Danni alle radici e alberi «sacrificati»: i lavori di bonifica bellica al Parco Basaglia nel mirino di Legambiente

Danni alle radici e alberi «sacrificati»: i lavori di bonifica bellica al Parco Basaglia nel mirino di Legambiente

LA SITUAZIONE

Danni alle radici e alberi «sacrificati»: i lavori di bonifica bellica al Parco Basaglia nel mirino di Legambiente

Di Federico De Giovannini • Pubblicato il 06 Mag 2025
Copertina per Danni alle radici e alberi «sacrificati»: i lavori di bonifica bellica al Parco Basaglia nel mirino di Legambiente

I membri del circolo di Gorizia denunciano gli effetti dannosi degli scavi all’apparato di molte piante e l’impatto negativo sull’area, «importante sito di biodiversità urbana».

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Un intervento di bonifica da residui bellici dell’area verde del Parco Basaglia che si sta trasformando in un «ecocidio»: è questo ciò su cui il circolo goriziano di Legambiente ha voluto concentrare l’attenzione nella mattinata di ieri. Tramite una presentazione aperta alla cittadinanza, svoltasi dinanzi alla palazzina all’ingresso del complesso di via Vittorio Veneto, soci ed esperti del territorio hanno esposto i loro motivi di sdegno e le richieste agli enti responsabili riguardo le modalità di svolgimento dei lavori sopra citati, effettuati dalla ditta G.A.P. Service Srl e propedeutici alla realizzazione del primo lotto del progetto di rigenerazione urbana in chiave storico e culturale dell’area.

Interventi che, come riporta il comunicato sottoscritto dai soci del circolo all’assemblea del 22 aprile, «stanno di fatto stravolgendo le caratteristiche dello storico e ampio parco, minandone la sua stessa sopravvivenza». Gli scavi hanno infatti «manomesso in gran parte il terreno vegetale» e «reciso l’apparato radicale di molti alberi secolari» per la loro estensione sia in profondità che in superficie: proprio nella fascia superficiale di terreno, entro i primi 30 centimetri di profondità, passa una grande parte dell’apparato radicale di alberi e piante, In aggiunta a ciò, «alcuni alberi per i quali risultavano prescritte precise opere di manutenzione sono stati abbattuti in quanto divenuti pericolosi».

Una serie di azioni che ha compromesso l’equilibrio «di un parco del quale la natura si è reimpossessata nel corso del tempo, facendolo diventare hotspot di biodiversità»: queste le parole della presidente di Legambiente Gorizia Anna Maria Tomasich. Numerose sono state le segnalazioni a riguardo ricevute dall’associazione a riguardo da parte di numerosi abitanti della zona e utenti degli ambulatori; alcuni cittadini hanno anche denunciato «l’impossibilità di rivolgersi a un qualsivoglia ente competente per far presente la situazione».

Un altro punto da sottolineare riguarda la questione degli alberi monumentali: ne ha parlato nel dettaglio Giancarlo Stasi, socio di Legambiente, riportando come «il Masterplan in cui rientra l’intervento di bonifica non rilevi la presenza di alberi monumentali all’interno del Parco Basaglia nonostante le quattro segnalazioni effettuate da Legambiente ai proprietari riguardo piante che per le loro caratteristiche andrebbero inserite nell’elenco regionale». A tutelarle vi sarebbero i documenti prodotti dalla Regione Autonoma Fvg con le linee guide sulla gestione degli alberi monumentali, i quali «stabiliscono il divieto di arrecare danni a tali piante e di apportare modifiche al terreno nel raggio di 20 metri dal tronco».

Il Parco Basaglia rappresenta un pool di biodiversità anche a livello di “piccole” specie: proprio al suo interno, infatti, hanno preso dimora anche delle orchidee spontanee, oggetto di interesse in tempi recenti da parte del progetto di educazione ambientale rivolto alle scuole “Quadri di Natura”. L’iniziativa prosegue da due anni ma, come ha commentato la curatrice Sonia Kucler, «rischia di essere decapitata dagli attuali lavori». «Le orchidee spontanee sono una scoperta importante – così Kucler - in quanto si tratta di vere rarità all’interno di un ambito urbano e hanno ricevuto anche l’attenzione di esperti botanici dell’Università di Udine». L’area in cui si trovano, ha rievocato la curatrice del progetto, era già stata interessata da un tentativo del Comune di Gorizia di trasformarla in parcheggio, fermato «grazie alla “lotta” di cittadini e studenti dell'istituto Brignoli e all’impegno dell’assessore Patrizia Artico»: resta però necessario vigilare ancora su di essa e sul suo destino, nella speranza che «le isole di biodiversità nate in Parco Basaglia vengano tutelate e non asfaltate».

I membri Legambiente hanno infine ricordato che «a seguito dell’elaborazione del Masterplan per la “rigenerazione urbana” del Parco ci siamo subito attivati presso le diverse autorità competenti per fornire il nostro know how», eppure «a oggi non è stato ancora possibile prendere visione del progetto esecutivo dell’opera, anche al fine di valutare eventuali responsabilità delle diverse parti in causa». La loro richiesta alla Direzione Patrimonio della Regione Fvg è dunque quella di «interrompere tali interventi che appaiono fuori controllo, non prima di aver sanato le ferite arrecate all’apparato radicale degli alberi e ripristinato correttamente il terreno vegetale, facendo eseguire quanto necessario da operatori esperti».

A ciò il circolo goriziano aggiunge le necessità di maggior monitoraggio e trasparenza, nonché di richiedere una consulenza al Servizio Biodiversità della Regione prima di cominciare interventi del genere. «Da una parte si promuovono determinate iniziative di cambiamento culturale e di consapevolezza del valore della salvaguardia del verde urbano e forestale dinanzi alla crisi climatica, ma poi nei fatti questa nuova “cultura del verde” non viene recepita dalle amministrazioni e dagli enti», è stato il calzante commento di Renato La Rosa, referente regionale Legambiente per le infrastrutture verdi, in chiusura alla conferenza.

In copertina: Foto Legambiente Gorizia 

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