la serata
Le comunità unite a Nova Gorica, «cultura risposta ai dolori del passato»

Celebrata ieri la festa della cultura slovena, organizzata al Kulturni dom dalla minoranza in Italia. Il ministro Arčon: «Siamo un popolo aperto».
È una cultura che va al di là del confine, quella celebrata ieri sera al Kulturni dom di Nova Gorica. L’occasione era proprio l’appuntamento tradizionale con la Festa della cultura slovena, che cade ufficialmente l’8 febbraio e segnerà, il prossimo anno, l’avvio di GO! 2025. Un’occasione per riflettere sulla comunità nazionale e linguistica, in particolare sull’apporto della minoranza in Italia al patrimonio collettivo. Tutto ciò è stato al centro dello spettacolo V iskanju navdiha (Alla ricerca dell’ispirazione).
Diretta da Jasmin Kovic e sceneggiata da Alex Kama Devetak, la pièce ha aperto la serata con gli attori Patrizia Jurinčič Finžgar e Ilija Ota sul palco: la prima veste i panni della Cultura, alle prese con la "sindrome della pagina bianca", sospinta dal secondo che impersonifica l’Ispirazione. Anziché un foglio di carta, però, a dover essere riempita è la schermata del computer e, in videoconferenza proiettata sul megaschermo, ci sono autori ed esponenti della cultura del Goriziano, Triestino e delle Valli del Natisone.
Tutti loro hanno dato un contributo con testi di grandi nomi della letteratura e propri scritti, contando nomi come Jurij Paljk, Dušan Jelinčič, Miroslav Košuta e tanti altri. Personaggi che hanno arricchito la cultura slovena in generale. A scandire il processo creativo, la musica del violoncello di Andrejka Možina e le voci dei ragazzi del coro giovanile della scuola Emil Komel e quello da camera della Glasbena matica "Vikra". Una sottolineatura di quanto la coralità abbia un ruolo molto importate nella cultura della minoranza slovena in Italia.
«La cerimonia di quest'anno - ha spiegato il sindaco Samo Turel - è qualcosa di speciale. È stata organizzata ed eseguita dagli sloveni che vivono nella vicina Italia e che, proprio per questo motivo, comprendono ancora di più di noi, sloveni nella patria madre, cosa significhi avere la possibilità di utilizzare la lingua materna e cosa rappresenti la cultura che ci identifica». Per il primo cittadino, l’appuntamento del 2025 sarà «un'opportunità per presentare in modo equo le diverse culture, identità e questo in modo rispettoso e amichevole».
«La Capitale europea della Cultura 2025 dovrebbe quindi essere il primo passo verso un obiettivo comune. Il giorno in cui il rispetto per la cultura e l'uso equo della lingua diventino qualcosa di ovvio per tutte le persone» ha concluso, lasciando il palco al ministro per gli Sloveni all’estero, nonché ex sindaco della stessa Nova Gorica, Matej Arčon: «Nonostante alcuni vorrebbero mantenerci in eterna opposizione reciproca, noi sloveni, forse soprattutto gli abitanti della Primorska, siamo un popolo aperto. Persone ospitali».
«Durante le mie numerose visite all’estero, ho sperimentato e sentito come l'orgoglio sloveno, l'appartenenza alla nazione, alla lingua e alla cultura risplenda più luminoso e risuoni più forte fuori dal paese d'origine. Grazie, cari sloveni e sloveni dei paesi vicini, per aver conservato e restituito a noi questo vero, puro amore per la Patria». Ha quindi evidenziato come «la cultura è sempre la migliore risposta a quei fenomeni nella società, anche qui, che vogliono preservare i dolori del passato o addirittura usarli per incitare nuovi conflitti».
Ha collaborato Giulia Cernic, foto in gallery di Ana Rojc
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