LA LETTERA
«Creare una nuova 'Vasta Area Blu' provinciale»: Del Bello scrive a Cisint

Secondo il dem, è necessario concentrarsi sulla Blue Economy e sullo sviluppo del territorio isontino, dell’Economia del mare e dell’Asse paesaggistico Carso-Mare.
L'ex consigliere provinciale ed assessore comunale del Pd, Fabio del Bello scrive all'europarlamentare Anna Maria Cisint per sollecitarla ad un confronto pubblico su temi dell’Economia del mare e dell’Asse paesaggistico CarsoMare che considera urgenti e attuali per il futuro del territorio. S.F.
L’imminente campagna elettorale per le elezioni comunali si intreccia con il dibattito sul rilancio di un’Ente istituzionale rappresentativo di Area vasta (in pratica le ex Province). Allo stato, nell’Isontino i pronunciamenti delle forze politiche vertono principalmente sulla perimetrazione e sull’estensione della ex provincia di Gorizia verso il Cervignanese (con la suggestione di Aquileia romana prima e patriarcale poi, quindi, come emblema del deposito di civiltà e cultura bimillenaria nell’Alpe Adria, dal XVIII secolo incardinata nell’Arcidiocesi di Gorizia).
Oltre a questo richiamo storico-identitario, proiettandosi nel futuro immediato con una “vision” organica ed onnicomprensiva, ritengo che “i decisori” che coprono ruoli di governo e di pubblica amministrazione, nonché le forze politiche, debbano fornire ad una opinione pubblica frastornata (per i repentini cambiamenti in materia dal 2016 ad oggi allorquando le Province vennero tacciate di inutilità e spreco) precise indicazioni programmatiche relative ai contenuti economico/industriali-logistico/portuali-energetici-commerciali-formativi-sociodemografici-paesaggistici-ambientali-turistico/balneari. In questo contesto, le “stelle polari” da seguire dovrebbero essere quella dell’Economia del mare e dell’Asse paesaggistico CarsoMare, tematizzate per la prima volta dalla componente monfalconese in seno all’ultimo decennio di esistenza della Provincia isontina (2006-2016). Nel loro prosieguo hanno visto un significativo sviluppo delle forze produttive, grazie agli orientamenti manageriali messi funzionalmente a terra (in testa Zeno d’Agostino ed il management di Fincantieri, nonché l’azione del Coseveg per l’ulteriore sviluppo della Polo nautico).
Tengo quindi a sottolineare, in coerenza con quanto espresso negli anni 2014/16 relativamente alla perimetrazione delle Uti (Unioni Territoriali Intercomunali) che avrebbero dovuto sostituire le Province, che l’Area vasta ideale ed immaginata va ben oltre Aquileia, quindi dall’Aussa Corno a Duino Aurisina con la Conurbazione monfalconese in posizione baricentrica; perché qui si incrociano i Distretti industriali della Navalmeccanica e delle Nautica cantieristica, il Polo regionale della Nautica da diporto, il segmento ovest del Sistema portuale del Mare Adriatico Orientale e l’avamposto nordoccidentale del Geoparco del Carso Classico della serie degli UnescoGlobalGeoparks, con l’eccezionale peculiarità di un Termalismo bimillenario che risale al primo secolo a.C. oggi rilanciato in direzione sanitaria e welness.
Dunque, al di là delle differenze politiche, che tra noi sono molto rilevanti, in un Paese “normale” quando si mette in campo una riforma istituzionale, l’approccio deve essere “bipartisan” (nei limiti del possibile). Propongo allora di aprire un confronto programmatico sui temi sopra accennati, data la mia prolungata esperienza negli Enti locali, alla prima Europarlamentare monfalconese, per definire quale ruolo direzionale Monfalcone (io preferirei dire la “Conurbazione monfalconese” che coabiterà con la Conurbazione italoslovena goriziana/goricana ma questo è un altro discorso di grande innovazione euroregionale) potrà assumere nel nuovo Ente Istituzionale di Area vasta e quale potrà essere realisticamente questa Area vasta che sarà… dipinta di blu (blue economy).
Post Scriptum
Mi rendo conto della dimensione “visionaria” di una simile Area Vasta Blu come “sognata” e che ai “decisori” politici è chiesto spesso di lanciare dei sogni visionari che nel concreto vanno tradotti in un’ammistrazione pragmatica. Quindi, se non si riuscirà ad implementare una simile macroscopica operazione espansiva, si potrà utilizzare lo strumento amministrativo degli accordi di programma su precise materie (per esempio come si è iniziato a fare per i Distretti del Commercio).
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