Non disturbate i 'parussui', la natura e le sue storie ad Aiello

Non disturbate i 'parussui', la natura e le sue storie ad Aiello

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Non disturbate i 'parussui', la natura e le sue storie ad Aiello

Di Ferruccio Tassin • Pubblicato il 12 Giu 2022
Copertina per Non disturbate i 'parussui', la natura e le sue storie ad Aiello

Il racconto di Ferruccio Tassin di un uccellino e della natura che parla friulano.

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Siamo ad Aiello, la “Piccola Vienna”. Lì, un tempo c’era "L’Acli", locale accanto alla canonica. Ora, è il bar gelateria di Soraia Pantaleo. Posto bellissimo, strategico per strade, dentro e fuori dell’abitato. Accanto, c’è la storia (quanto resta della chiesa di San Nicolo) e la natura; varietà di alberi, dal cipresso, ai più chiomati, perfino profumanti come i tigli. Varietà di uccelli, con accompagnamento musicale; sostenuto quello dei merli.

Puoi posare lo sguardo perfino su uno scoiattolo che sgamba rapido per traslocare da albero ad albero. Gente che se ne sta in santa pace e che beve quello che gli va. Servizio veloce.Chi ama gli animali, se osserva appena un po’, si accorge che è amore condiviso, non fosse altro pei tre cani che hanno un recinto con spazi e comodità da veri pascià. E poi, chi non è distratto e gira l’occhi senza fissità prestabilite, nota un uccelletto dalle caratteristiche arcinote.

È l’usualissimo friulano “parussul”, italiano cinciallegra, nome scientifico “Parus major”. Volo altalenante, eleganza di forme, colori non appariscenti, ma con un giallo che gli dà tono. Canto melodioso, non prodigo di note; si ripete in breve, si ripete. Preferisce luoghi senza veleni, dove abbondano gli insetti; a loro, pensa lui! Picchietta afidi sui rami; lo sorprendi con frequenti vermetti nel becco. Sa difendersi bene. Al bar Soraia è di casa; anzi, l’ha messa su la casa… nella cassetta delle lettere.

Lo vedi entrare con ritmi frequenti e rapidi, quasi da frenesia. Pause su tavoli e sedie, poi di nuovo a caccia; tutto senza fatica, con naturalezza: sa che nessuno gli rompe l’anima. Ogni tanto anche la “parussula” esce a sgranchirsi le zampe. Lui caccia a ritmi da Stakanov, lei cova; è già alla seconda covata, quest’anno. I clienti li hanno adottati, con gli occhi e forse col cuore. E la posta? Non ne soffre: un cartello colorato spiega al postino come fare. Scritto in prosa è, ma ha un che di poesia; poesia nell’anima.

A chi la conosce, richiama una fulminante poesia giapponese: Sulla corda del pozzo/ si è acceso un convolvolo/ andrò a chieder l’acqua alla vicina. In friulano, c’è una filastrocca che lo riguarda, e una poesia, per il soggetto femminile, che, per forme, non differisce molto dal maschio. L’ha scritta Pier Paolo Pasolini, nel friulano di Casarsa:

A li sièt di matina,
cui da di’n’dulà,
a ven na parussula
tal balcòn a ciantà.

A cianta belsola
ciarpìt, ciarpìt,
e po’ via pal sèil
pai pras o tan nìt.

A brila al soreli
apena levàt
e jo mi dismòuf
alegri e inseàt.

A brila la vierta
verduta cà e là,
e jo i mi la sint
tai vuès slusignà.


“Alle sette di mattina, chissà da dove, viene una cinciallegra sulla finestra a cantare. Canta soletta carpìt, ciarpit, e poi vie pel cielo, pei prati o nel dido. Brilla il sole appena levato e io mi sveglio allegro e abbagliato. Brilla la primavera, tenero verde qua e la e io me la sento scintillare nelle ossa”.

Nella traduzione, ci perde la poesia: dal ritmo alla finezza. Il parussul e la parussule no. Continuano incessanti, coi loro brevi voli ritmati di canto a perpetuare la specie dalla cassetta postale del bar Soraia di Aiello immerso nel verde di una calda primavera.

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