IL DECRETO
Darus Salaam al Comune, respinta dal Consiglio di Stato la richiesta di sospensiva immediata

Sulla legittimità dell’acquisizione dell’immobile interverrà l’udienza collegiale prevista per il 26 agosto. Cisint richiama il rispetto del Piano Regolatore. «Acquisizione forzosa» per i Progressisti.
La richiesta urgente di sospensiva immediata del provvedimento di acquisizione dell’immobile del Centro Islamico Darus Salaam entrato nel patrimonio dei beni del Comune di Monfalcone, è stata respinta temporaneamente dalla presidenza del Consiglio di Stato con un decreto ad hoc. La Corte si riunirà collegialmente il prossimo 26 agosto per la decisione definitiva. Per ora quindi, non si è entrati nel merito della sospensiva e non viene accolto il ricorso dei vertici del Centro di via Duca d’Aosta decisi a voler far bloccare il provvedimento. Va detto che il mese scorso – con sentenza - anche il Tar si è già espresso negativamente sulla questione.
Secondo il decreto non ci sarebbero rischi di «danno grave e irreparabile». Al momento non c’è nessun commento su questa fase da parte della comunità islamica facente capo al Darus Salaam. Secondo fonti accreditate «c’è attesa e fiducia per le decisioni dei magistrati». Soddisfazione viene espressa dall’europarlamentare Anna Maria Cisint che si pone a difesa del Piano Regolatore Comunale. «Il Comune proseguirà con determinazione nella difesa della legalità urbanistica e nella tutela dell’interesse pubblico – dichiara il consigliere incaricato alla lotta all’islamizzazione e europarlamentare Anna Maria Cisint. Ogni azione intrapresa è stata ed è improntata al pieno rispetto delle norme italiane, nell’ottica di garantire la sicurezza, il decoro e l’uso corretto degli immobili sul territorio comunale».
Sulla questione, nei giorni scorsi sono intervenuti con una nota anche i Progressisti per Monfalcone giudicando l’acquisizione del Comune «forzosa» e rilevando «una eccessiva superficialità ed una colpevole mancanza di analisi della situazione nella sua interezza». «L'immagine che ne scaturisce non è edificante e non è quella di un buon amministratore che dovrebbe cercare l'armonia sociale – continua la nota - ci sembra che la principale preoccupazione sia cercare la vittoria a livello dialettico. «Non riteniamo ci siano precedenti di un’amministrazione comunale che sia riuscita, insistendo e cavillando sull'utilizzo di un bene (utilizzo peraltro oggetto di pareri discordanti da parte degli stessi tribunali) a strappare lo stesso bene ad una comunità di immigrati per motivi che hanno chiaramente radici ideologiche e politiche. Non crediamo esistano precedenti del genere e la gravità di questo episodio risiede anche nel fatto di costituire ora esso stesso un precedente».
«È necessario non smettere mai di denunciare l'efferatezza delle scelte di questa Amministrazione che ha scelto sempre la strada più bellicosa, nell'intento di portare il conflitto alle estreme conseguenze, cavalcando come sempre l'onda populista e demagogica – continua la nota - non si deve rendere tutto questo banale perché l'intera vicenda non è nata per fare il bene della comunità, ma soltanto per pubblicizzare una repressione che ad arte si è voluta vendere come contrasto ad una presunta ed inesistente "minaccia islamica”, a fini della mera propaganda politica». «Non dimentichiamo che questo è stato voluto da chi non ha scrupoli a causare sofferenze ad una intera comunità per ragioni di propaganda elettorale – concludono i Progressisti - anche chi non ama particolarmente la comunità islamica si dovrebbe interrogare sulla capacità di alcuni di fare del male, e di ridurlo a qualcosa di banale. La banalizzazione del male».
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Occhiello
Notizia 1 sezione

Occhiello
Notizia 2 sezione
