le analisi
Delitto Liliana Resinovich, «nessuna droga assunta prima di morire»

Le indagini sulle sostanze assunte nelle ultime ore di vita, quadro investigativo immutato.
Sono state rese note le analisi della consulenza tossicologica effettuata sul corpo di Liliana Resinovich (nella foto), la donna ritrovata senza vita nel parco di San Giovanni a Trieste. La Procura voleva analizzare se nel corpo della 63enne, che ha vissuto per diversi anni con il marito Sebastiano Visentin a Gorizia, ci fossero tracce di droghe "sia di tipo immunochimico su sangue e urine - scrive la Procura in una nota -, sia di tipo cromatografico in spettrometria di massa tandem per tutte le altre matrici biologiche. Le analisi tossicologiche immunochimiche di screening hanno dato esito negativo".
"Per aumentare la capacità d'indagine - proseguono gli inquirenti triestini - si è poi proceduto con analisi più sofisticate e a più ampio raggio di ricerca adottando metodologie di analisi in spettrometria di massa specifiche ("fangef") per centinaia di sostanze, in modo da avere la massima sensibilità. Si è potuto così rilevare la presenza di sostanze che il soggetto aveva assunto durante un pasto, presumibilmente la colazione (caffeina e teobromina, uvette) e che avesse assunto verosimilmente qualche multivitaminico (sostanze appartenenti al complesso della vitamina 86), e un'aspirina e una tachipirina, di cui tracce sono state ritrovate solo nelle urine".
"Una metodica specifica in LC-MS/MS per la ricerca e la determinazione di particolari sostanze sintetiche (Nuove sostanze psicoattive), la cui tossicità è associata a basse concentrazioni, ha dato pure esito negativo. ln conclusione, Ie determinazioni tossicologiche sulle diverse matrici biologiche consegnate al laboratorio non dimostrano assunzione di sostanze xenobiotiche, droghe e farmaci, che possano aver cagionato il decesso del soggefto né concentrazioni che possano aver concorso ad uno stato psicofisico alterato incosciente". Il quadro investigativo, quindi, non risulta mutato.
"Proseguono comunque le ulteriori attività d'indagine affidate da questo Ufficio alla Squadra Mobile della Questura di Trieste ed alle competenti articolazioni scientifiche della Polizia" conclude la nota firmata dal procuratore Antonio De Nicolo.
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