Partiti da Gorizia per costruire una nuova Europa, l'avventura nei Balcani

Partiti da Gorizia per costruire una nuova Europa, l'avventura nei Balcani

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Partiti da Gorizia per costruire una nuova Europa, l'avventura nei Balcani

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 18 Set 2021
Copertina per Partiti da Gorizia per costruire una nuova Europa, l'avventura nei Balcani

Una trentina di persone ha risalito la penisola, scoprendo gli orrori della storia. Viaggio nella memoria collettiva.

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È stato un viaggio all’interno non solo della storia, ma anche dell’animo umano, quello che ha visto protagonista l’associazione Adriatic GreenNet di Gorizia nei giorni scorsi. Lo ha fatto entrando nel profondo di quei Balcani martoriati dai conflitti, dai drammi delle guerre mondiali a quelli che si sono alternati a cavallo dello scorso e nuovo secolo. Il tutto nella cornice del progetto Eufree, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito di European remembrance, che ha permesso a 32 partecipanti di visitare alcuni luoghi simbolo della penisola.

“L’idea è nata in collaborazione con alcune associazioni conosciute in questi anni” spiega il presidente del sodalizio, Corrado Altran, che dal 2011 coordina campi di volontariato internazionale nonché la rete di piccoli comuni “I care for Europe”. Da qui, è cresciuta la volontà di guardare a una storia il più comune possibile del Vecchio Continente, tenendo conto delle diverse visioni: “Siamo partiti dal confronto dei diversi testi scolastici di Italia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Herzegovina e Serbia con un gruppo di esperti dei diversi Paesi” e coordinato da Vjeran Pavlaković.

Il risultato finale è stato così presentato a Belgrado nel corso dell'itinerario, il secondo da quando è iniziato il progetto, seguito da una conferenza-workshop su cos’è andato storto o meno dopo il crollo del Muro di Berlino. Proprio dalla capitale serba è partita poi la risalita fino a Trieste, alla scoperta degli orrori consumatisi a Vukovar, Jasenovac, Zagabria, Rab, Fiume e Lipa, fino appunto alla città giuliana: “Abbiamo commemorato le vittime civili dei massacri, per ragionare sulle linee guida che produrremo alla fine, per insegnare la storia tenendo contro dell’altro”.

Un percorso che deve “specificare sempre le responsabilità individuali, distinguendo dalle vicende collettive. Dobbiamo smetterla di parlare in generale di categorie che per noi non esistono, anche perché a volte sei vittima e a volte carnefice”. Altran sottolinea anche le strumentalizzazioni nazionalistiche fatte nel tempo di questi capitoli, “come pure abbiamo scoperto che - in alcuni Paesi - i programmi scolastici di storia vengono approvati dai parlamenti”. Il gruppo di lavoro vuole quindi integrare queste pagine, guardando anche a come le singole realtà parlano del proprio passato.

L’Italia non è da meno, “con i libri concentrarti sull’immagine di brava gente, quasi a dimostrare che solo i nazisti erano cattivi ma parlando molto poco dell’invasione della Jugoslavia e degli episodi criminali commessi”. In questo viaggio, Adriatic GreenNe è stata accompagnata da diverse realtà sparse tra Nordest e Balcani: dalle Donne in nero di Belgrado - che ancora oggi vivono sotto scorta - all’associazione L'educazione costruisce la Bosnia-Herzegovina (OGBH), con il dipartimento degli Studi culturali dell’Università di Filosofia di Rijeka e l'associazione Inicijativa Kulturalnih Studija (Iks).

Presenti anche il Kinoatelje, Anpi di Monfalcone e l’associazione di teatro civile Civil Words. Insieme a loro, si guarderà anche al terzo evento, dedicato all’Europa di oggi, con l’obiettivo di implementare la Dichiarazione dei diritti del cittadino europeo a partire dal tema dell’istruzione. Nella primavera del prossimo anno, ci sarà quindi un nuovo viaggio fino a Sarajevo, Tuzla e Srebrenica, scegliendo poi i temi della Carta dei Diritti fondamentali su cui lavorare a livello locale. La chiusura dei lavori avverrà nel febbraio 2023 con appuntamenti tra Trieste, Gorizia e Nova Gorica.

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