«Culture non possono predominare sulle norme», Meloni sul Caso Monfalcone

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«Culture non possono predominare sulle norme», Meloni sul Caso Monfalcone

Di Redazione • Pubblicato il 04 Gen 2024
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La presidente del Consiglio ha replicato alla domanda sulla situazione in città nella conferenza stampa di fine anno: «Fa fede la nazione nella quale si vive».

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C’è stato spazio anche per il “caso Monfalcone” nella conferenza stampa di Giorgia Meloni di fine anno. L’appuntamento con la stampa della presidente del Consiglio, posticipato a oggi rispetto alla fine del 2023, ha permesso alla giornalista Elisa Saltarelli, direttrice di Prima Pagina, di interrogare la capo del governo sulla situazione nella città, ricordando che “il sindaco lamenta da tempo una situazione di forte tensione, perché oltre il 34% della popolazione è di fede musulmana”, parlando anche di “difficoltà di coabitazione”.

“Il tema - ha commentato Meloni - non è legato al fatto che ci siano persone che provengono da un’altra cultura e che vivono da noi. Il tema è che, sul piano delle norme, fa fede la nazione nella quale si vive”. Da qui, il concetto per cui la propria cultura non deve avere la prevalenza sull’aspetto giuridico, tantomeno per giustificare comportamenti “come picchiare le donne. Su questo dobbiamo essere molto fermi. È una scelta libera quella di vivere qui e tutte le culture portano valore aggiunto, ma non possono essere predominanti su norme dello Stato italiano”.

Per la premier, queste “si rispettano se si sceglie di vivere in Italia”. Da piazza della Repubblica è arrivata la reazione della stessa Anna Maria Cisint: “Mi sento di esprimere il ringraziamento alla presidente del Consiglio Meloni che, chiamata nella conferenza stampa di oggi a rispondere sul caso Monfalcone, ha saputo rappresentare e appoggiare il senso della battaglia che sto portando avanti per il contrasto al processo di islamizzazione in atto che pretende di imporre regole e culture incompatibili con le convivenza civile e il rispetto della legalità".

“Chi vive nel nostro Paese deve rispettare le nostre norme, la nostra lingua, la nostra organizzazione sociale. La nostra città è diventata a livello nazionale il modello di riferimento per assicurare alle nostre comunità un futuro sicuro, libero e tale da impedire il diffondersi dell'integralismo e della sopraffazione, specie verso le donne, dell'islamismo radicale sempre più diffuso” ha concluso in una nota la prima cittadina.

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