Disturbi alimentari: numeri stabili e cure accessibili. Martini: «presa in carico precoce rende possibile la guarigione».

Disturbi alimentari: numeri stabili e cure accessibili. Martini: «presa in carico precoce rende possibile la guarigione».

I DATI

Disturbi alimentari: numeri stabili e cure accessibili. Martini: «presa in carico precoce rende possibile la guarigione».

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 14 Mar 2025
Copertina per Disturbi alimentari: numeri stabili e cure accessibili. Martini: «presa in carico precoce rende possibile la guarigione».

In occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla, l'associazione Fenice Fvg accende i riflettori sulla diffusione precoce delle malattie e sulle nuove prospettive di cura in regione. Nuovo centro residenziale a Camino al Tagliamento.

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I numeri, invariati nel 2024 rispetto all’anno precedente. Le cure, che finalmente sono accessibili a tutti. Ma una diffusione sempre più precoce e il permanere di uno stigma che può essere combattuto solo attraverso la prevenzione e il tentativo di rovesciare una mentalità che ci vuole sempre performanti e che attribuisce a volatili canoni estetici i motivi del successo. Sabato 15 marzo, in tutta Italia, si celebra la Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare (DCA) di cui l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il disturbo da Binge-Eating sono i più conosciuti e diffusi.

La giornata, dedicata alla sensibilizzazione, all’informazione e alla riflessione su questa patologia grave che interessa oltre 3 milioni di persone in Italia e che rimane la seconda causa di morte tra gli adolescenti, verrà ricordata in regione attraverso l’Associazione Fenice Fvg che, come di consueto, organizza un evento per dimostrare il sostegno e la vicinanza a chi soffre di queste patologie e ai loro familiari ma soprattutto per lanciare un messaggio di speranza rispetto al ritorno alla vita e alla guarigione.

Quest’anno l’Associazione, attiva in tutto il territorio regionale, ha scelto Udine come luogo dove ritrovarsi. Domani, dalle 10.30 alle 12, il Salone del Popolo del Comune di Udine ospiterà i rappresentanti dell’associazione ma anche le persone che sono passate attraverso la malattia e ne sono uscite, chi sta guarendo e a chi ha ancora bisogno di aiuto. Durante la mattinata, impreziosita dalla presenza del “Copernicoro”, il coro delle studentesse e degli studenti del Liceo Scientifico Statale Niccolò Copernico di Udine, ci sarà un focus sul Progetto di Prevenzione “Corpo” portato nelle scuole secondarie di primo e secondo grado dall’Associazione grazie alla co-progettazione con la Regione Fvg e con i Dipartimenti di Prevenzione di Asufc e Asugi.

L’incontro di domani avrà però un valore aggiunto poiché sarà l’occasione per raccontare insieme ai rappresentanti della Regione e di Asufc le nuove prospettive di cura del sistema sanitario regionale, annunciando la prossima apertura del Centro Residenziale di Camino al Tagliamento, ultimo tassello mancate alla rete di cura della nostra Regione. Regione che vanta centri diurni in ogni provincia fra cui “Il Sogno”, aperto nel 2018 al secondo piano dell’Ospedale San Polo di Monfalcone. Ne abbiamo parlato con la presidente di Fenice Fvg Donatella Martini.

Partiamo dai dati: quali sono i numeri di queste patologie nella nostra regione?
Dopo il grande aumento seguente la pandemia, lo scorso anno si sono stabilizzati. Secondo l’Osservatorio del 2023, i pazienti in carico al servizio sanitario in Fvg sono circa 1200, un dato che non conteggia i circa 200 pazienti seguiti dai centri per minorenni di Udine e Palmanova e che dev’essere letto tenendo conto dei pazienti che si rivolgono al sistema privato e di quelli che non accedono alle cure a causa dello stigma che accompagna queste patologie.

Quali sono in regione le realtà cui rivolgersi?
A Monfalcone è attivo e lavora molto bene sia il servizio ambulatoriale sia il centro diurno, entrambi rivolti a minorenni e maggiorenni. L’associazione Fenice sta facendo una raccolta per rinnovare gli ambienti e rendere più gradevole il centro diurno, dove le persone possono trascorrere anche 8 ore al giorno, con i pasti assistiti e la possibilità di frequentare la scuola con la didattica a distanza e quindi, per esempio, necessitiamo di computer. Si tratta di un bel sostegno per la famiglia che, in collaborazione con l’associazione, può contare su gruppi di auto-mutuo aiuto ed educazionali per gli stessi pazienti. Sono fondamentali per liberare le emozioni con modalità diverse dal colloquio psicologico: abbiamo attivato percorsi artistici, psico-educativi, teatroterapia, yoga e mindfuldress, sulla moda come modalità di espressione.

