Disinneschi alle bombe della Transalpina riusciti, il diario degli interventi

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LE AZIONI

Disinneschi alle bombe della Transalpina riusciti, il diario degli interventi

Di Eliana Mogorovich • Pubblicato il 17 Mar 2024
Copertina per Disinneschi alle bombe della Transalpina riusciti, il diario degli interventi

Sono state 2036 le persone interessate a Nova Gorica, solo 20 gli ospiti del Comune. Ecco tutte le fasi e i commenti delle autorità. Possibili altri ritrovamenti.

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Sono circa le 12.15 quando nei due speciali centri stampa di Gorizia (in Prefettura) e Nova Gorica (nel comando dei Gasilci) vengono diffuse le immagini in diretta delle operazioni per il disinnesco della prima bomba. L’evacuazione si è svolta con tranquillità e senza problematiche particolari: su 2036 persone interessate dall’operazione per la parte slovena, sono state solo 20 quelle che, non avendo altro momentaneo ricovero, sono state ospitate nel comune di Nova Gorica. Si è trattato perlopiù di anziani e di una bambina che, a causa di un’influenza intestinale, per evitare rischi di contagio, è stata isolata con i genitori in una stanza diversa del palazzo municipale.

Poco dopo mezzogiorno, il sindaco Samo Turel avvisa la popolazione dell’imminente esplosione, che si svolge in una manciata di secondi. Subito dopo aver fatto brillare la prima bomba, l’atmosfera nella caserma dei gasilci di Sedejeva ulica è rilassata. Tutto è andato per il meglio, riferiscono nel comando di Nova Gorica: un’azione condotta secondo manuale, non resta altro che attendere mezz’ora per aprire la terra e procedere alla rimozione.

Alle 12.35 viene rimossa la seconda e già alle 12.54 suona la sirena che avvisa della conclusione delle operazioni, nonostante il breve intervallo reso necessario dall’avvistamento di un biplano che, arrivando dalla parte italiana, stava sorvolando la zona delle operazioni. Qualche minuto di interruzione delle operazioni fra la rimozione del secondo e del terzo ordigno e poi il velivolo si allontana spontaneamente.

Alle 13.04: la conclusione delle operazioni viene sancita dalla telefonata dell’alert system del Comune di Gorizia. Nel frattempo, davanti alla caserma dei Vigili del Fuoco di Nova Gorica sono rientrati tutti gli operatori coinvolti che si schierano uno a fianco all’altro per raccogliere il meritato ringraziamento del sindaco Turel e del capo della Protezione Civile nazionale Srečko Šestan: al suo indirizzo, dalle ultime file, giunge una battuta sul fatto che per festeggiare il suo compleanno non si sia accontentato di una candelina ma abbia voluto “spegnere” una bomba.

Pochi minuti e, in linea d’aria, pochi metri più distante, autorità, responsabili delle operazioni e giornalisti si ritrovano per una breve conferenza stampa sul luogo in cui si trovava l’ordigno che è stato fatto brillare: sopra le travi di legno sono ancora sistemate le balle di fieno, sotto è ben evidente il buco che è stato scavato per l’esplosione controllata. Gli altri due ordigni, disinnescati, sono già stati caricati sul camioncino che le porterà a Pivka.

Unanime la soddisfazione per l’efficienza delle operazioni. Il sindaco di Nova Gorica Samo Turel ha confermato che tutto si è svolto secondo il programma sin dal momento dell’evacuazione, forse una delle fasi più impegnative da gestire, mentre Darko Zonijč, a capo dell’Unità per la protezione dagli ordigni inesplosi, e il capo-artificiere Aljaž Leban hanno espresso la preoccupazione che questo bomba day possa non essere l’ultimo. «Dai dati in nostro possesso sappiamo che potrebbero esserci altri ordigni», ha dichiarato Leban, che ha poi spiegato come le operazioni siano state più semplici rispetto a luglio e che il buco scavato per far brillare l’ordigno sia stato meno profondo del previsto per evitare un impatto più imponente dell’esplosione.

«Come rappresentante del Governo volevo esprimere il mio ringraziamento a tutte le istituzioni per lo spirito di collaborazione dimostrato», ha esordito il prefetto di Gorizia Raffaele Ricciardi. «I Comuni, le forze di Polizia, gli artificieri, i Vigili del Fuoco: tutti hanno lavorato insieme per conseguire un risultato efficiente a dimostrazione che la collaborazione transfrontaliera funziona. La giornata di oggi può considerarsi il viatico per tutte le iniziative che le amministrazioni metteranno in campo per il 2025».

«Sapevamo che sarebbe andata bene, ma c’è sempre un margine di rischio», ha dichiarato il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna che, seguendo la scia tracciata da chi l’ha preceduto, ha citato la «grande dimostrazione di capacità dei tecnici sloveni. C’è stata subito una notevole collaborazione, con un’intesa immediata rivolta a lavorare per un unico progetto.

L’augurio è quello adesso di trovarsi, amministrazione e tecnici, davanti a un calice di vino e non più per queste emergenze, pronti a correre insieme verso la Capitale Europea della Cultura». Anche sul versante italiano non ci sono stati intoppi durante la fase di evacuazione: unico piccolo aneddoto è legato a una coppia di anziani coniugi che, contraria ad allontanarsi da casa, è stata presto convinta dal personale dell’ambulanza a spostarsi per il tempo delle operazioni alla casa di riposo Culot.

Appena concluso il briefing a cavallo del confine, i cittadini di Gorizia e Nova Gorica si sono subito riappropriati delle zone precedentemente interdette: chi per una passeggiata con l’amico a quattrozampe, chi per una breve escursione in bicicletta. La bella giornata ha permesso i disinneschi i tempi brevi e la domenica goriziana è proseguita nella totale tranquillità.

Foto Eliana Mogorovich/Matija Keber

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