Darus Salaam tra Consiglio di Stato e Tar, Moretti: «Bergantini presidente di tutti, eviti giudizi politici»

Darus Salaam tra Consiglio di Stato e Tar, Moretti: «Bergantini presidente di tutti, eviti giudizi politici»

IL BOTTA E RISPOSTA

Darus Salaam tra Consiglio di Stato e Tar, Moretti: «Bergantini presidente di tutti, eviti giudizi politici»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 13 Mag 2025
Copertina per Darus Salaam tra Consiglio di Stato e Tar, Moretti: «Bergantini presidente di tutti, eviti giudizi politici»

La replica del presidente d’Aula, «Non è stato un posizionamento politico ma un richiamo ai nostri principi».

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Dopo l’intervento del neo Presidente del Consiglio Comunale di Monfalcone Gabriele Bergantini secondo il quale – visto anche il nuovo contesto delineatosi con la vicenda dei ricorsi al Tar scaturiti a seguito della procedura di acquisizione del Darus Salaam di via Duca d’Aosta avanzata dall’amministrazione comunale tramite un’ordinanza tecnica dell’Ufficio Urbanistica - «non è accettabile trasformare l’applicazione delle norme che l’Ente tutela, come un pretesto per sferrare attacchi politici», interviene ora il consigliere comunale e regionale del Pd, Diego Moretti.

«Al presidente del Consiglio Comunale Bergantini ricordo che egli è sempre il presidente di tutti: questo non significa che non può esprimere il proprio pensiero, ma almeno ci eviti il giudizio politico sulle posizioni altrui – sono le parole del dem - il rispetto della legalità che egli cita a proposito della sentenza del Consiglio di Stato sta certamente al Centro Culturale Darus, ma anche alla stessa Amministrazione Comunale in quanto lo stesso Consiglio di Stato non può in alcun modo ostacolare il diritto costituzionale alla preghiera collettiva e ad avere un luogo di culto».

«Guai se il sindaco, anziché costruire occasioni di dialogo continuo e attivare un tavolo di confronto permanente con le comunità islamiche presenti in città, pensi di scaricare sulle comunità e sui comuni vicini la propria non volontà o incapacità di risolvere una questione che rischia seriamente di compromettere la coesione sociale cittadina. Il rispetto della legalità non c’entra nulla: questo vale per tutti, italiani o stranieri che siano, cittadini, associazioni o enti» conclude il consigliere di minoranza. A stretto giro risponde Bergantini che invita a non considerare come un attacco politico il suo intervento. «Mi sono inserito nel dibattito politico e pubblico perché a tutto c’è un limite – dichiara – il mio è stato un richiamo rivolto a tutti per riflettere sulla portata dell’interesse generale rispetto alla questione. Ci deve essere una misura anche nel dibattito pubblico dal momento in cui esistono sentenze definitive su irregolarità chiaramente dimostrate».

«Dove c’è un abuso accertato vi è di conseguenza una lesione di diritti e libertà di altri cittadini – continua - il mio richiamo è volto riflettere su questo. Ci deve essere un limite alla legittima dialettica politica, che è quello del rispetto della legge e delle sentenze definitive. Siamo in democrazia e senza regole uguali per tutti questa non può funzionare, è il principio base della nostra Costituzione e mi stupisco come qualcuno mi stia attaccando per averlo affermato. Non è un posizionamento politico, è un richiamo ai nostri principi». Quindi, secondo il presidente d’Aula, le opposizioni non possono appoggiare tesi in contrasto con quanto stabilito dalla legge. «Quanto accertato dal Consiglio di Stato si basa su norme tutelate dalla Costituzione – conclude – ed il mio dovere è anche quello di pormi a difesa dell’Ente inteso come macchina amministrativa che lavora per la legalità e per l’interesse collettivo».

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