Tra qualche mese però ci sarà un’importante novità per pazienti e famiglie…
Avere un centro residenziale in regione è stata la nostra battaglia per anni, soprattutto per mettere fine al doloroso fenomeno della mobilità sanitaria che ha interessato costretto decine e decine di pazienti e famiglie a emigrare per lunghi periodi nelle strutture già presenti in altre regioni, dal Veneto all’Emilia Romagna fino alla Sardegna. Finalmente ci siamo: a luglio aprirà il centro residenziale di Camino al Tagliamento realizzato grazie a un investimento della Regione pari a 1,5 milioni di euro e che sarà gestito direttamente dell'Asufc. La scelta è caduta su Camino al Tagliamento sia perché il numero di pazienti seguiti da Asufc è quello più importante a livello regionale sia per un vantaggio economico e logistico dato che si tratta di una struttura già esistente, precedentemente usata dall’Asp Aldo Moro, con ampi spazi e un accogliente giardino. Vi potranno essere ospitate 15 persone minorenni e maggiorenni e ci saranno tutte le figure professionali previste grazie alla collaborazione dell’ospedale di Udine: psichiatra, psicologhe, dietiste, educatori, infermieri e oss.

L’associazione invece in che ambito opera?
Da sempre ci occupiamo del sostegno alle famiglie ma dallo scorso anno siamo impegnati nella prevenzione. Anche in questo caso, grazie alla lungimiranza della Regione, abbiamo avuto dei fondi per il progetto “Corpo”, inserito nell’ambito del programma regionale “Scuole che promuovono salute”. Il principio è quello di creare una coscienza critica rispetto ai modelli proposti, dimostrando che sono falsi e irraggiungibili e dimostrando soprattutto qual è il prezzo per raggiungerli. Promuoviamo tre incontri da due ore ciascuno con delle psicologhe appositamente formate che propongono anche degli esercizi. Lo scorso anno abbiamo coinvolto 65 della Scuola Media Ascoli, dove torneremo anche quest’anno coinvolgendo 5 classi. Sono in corso di svolgimento o già calendarizzati gli incontri con tre classi dell’Isis Gregorcic di Gorizia, due classi dell’Istituto Brignoli di Gradisca d’Isonzo e 5 classi del Comprensivo Dante Alighieri di Staranzano.

Mi ha parlato di stigma ancora presente: è più forte verso le famiglie o i pazienti?
Continua non tanto verso l’anoressia quanto nei confronti del binge eating: chi si abbuffa viene visto come incapace di controllarsi. Resta la vergogna di andare in un centro perché è comunque una malattia psichiatrica e per le famiglie rimane una patologia difficile da spiegare e da spiegarsi. Nelle scuole i ragazzi sono più aperti verso la salute mentale, riescono a capire che sono malattie come le altre per cui vogliamo e dobbiamo puntare su di loro per cambiare mentalità e creare una coscienza critica. In regione l’età si sta molto abbassando, ci sono casi rilevati già nell’età della scuola primaria, a 7-8 anni e un altro dato allarmante, enfatizzato dal covid, è la comorbilità con autolesionismo, tentativi di suicidio, patologie compulsive.

Solitamente termino le interviste con l’intercalare “bene!” ma non in questo caso…
Non avrei concluso con “bene” dieci anni fa, adesso ce o possiamo permettere. Chi si ammala sa dove rivolgersi, tutte le province hanno dei centri, si è allargata la cultura dei medici di base e dei pediatri che sanno riconoscere il problema e indirizzare, si può far diagnosi precoce e questo conta molto per la guarigione. Il ritardo nella presa in carico porta alla cronicità, mentre con una diagnosi precoce il 45% dei pazienti raggiunge la guarigione e il 33% dei miglioramenti. In regione il sistema di cure è strutturato, a Monfalcone nel giro di due settimane si ottiene una prima visita per cui dire “bene” si può perché non c’è più la paura e lo smarrimento di un tempo.

Foto Mincio e dintorni. Nelle immagini in gallery, il centro diurno di Monfalcone e l'esterno del centro residenziale di Camino al Tagliamento

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