Quel dialogo tra cristiani e musulmani a Gorizia, «oggi servono testimoni»

Quel dialogo tra cristiani e musulmani a Gorizia, «oggi servono testimoni»

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Quel dialogo tra cristiani e musulmani a Gorizia, «oggi servono testimoni»

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 18 Apr 2024
Copertina per Quel dialogo tra cristiani e musulmani a Gorizia, «oggi servono testimoni»

Un incontro partecipato, quello di martedì scorso nella Sala Incontro di Borgo San Rocco, per parlare di dialogo e confronto tra fedi diverse.

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Un incontro partecipato, quello di martedì scorso nella Sala Incontro di Borgo San Rocco a Gorizia. Motivo cardine la presentazione del volume curato dal biblista don Santi Grasso e dell’imam Nader Akkad, in servizio alla Grande Moschea di Roma, dal titolo “Cristianesimo e Islam. Prove di dialogo per una reciproca comprensione” edito da Castelvecchi editore. «Il primo giorno Yahwè e Allah crearono il cosmo o, meglio, lo separarono, cioè distinsero la materia dal nulla - così la descrizione ufficiale del volume - Poi diedero vita all’uomo, lo misero al centro di questo progetto e lo nominarono suo custode».

«Il disegno divino coincise - si legge ancora -. L’intero racconto, dal suo incipit al primo bivio e oltre, persino lungo i sentieri del cristianesimo e dell’islamismo, è ispirato da un’unica fonte e da un unico Padre. Con questa consapevolezza, un teologo cattolico e un imam sviluppano un dialogo attorno a sette argomenti comuni – creazione, figura di Abramo, misericordia, aldilà, accoglienza, diversità, rapporto uomo-donna – dimostrando quanto gli insegnamenti di Gesù e Maometto siano vicini, anzi complementari. Come in una lunga omelia bilingue, due voci si alternano per riflettere sul senso di una Parola che, nel confronto e nelle diversità, resta unitaria».

«Un cuore misericordioso è un cuore che ha incontrato Dio», ha detto durante la serata Mohammed Hossaini, responsabile islamico di Udine, tra i vari testimoni della serata. Un testimone, di quelli che, secondo l’imam Akkad, mancano al giorno d’oggi: «Servono testimoni. Gesù era un Vangelo vivente. Il Profeta Muhammad era un Corano vivente. È questo che manca oggi: mancano testimoni». La discussione si è incentrata sulle similitudini e sui temi comuni presenti nel Corano e nella Bibbia, sottolineando i valori condivisi che uniscono anziché dividere. Un elemento chiave emerso dalla serata è stata la consapevolezza che la diversità e la molteplicità non sono ostacoli ma opportunità di arricchimento e unità.

Osservando l'eterogenea assemblea di italiani, musulmani provenienti dal Bangladesh e altri provenienti dal Medio Oriente e dall'Asia, è emerso chiaramente che il variegato tessuto dell'umanità riflette un piano divino. «Guardando l'assemblea e l'auditorium, si poteva veramente cogliere un frammento di paradiso, un riflesso di ciò che potrebbe essere la Terra se vissuta secondo il volere divino. Purtroppo, a causa di un uso distorto, conflittuale e miope delle tradizioni religiose, l'uomo spesso trasforma questo potenziale paradisiaco in un inferno interiore», così il futuro sacerdote Matteo Marega, presente alla serata.

L'incontro ha rappresentato un richiamo al potenziale di armonia in mezzo a conflitti globali e divisioni. Ha sottolineato l'importanza del dialogo e della cooperazione tra diverse comunità religiose, promuovendo la comprensione reciproca e il rispetto. «In definitiva, l'incontro ha mostrato una visione di unità sotto la legge comune di Dio, sottolineando la ricerca condivisa del bene e della compassione come auspicato sia nel Corano che nella Bibbia. Ha evidenziato il potenziale per una convivenza pacifica e collaborativa in un mondo troppo spesso dilaniato dai conflitti», così ancora Marega.

Professore di Esegesi del Nuovo Testamento presso la Facoltà Teologica del Triveneto nello Studio Teologico Interdiocesano di Gorizia-Trieste-Udine e presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Udine e Gorizia, don Santi Grasso è vicario episcopale per la cultura dell’Arcidiocesi di Gorizia e rappresentante della Cei presso la Federazione Biblica Cattolica mondiale. Ha pubblicato numerosi studi scientifici e divulgativi, di cui ricordiamo i recenti: La fragilità necessaria. Occasione o tentazione, frustrazione o redenzione? (San Paolo, 2020), Ma Dio interviene nella storia? (Città Nuova, 2022).

Nader Akkad, invece, è imam italiano, ingegnere e ricercatore nato ad Aleppo. Nel 2015 ha conseguito a Padova il master in Studi sull’Islam d’Europa promosso dal Ministero degli Interni per la formazione di imam italiani, diventando il primo imam formato nel Paese per la comunità islamica di Trieste. È membro e referente per l’Italia del Moonsighting Committee Worldwide per il calcolo Isna del calendario islamico e docente del corso “Conoscere l’Islam: culto e cultura” del centro Veritas di Trieste. È imam della moschea di Roma.

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