A proposito di Milite Ignoto: un modo - concreto - per rendergli onore

A proposito di Milite Ignoto: un modo - concreto - per rendergli onore

La stazione

A proposito di Milite Ignoto: un modo - concreto - per rendergli onore

Di Ferruccio Tassin • Pubblicato il 25 Mar 2021
Copertina per A proposito di Milite Ignoto: un modo - concreto - per rendergli onore

Lo storico manufatto da anni è in condizioni fatiscenti. Ferruccio Tassin lancia un appello accorato affinché non cada nell'oblio uno degli ultimi scali della ferrovia austroungarica prima di Grado e prima tappa del viaggio della salma del Milite Ignoto.

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Le pudiche direttrici della strada, da Cervignano e da Grado, risparmiano la vista. Dall’abitato di Terzo, sull’incrocio che spara macchine da nord e da sud - per e dalla Isola d’oro - si para dinanzi al viaggiatore, al lento pedone, all’accelerato ciclista, a chi va in moto, al quattro ruote dotato, una visione, ahinoi, consueta nella Bassa: fotogrammi del Friuli che cade!

Questo, è il caso non di ville nobiliari; di splendide case padronali; di scenografiche architetture “minori”, che se ne stanno andando, denudando le terre di tanti lacerti di storia. È una stazione ferroviaria: quella di Terzo di Aquileia, discosta qualche decina di metri dalla Julia Augusta che, da Aquileia, arriva ad Tertium lapidem.

Sulle pagine di un giornale, non moltissimo tempo fa, si parlava della stazione di Belvedere; questa, di Terzo, era ancora più solenne e bella, un edificio come si deve, che l’Austria aveva costruito per rispetto pubblico e privato sulla ferrovia che, da Cervignano, accoglieva il mondo, nobile e in, del Centroeuropa, per convogliarlo sulle spiagge di Grado, annunciato dai giornali.

Era l’inizio di un turismo intelligente, propiziato dai deputati a Vienna, quel Faidutti; e quel Bugatto, morto in miseria e sepolto a Grado (ambedue, senza una via che appena ne accenni i meriti).

Della ferrovia Cervignano-Belvedere si è scritto (c’è un libro di Gianpaolo Chendi); ora si assiste alla fine degli edifici che la punteggiavano: questo, solenne, elegante, distinto in ogni particolare, fin nelle inferriate in ferro battuto che ancora si aggrappano alle finestre del rudere. Segnala il tutto un irridente cartello “Viale della Stazione”, che vegetazione infestante e pietosa forse riuscirà a negare ad occhi partecipi.

Grande Guerra, con tanto di maiuscole (non bastano fatti e conseguenze…), e giù profluvii di mostre, commemorazioni, sottolineature. Bene, qui fece la prima sosta la salma del Milite Ignoto (questo sì, maiuscolo; era un uomo!), con presenze di cuori lacerati dal dolore, o indotte, e ancora parole, prima del suo lento viaggio verso Roma. Tutto non si può salvare. Ma qui, almeno, un patrimonio edilizio si è perso, così, mangiato dal tempo e dal “non è mio”, e poi anche l’eco di un passaggio degno di umana “pietas”, si sta spegnendo senza gloria e senza rispetto. 

Nota: Non tragga in inganno la scritta “Pieris – Turriaco”, si tratta della stazione di Terzo di Aquileia; la scritta è stata applicata perché l’edificio ha fatto da sfondo a un film.

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