il riconoscimento
L'amore per la cultura saudita di Diletta, premio di laurea Visintin a Gorizia

Consegnato il primo riconoscimento della Fondazione in collaborazione con l'Università di Udine, premiando il lavoro in inglese della giovane.
Si aggiunge un nuovo tassello per ricordare la figura di Roberto Visintin, formatore e appassionato di storia, venuto a mancare a soli 44 anni nel 2018. Da allora, la sua famiglia ha voluto portarne avanti la memoria con una serie di iniziative tra la natia Sagrado e i luoghi che ne hanno segnato il percorso. L’ultima iniziativa in ordine di tempo è la nascita del premio di laurea che porta il suo nome, la cui prima edizione si è svolta ieri mattina (sabato 25 maggio) nella sala minore del Kulturni dom di Gorizia.
Nato in collaborazione con l’Università di Udine e ideato dalla recentemente istituita Fondazione Roberto Visitin, il riconoscimento è stato conferito alla giovane Diletta Grapulin, da poco laureatasi in Relazioni pubbliche. A meritare il plauso della commissione è stata la tesi presentata dalla studentessa, dedicata all’approfondimento sull’Inglese come lingua franca nelle negoziazioni con l’Arabia Saudita. Il bando, infatti, è diretto a elaborati nella lingua di Shakespeare all’interno del corso di laurea ospitato nel polo di Santa Chiara.
Visintin, infatti, era madrelingue inglese, in quanto sua madre Evelyn Ann Todd - presidente della Fondazione - ha lavorato a lungo proprio nell’ateneo friulano come lettrice. Oggi, insieme al marito Marino Visintin, è impegnata per ricordare il figlio ma soprattutto per valorizzare anche altri giovani. Una di questi è proprio Diletta, che è stata seguita nell’ultima tappa universitaria triennale dal professore Nicholas Komninos. «Ha creato uno strumento di analisi nuovo e originale - ha spiegato il docente - per valutare i prodotti della ricerca dagli anni Ottanta».
«Lo studio - ha rimarcato Komninos - è piaciuto alla commissione perché ha approcciato la domanda di ricerca in modi diversi e originali». A fare i complimenti per il risultato anche Paolo Polli, membro della Fondazione, e la vicesindaca con delega all’Istruzione Chiara Gatta: «È meraviglioso quando un ragazzo viene riconosciuto tramite un premio per la validità del lavoro svolto. In città abbiamo corsi di formazione d'eccellenza, purtroppo c’è ancora lo stereotipo dei giovani svogliati ma non è così e siamo qui proprio per questo».
Dal canto suo, la premiata ha ripercorso i punti salienti del suo studio, partendo dalle origini: «Il primo anno di università ho scritto una tesina sulla cultura saudita, che ho scoperto essere di unica e affascinante, molto diversa da quelle con cui ci interfacciamo quotidianamente. Ho voluto così analizzare le pubblicazioni accademiche sulle mediazioni culturali con questo Paese e comparare l’Arabia Saudita agli Usa che sono all’opposto dell’analisi. Ho constatato che alcuni studi contribuiscono a creare stereotipi su questa cultura».
«Con la lingua inglese si possono creare ponti tra culture diverse» ha rimarcato la giovane, raccontando anche i dettagli dell’analisi seguita. «La cosa più interessante che è emersa - ha aggiunto - è che gli studiosi hanno trattato il tema delle negoziazioni interculturali sempre con quello della comunicazione non verbale. Gran parte di questi autori appartengono a culture che non sono madrelingua inglesi, servirebbero più pubblicazioni anche verso altre lingue».
Ha quindi sottolineato come il tema dei rapporti verso Riyad sia sempre più attuale, in particolare da dopo il suo ingresso nell’Organizzazione mondiale del commercio. L’auspicio è di «abbattere l’immagine stereotipata dell’Arabia Saudita. Ci sono aree di ricerca da approfondire, come le comunicazioni interculturali tra quest’area e gli europei, una sfera da trattare maggiormente anche con casi studio reali. Ciascun paese europeo ha diversi stili di negoziazione, sarebbe un oggetto di ricerca molto complesso e interessante».
Foto Mitja Di Giovanna
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