BASKET
Dinamica Gorizia mette a segno una storica vittoria a Milano

A rendere più particolare il match la frangia meneghina della tifoseria. Lello Portelli, trascinatore dei sostenitori: «Se Porta Romana avesse l’Isonzo, sarebbe una piccola Gorizia».
Potente esordio in terra lombarda per la Dinamica Dinamo che sconfigge 74 a 63 la Allianz SocialOSA Milano: e questo forse anche per merito dei suoi tifosi, non solo quelli arrivati da Gorizia ma soprattutto dalla sua frangia di Porta Romana, dove da anni c’è una Sezione di tifosi della compagine goriziana.
Ma intanto, il match. La squadra di coach Tomasi ha fatto la voce grossa in casa dell’avversaria manifestando la giusta volontà di crescita come indicato e ipotizzato alla vigilia. Un mood positivo iniziato nelle ultime quattro giornate della fase regolare e proseguito nelle prime due uscite dei Play-In Gold. Non sempre premiato dalla vittoria, ma contrassegnato comunque da un netto e costante miglioramento per quanto concerne l’idea stessa di squadra.
«Siamo davvero contenti per questa vittoria – commenta Gigi Tomasi – Sia per il nostro morale sia per la consapevolezza che dopo due partite giocate con il giusto atteggiamento possiamo consolidarci e crescere. Del resto, lo stiamo non solo pensando ma dicendo da quando abbiamo avuto la conferma di partecipare a questi Play-In Gold: sfruttarli per migliorare tutti noi sotto ogni punto di vista. Il lavoro di diverse settimane sta dando i suoi frutti e adesso dobbiamo continuare su questa strada. Contro la Sangiorgese si erano già viste buone cose, al cospetto di SocialOsa siamo ulteriormente migliorati».
Il primo quarto si è rivelato difficile soprattutto per merito degli avversari. «Abbiamo sofferto all' inizio anche per le loro ottime percentuali al tiro da tre punti ma non ci siamo disuniti – spiega il coach - Poi abbiamo fatto 35 minuti di ottima difesa individuale, tenendo a pochi punti i loro principali terminali. La nostra vittoria è partita proprio dalla difesa dove tutti si sono sacrificati e si sono aiutati».
«In attacco abbiamo ancora faticato a trovare buone percentuali al tiro dalla distanza, anche se abbiamo costruito tanti buoni tiri e lavorato bene in transizione e a rimbalzo, per cui posso dire di essere complessivamente davvero soddisfatto. Se il motto è che il lavoro paga, non bisogna assolutamente accontentarsi. Dobbiamo riprendere da lunedì con ancora maggiore voglia di stare in palestra per preparare un'altra bella partita come quella casalinga contro Iseo» conclude Tomasi.
Tornando alla tifoseria in area meneghina, che la Dinamo fosse di scena a Milano non solo nessuno l’avrebbe mai detto, ma forse nemmeno pensato. A cominciare da Lello Portelli, uno dei padri putativi della Dinamo trapiantato ormai da «illo tempore» a Milano e anima anche di questa costola goriziana a Porta Romana. «Se penso a come sia nata la Dinamo, tutto questo ha dell’incredibile. Grazie alla perseveranza e alla passione di chi in questi decenni ha mantenuto vivo il sogno, siamo arrivati a giocare in quarta serie nazionale. Ha davvero dell’incredibile e per mi, Gorizian ormai da tanto tempo qui a Milan, sabato sarà motivo di vanto e orgoglio urlare “Forza Dinamo, Forza Gorizia”» aveva dichiarato Lello prima del fischio d’inizio.
Quale il senso di Porta Romana per la Dinamo Gorizia? «Direi che è più vero chiedersi quale è il senso della Dinamo per Porta Romana per quanto ne è diventata, citando “Il senso di Smilla per la neve”, parte integrante quasi per osmosi. E non potrebbe essere altrimenti se pensiamo che una spina dorsale del quartiere è il viale Sabotino, a 40 metri dal pub irlandese Pogue Mahone, uno dei locali storici della città e ritrovo dei Bagaj» prosegue Portelli.
«A fine anni Novanta, quando nasceva anche la Dinamo, abbiamo cominciato a trovarci per giocare a basket nel campetto del Liceo “Einstein” con immancabili pinte qui al pub dove all’ingresso campeggia anche la Nostra Maglia. Viale Sabotino, Monte Sabotino dove è nata la Dinamo… tutto torna. Senza dimenticare Pino Brumatti e Premier migliori guardie di sempre per sondaggio tifosi dell’Olimpia o Antonello Riva che ha chiuso la carriera a Gorizia. Dal punto di vista cestistico c’è un filo che unisce le due città».
E la passione per la Dinamo ha portato a quella per Gorizia. «Non è stato difficile accendere l’entusiasmo nei miei amici per Gorizia e il suo territorio – racconta ancora Lello - Hanno cominciato ad appoggiarmi quasi per scherzo, invece con gli anni anche grazie allo spirito Dinamo sono diventati fieri ammiratori sia della squadra sia di Gorizia. Hanno capito l’essenza un po’ “bohemienne” e del tutto particolare della Dinamo e vi ci sono calati dentro anche quando disputavamo campionati minori».
Da qui tutta una serie di aneddoti. «Penso a un derby vinto contro il Dom e, presi dall’entusiasmo, dal pub in Fiat 127 1000 special siamo venuti a far festa a Gorizia. O allo stupore dei Bagaj milanesi, cresciuti guardando su Koper le partite del campionato jugoslavo, quando hanno visto a una partita della Dinamo il telecronista loro idolo Sergio Tavcar. O quando seguendo in pub la prima volta della Dinamo al Carnera con il “canestro della carità” di Nanut scopriamo che accanto a noi c’era il padre di Zakelj che marcava proprio Nanut (tutto è finito in festa)».
«Quest’anno il gruppo ha visto la prima storica vittoria in B a Padova, le sfide con Monfalcone, Montebelluna e San Bonifacio. Quando possibile, Bagaj sempre presenti per la Dinamo». Dicono che se Milano avesse il mare sarebbe una piccola Bari. «Per quanto riguarda Porta Romana, se avesse l’Isonzo sarebbe una piccola Gorizia… Del resto noi non potremo mai essere niente altro di quello che siamo: e ci va più che bene così fino alla fine...e non è ancora finita. Forza Dinamo, Forza Gorizia!».
Foto Mauro Blazica e tifoseria Dinamo Porta Romana
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