Il diario dell'artigliere Károli Hegedős tradotto in italiano: il racconto bellico da Oslavia al San Michele

Il diario dell'artigliere Károli Hegedős tradotto in italiano: il racconto bellico da Oslavia al San Michele

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Il diario dell'artigliere Károli Hegedős tradotto in italiano: il racconto bellico da Oslavia al San Michele

Di I.B. • Pubblicato il 31 Mar 2025
Copertina per Il diario dell'artigliere Károli Hegedős tradotto in italiano: il racconto bellico da Oslavia al San Michele

Il diario è stato messo a disposizione del Gruppo Speleologico Carsico dall'Università di Budapest. Corredato da fotografie e schizzi racconta del territorio abbandonato dai civili e della guerra.

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Sarà presentato sabato 5 aprile alle 20 in Casa Faidutti a Poggio Terzarmata, sede della Fondazione Roberto Visintin, il diario di un osservatore d’artiglieria ungherese che prestò servizio nella primavera ed estate del 1916 a Oslavia e sul monte San Michele.

Il diario pubblicato in doppia lingua, italiano e ungherese, è stato stampato con una collaborazione internazionale dall’associazione Gruppo Speleologico Carsico di San Martino del Carso e dalla Fondazione di Ricerca sulla Grande Guerra di Budapest. Realizzato con il fondamentale contributo della BCC Venezia Giulia, il diario si avvale del patrocinio del comune di Sagrado.

La memoria del cadetto e successivamente ufficiale ungherese, ripercorre in particolare l’azione dell’attacco con il gas del 29 giugno del 1916 sul monte San Michele e a San Martino del Carso, regalando ai lettori e agli storici particolari fino ad oggi sconosciuti di quel terribile attacco. Osservatore d’artiglieria presente nel corso dell’attacco nella posizione all’uscita della caverna dedicata al generale Lukachich nei pressi di Cima 3 del monte San Michele, ancora oggi visibile a coloro che raggiungono l’attuale zona Sacra del tragico monte.

Il diario è stato messo a disposizione del Gruppo Speleologico Carsico dal Politecnico e Università di Scienze Economiche di Budapest, proprietaria del diario dell’artigliere e architetto che fu studente presso quell’istituto e insegnante nello stesso dopo la guerra.

Corredato da numerose fotografie e schizzi realizzati dallo stesso scrittore durante la permanenza nei luoghi di combattimento ed a riposo nelle adiacenti retrovie, per lo più nelle case abbandonate da coloro che dovettero scappare a causa della guerra, descrivendo la vita quotidiana e gli orrori della guerra, le vicissitudini sul fronte dell’Isonzo e dell’altopiano di Doberdò. 

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