Il caso
Dà in escandescenza e sfonda una porta: paura al Pronto soccorso di Monfalcone

Non è il primo caso in città, dove la struttura raggiunge i 40mila accessi annui. Politica unanime, «attivare presidio di polizia».
Una domenica mattina movimentata, quella che gli operatori del Pronto Soccorso di Monfalcone hanno passato ieri. A denunciarlo sono il Segretario Generale UIL FPL FVG, Stefano Bressan, e il Segretario Nursind FVG, Luca Petruz. Nello specifico, un uomo con problemi psichici ha dato in escandescenza mostrando violenza verso gli operatori e verso la struttura. “La furia di un utente è stata inarrestabile, talmente era la situazione di gravità ed aggressività da portare l’uomo a rompere una porta”, raccontano i sindacalisti
“In modo gratuito ed inaudito, l’episodio ha preoccupato gli altri utenti ed il personale: per fortuna nessun danno grave alle persone. Non c’è stato il tempo dell’arrivo elle forze dell’ordine e la situazione è comunque molto preoccupante”.
Il numero degli utenti del Pronto soccorso monfalconese, come ribadisce la nota congiunta, è di oltre 40mila persone l’anno, “non così lontano del numero delle accettazioni degli ospedali hub della Regione soprattutto se si considera il numero e le attività del personale dedicato a questo servizio. Gli infermieri attualmente presenti sono 32 e rispondono alle necessità del Pronto soccorso, dell’ambulanza, dei posti letto di medicina d’urgenza e degli utenti in osservazione breve intensiva. Troppo pochi per garantire sicurezza e rispondere in questi gravi casi di aggressività e violenza”.
La richiesta che viene lanciata è quella di attivare una guardia così come è stata attivata per l’ospedale di Cattinara oltre che “la copertura assicurativa agli operatori contro questi fatti sia per danni personali che per danni alle cose a oggi non garantita dall’azienda sanitaria”.
Richieste condivise dal dem Diego Moretti, consigliere regionale: “Sotto organico da tempo, e già in passato in balia di intemperanze di qualche cittadino, gli operatori del pronto soccorso di Monfalcone non possono essere abbandonati a loro stessi in queste condizioni. Quanto accaduto ancora una volta è inaccettabile per chi lavora e per i pazienti, e deve far riflettere sulle difficoltà del sistema”, ribadisce Moretti.
“Non si può far finta di nulla, la situazione di crisi va gestita diversamente, a partire dal personale, per evitare l'esasperazione in primis di medici, infermieri e operatori. Nel caso specifico – continua Moretti – il pronto soccorso di Monfalcone deve poter aumentare il proprio personale superando il blocco assunzionale vigente. Credo sia ormai non più rinviabile la previsione di un posto fisso della Polizia di Stato, a tutela dei lavoratori e della struttura sanitaria di San Polo”.
Solidarietà è arrivata anche dal sindaco, Anna Maria Cisint. “Esprimo grande solidarietà nei confronti del personale sanitario e sottolineo la necessità urgente affinché ovunque e a Monfalcone in particolare, data la sua complessità, si assumano opportune misure di sicurezza. Propongo all’Azienda Sanitaria di prevedere la presenza fisica di personale preposto alla sicurezza, attraverso l’attivazione di un servizio di vigilanza privata, e di provvedere, sia all’interno dei locali del Pronto Soccorso che della Guardia Medica, all’installazione di un pulsante di sicurezza collegato direttamente con le Forze dell’Ordine, in modo da garantire un tempestivo intervento in caso di necessità”, così Cisint.
“Abbiamo infatti già avuto modo di constatare che lo strumento del pulsante di sicurezza, che abbiamo fatto installare negli ambulatori di proprietà comunale, funziona e rappresenta un presidio fondamentale per tutelare la sicurezza dei cittadini e del personale sanitario”, conclude.

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