L'INCONTRO
I diritti dei fanciulli spiegati ai bambini, il Club Unesco entra a scuola

Per il terzo anno consecutivo si è ripetuto l’appuntamento per riflettere sugli articoli uno e due della Convenzione
Nel giorno in cui la fine della tregua a Gaza è coincisa con la morte di 130 bambini, i referenti del Club per l’Unesco di Gorizia hanno incontrato gli alunni della quinta elementare “Galileo Galilei” di Mossa per illustrare con linguaggio semplice e vicino ai piccoli la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo. Un prezioso appuntamento che si ripete per il terzo anno consecutivo, offrendo durante la mattinata del 18 marzo occasione per riflettere sugli articoli più rilevanti della Convenzione, approvata nel 1959 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, poi revisionata nel 1989 e infine ratificata dall’Italia nel 1991.
Dopo la consegna delle copie della Convenzione - illustrate con disegni e immagini da fumetto - la neoeletta presidente Rita De Luca ha ribadito le finalità di cui si fa portavoce il Club per l’Unesco, imperniate sull’«educare alla conoscenza dei diritti del fanciullo». L’auspicio è che l’attività possa accendere «la curiosità di conoscere i diritti e i doveri, base di un vivere civile e rispettoso l’uno dell’altro».
«È un lavoro che abbiamo già svolto in altre occasioni – precisa l’ex presidente Adriano Chinni presente all’incontro – che avevo programmato in precedenza, inviando la richiesta ai referenti. Perché ogni attività da svolgere deve essere trasmessa annualmente alla Commissione nazionale e alla Federazione». La riflessione è sviluppata intorno all’articolo uno e due, il cui cuore pulsante verte sul «diritto di vivere e crescere sani, di andare a scuola, di poter esprimere le proprie opinioni e la non discriminazione per origine e religione».
Con abile parallelismo tra la Convenzione Unesco e la Costituzione della Repubblica Italiana, l’avvocato Luigi Coana si è concentrato sull’articolo tre della Costituzione, «principio fondamentale di tutti i diritti dei cittadini, prescindendo dal sesso, dalla razza, dalla lingua, dalla religione, dalle opinioni politiche e dalle condizioni personali e sociali». Una lettura resa gradevole e accattivante dagli interventi di Chinni, che ha saputo semplificare il linguaggio normativo avvicinandolo alle classi quinte. «Adriano è spettacolare – loda la maestra Eleonora Barra – perché ha un modo leggero di parlare, divertente. La nostra scuola aveva preso contatti con il Club tre anni fa, per permettere ai bambini di diventare consapevoli dei propri diritti fondamentali.
I bambini erano stati preparati in precedenza, quindi hanno potuto cogliere i vari aspetti. È stato particolarmente apprezzato il parallelismo fatto dall’avvocato Coana, che prima leggeva gli articoli della Costituzione, poi quelli della Convenzione Internazionale, illustrando nel dettaglio le norme. Si è potuto soffermare anche su casi di bambini che hanno situazioni familiari difficili, oppure che nascono e non sono voluti, spiegando il percorso che devono affrontare, oltre che le modalità di accoglienza da parte dello Stato e i loro diritti.
Essendo una classe di bambini in cui tutti hanno una famiglia, per loro era un argomento nuovo. Sapere che si possa nascere senza qualcuno alle spalle o senza essere desiderati ha aperto a spunti di riflessione stimolanti, per i bambini». Dal canto suo, l’avvocato Luigi Coana ha sottolineato come «in linea con i principi cardine della Costituzione» il trattato sui diritti d’infanzia e adolescenza tratteggi «gli aspetti e i compiti essenziali della vita dei minori, che devono essere assicurati dalla famiglia e dalla scuola». Mettendo così in luce uno Stato che possa essere garante del percorso formativo e di crescita in seno alla società, in quanto riveste «funzione fondamentale di garanzia del vivere civile, anche attraverso l’opera dei tribunali». A questi ultimi spetta il compito di salvaguardare i minori, soprattutto in caso di controversie familiari.
«I ragazzi hanno mostrato grande interesse – interviene Coana – e hanno posto diverse domande. Impegnandosi a comprendere gli articoli, si sono lasciati coinvolgere dall’attività, con la volontà di diventare consapevoli dei propri diritti, cui sono correlati anche doveri: in primis quello dello studio». Un’istruzione da consolidare nel tempo, in grado di fornire i mattoni per costruire una cittadinanza piena e consapevole.
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