opinioni di esperti. "Per alcune proiezioni ci sarà l’intervento di professori dell’Università di Trieste, mentre per altre l’idea è gestirla noi stessi studenti” specifica il consigliere dell’associazione Lorenzo Lavegetti. “La speranza è per un servizio di informazione e approfondimento, anche per un semplice momento di aggregazione e di scambio di vedute: in seguito al documentario, infatti, seguirà un momento di dibattito durante il quale chiunque avrà qualcosa da dire sarà libero di esprimersi e discutere con il resto della sala”.
La speranza è quella di "far rinascere l’iniziativa rilanciata lo scorso anno dopo il blocco dovuto al Covid", per renderla un incontro annuale del quale non solo la comunità studentesca ma la stessa realtà cittadina si senta parte.
Nella foto: frame di This Stolen Country of Mine di Marc Wiese
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