Il cuore della sceneggiatura batte a Gorizia, prosegue il programma dell’Amidei

Il cuore della sceneggiatura batte a Gorizia, prosegue il programma dell’Amidei

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Il cuore della sceneggiatura batte a Gorizia, prosegue il programma dell’Amidei

Di I.B. • Pubblicato il 21 Lug 2025
Copertina per Il cuore della sceneggiatura batte a Gorizia, prosegue il programma dell’Amidei

Dal neorealismo ai confini d’Europa, tra omaggi, premi e serie evento: la 44ª edizione del 'Sergio Amidei' accende il dibattito culturale a cavallo tra cinema, memoria e attualità.

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È una città che si trasforma in set, aula e memoria condivisa quella che accoglie fino al 23 luglio la 44ª edizione del Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura “Sergio Amidei”. Un’edizione che assume un valore ancora più significativo nell’anno di GO!2025, Capitale Europea della Cultura, unendo idealmente Gorizia e Nova Gorica in un unico palcoscenico artistico e civile.

Dal cuore pulsante di piazza Vittoria alle sale del Kinemax, passando per la Mediateca “Ugo Casiraghi” e l’elegante Parco del Palazzo Coronini Cronberg, ogni angolo della città diventa contenitore e contenuto di riflessioni, visioni e linguaggi della settima arte. Intitolato a uno dei padri fondatori del Neorealismo, il Premio Amidei ribadisce la centralità della scrittura cinematografica non solo come motore creativo, ma come strumento di lettura del reale. Un’eredità, quella di Sergio Amidei, che continua a ispirare generazioni di sceneggiatori, grazie anche al lavoro dell’Associazione culturale che ne porta il nome, assieme a Palazzo del Cinema/Hiša Filma, al DAMS dell’Università di Udine e con il sostegno del Comune, della Regione e del Ministero della Cultura.

Tra i protagonisti dell’edizione in corso figurano volti e penne di primo piano come Stefano Bises, Davide Serino, Doriana Leondeff e Giulia Barini, impegnati in tavole rotonde, dialoghi con il pubblico e incontri formativi che mettono al centro l’artigianato della scrittura, in ogni sua declinazione.

Tra le sezioni più seguite figura Scritture seriali, che quest’anno dedica una maratona e un confronto critico alla serie evento M – Il figlio del secolo, diretta da Joe Wright e tratta dal romanzo Premio Strega di Antonio Scurati. Un'opera che, con Luca Marinelli protagonista, ha saputo raccontare l’ascesa del fascismo con una potenza visiva e narrativa tale da conquistare pubblico e critica. La visione integrale della serie è accompagnata da un incontro con gli sceneggiatori Bises e Serino, affiancati da Eleonora Degrassi, Gian Paolo Polesini e Steven Stergar.

Ma il Premio guarda anche alla contemporaneità europea con la sezione speciale Neuropatie: il cinema e la cura dei traumi del corpo europeo, curata da Eleonora de Majo e Simone Venturini. Qui il cinema diventa lente e balsamo, riflettendo sulle ferite storiche e sulle nuove frontiere – visibili e invisibili – che attraversano l’Europa. Tra i film proposti in questa cornice: No Other Land, Io sto con la sposa, La mia classe, Lirica Ucraina e Fiume o morte!, in un confronto diretto con i registi ospiti.

Le proiezioni serali al Parco Coronini si aprono con i cortometraggi del progetto “MAR – Memorie Animate di una Regione”, realizzati da giovani studenti, e si concludono con film che hanno segnato la recente stagione cinematografica. Tra questi Le assaggiatrici, scritto da Silvio Soldini con un team di sceneggiatrici tra cui Doriana Leondeff, e Vittoria, toccante storia di maternità e riscatto diretta da Cassigoli e Kauffman.

Grande attenzione anche alle opere finaliste del Premio Internazionale alla Migliore Sceneggiatura, selezionate da una giuria composta da nomi illustri del cinema italiano, tra cui Francesco Munzi, Francesco Bruni, Marco Risi, Marco Pettenello e l’attrice Giovanna Ralli. In programma Bird di Andrea Arnold e l’italiano Vittoria, insieme ad altri cinque titoli provenienti da Italia, Francia e Regno Unito.

La sezione Visti e rivisti, curata dal critico Paolo Mereghetti, propone invece riflessioni sui remake come strumenti per leggere l’attualità attraverso il cinema del passato. In cartellone Il caso Belle Steiner con il suo originale del 1961 La morte di Belle, e accoppiate classiche come La signora del venerdì (1940) e Prima pagina (1974).

Uno dei momenti più sentiti è stato senza dubbio la consegna del Premio alla Cultura Cinematografica, assegnato quest’anno non a una singola figura, ma a una realtà collettiva che da oltre trent’anni rappresenta un faro per la critica italiana: la rivista Film TV. A ritirare il riconoscimento al Parco Coronini sono stati il direttore Giulio Sangiorgio e la giornalista Ilaria Feole, protagonisti di un incontro col pubblico nel pomeriggio. «Per la sua competenza, la sua passione, per il rigore militante che tiene insieme carta stampata e visione critica» – recita la motivazione letta da Paolo Mereghetti – «Film TV rappresenta una voce autorevole e necessaria, che resiste al digitale effimero, offrendo ogni settimana una bussola ai cinefili di tutta Italia».

Nel centenario della nascita di Nanni Loy, uno dei primi giurati del Premio Amidei sin dalla prima edizione del 1981, la rassegna dedica un percorso nella sua ampia produzione di regista e autore televisivo, curato da Steven Stergar. Film come Le quattro giornate di Napoli e Café Express riportano sul grande schermo l’ironia e l’impegno civile di un maestro del racconto popolare, capace di usare il mezzo televisivo e cinematografico per interrogare e divertire.

Il Premio Amidei è più di una rassegna: è un progetto culturale articolato, costruito grazie alla collaborazione tra enti, istituzioni e università. Organizzato dall’Associazione culturale “Sergio Amidei” assieme a Palazzo del Cinema / Hiša Filma, al DAMS dell’Università di Udine e sostenuto dal Comune di Gorizia, dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dal Ministero della Cultura e da numerosi partner territoriali, il Premio conferma Gorizia come laboratorio vivo della cultura cinematografica europea. E mentre si avvicina la serata conclusiva, con l’assegnazione del riconoscimento alla migliore sceneggiatura dell’anno, il “Sergio Amidei” continua a rinnovarsi come spazio in cui la scrittura per immagini torna al centro della riflessione artistica, etica e sociale. In una città che, come il cinema, sa tenere insieme passato e futuro.

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