La decisione del Consiglio di Stato, riaprono i Centri islamici a Monfalcone

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La decisione del Consiglio di Stato, riaprono i Centri islamici a Monfalcone

Di Ivan Bianchi e Salvatore Ferrara • Pubblicato il 29 Feb 2024
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I giudici hanno deciso oggi, accogliendo la richiesta di sospensiva alla vigilia della preghiera del venerdì. Il presidente del Darus Salaam Konate: «Noi aperti al dialogo».

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La decisione

Una soluzione “salomonica”: il Consiglio di Stato ha accolto oggi il ricorso che era stato presentato contro la decisione del Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Friuli Venezia Giulia di rigettare la richiesta di sospensiva delle ordinanze del Comune di Monfalcone.

Il commento dei centri

«Sono molto felice perché il Consiglio di Stato ha accolto la nostra richiesta e potremo tornare a pregare in entrambi i centri culturali», così il presidente del Darus Salaam, Bou Konate. Se non domani, già nei prossimi giorni previo accorso con il Comune sulla questione del Sovraffollamento, ribadisce il Consiglio di Stato, così nel decreto firmato dal presidente Carlo Saltelli.

Decisione che arriva alla vigilia del venerdì, il giorno della preghiera. «Ora – prosegue Konate – dovremo concordare assieme al Comune il numero massimo di persone che potranno accedere a entrambi i centri». Va ricordato che la richiesta di sospensiva era stata presentata dai Centri culturali islamici di via don Fanin e via Duca d’Aosta contro le ordinanze del Comune di Monfalcone che ritenevano la destinazione d’uso direzionale e commerciale non consona all’utilizzo come luogo di preghiera.

«La direzione è chiara», ribadisce un Konate senza troppi trionfalismi, «ma qualcuno ci ha fatto un torto che poteva non essere commesso. Noi siamo aperti al dialogo per il bene della città», conclude.

Il decreto nello specifico

Il Consiglio di Stato si è pronunciato accogliendo provvisoriamente la sospensiva richiesta dai Centri islamici cittadini. Si “ribalta” dunque quanto deciso dal Tar del Fvg, sede giudiziale nella quale comunque resta in piedi il ricorso di merito rispetto alla questione.  «Il Presidente Carlo Saltelli della Seconda Sezione del Consiglio di Stato – scrive il legale - muovendo dall’ordinanza cautelare del Tar del Fvg, la numero 14 ha accolto la domanda di decreto “inaudita altera parte” proposta dall’associazione».

Il Consiglio di Stato, sotto un primo profilo, richiama, infatti, l’ordinanza cautelare del giudice di primo grado laddove ha ritenuto sussistere “il fumus del ricorso”.

«Il Tar – prosegue Latorraca - lo si rammenta nella propria ordinanza, aveva affermato che l’uso dell’immobile per il culto non appariva vietato dalle previsioni del piano regolatore comunale e che il Comune non aveva dimostrato vi fosse un cambio di destinazione d’uso tale da incidere sul carico urbanistico, aggiungendo che la contestata violazione delle norme in materia di sicurezza non rientra tra le finalità del provvedimento di repressione dei pretesi abusi edilizi».


Il legale dei Centri analizza poi un altro profilo. «Il Presidente della Seconda Sezione ha affermato che le argomentazioni poste a fondamento dell’istanza di misure cautelari monocratiche appaiono non implausibilmente integrare il requisito dell’estrema gravità ed urgenza tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio, essendo in discussione delicate questioni in tema di libertà di culto e stante l’approssimarsi del periodo del Ramadam», con la precisazione che «dovranno essere adottate, previo leale confronto tra le parti, tutte le iniziative e le misure adeguate e idonee ad evitare ogni possibile pericolo alla incolumità delle persone e delle cose». La Camera di Consiglio per la conferma da parte del Collegio della misura monocratica è stata fissata per il prossimo 19 marzo.

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