L'INtervento
Cpr di Gradisca, Serracchiani: «Struttura fatiscente da chiudere»

I trattenuti nella struttura sono 75. Per la responsabile Giustizia del Pd il centro non serve ai fini della deterrenza, «struttura illegale».
«A Gradisca ho trovato la conferma ulteriore che i Cpr non sono una soluzione e vanno chiusi. Non servono al fine della cosiddetta deterrenza, perché qui ci sono persone che vengono prelevate quando escono dal carcere, rinchiuse per novanta giorni e poi fatte uscire col foglio di espulsione, per ricominciare il giro. Oppure si tratta di persone che vengono trovate in giro per il nostro Paese senza documenti, e sono la maggior parte. Ho constatato che talvolta hanno pure una famiglia con figli che frequentano le nostre scuole, come un ragazzo nato e cresciuto in Italia ma tenuto giorni per sicurezza nel Cpr perché non ha potuto rinnovare il permesso di soggiorno. Insomma, se parliamo di delinquenti dovrebbero stare in carcere, ma queste sono strutture illegali per le condizioni di vita dei reclusi e per le condizioni di chi ci lavora».
È quanto ha dichiarato la deputata e responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani, oggi in sopralluogo al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Gradisca d’Isonzo, effettuato dopo la visita ispettiva al Cpr di Gjader in Albania. La parlamentare dem, che al termine della visita ha incontrato il sindaco di Gradisca Alessandro Pagotto, riferisce che nel Cpr «oggi ci sono 75 persone provenienti pressoché tutte da fuori regione e divise in aree contraddistinte da colore diverso» e segnala di aver ricevuto «un’impressione positiva» per quanto riguarda l’ente gestore e le forze dell’ordine.
Serracchiani tuttavia definisce la struttura «fatiscente con molte stanze chiuse in quanto assolutamente inagibili e con criticità particolari in alcune delle aree più sensibili. Si dovrebbe intervenire al più presto ma – precisa – non ho visto lavori e non sono al corrente se ve ne siano in corso in altre parti. Posto che sarebbe inutile e costosissima una ristrutturazione a Gradisca – conclude la deputata – in Albania hanno buttato quasi un miliardo per metterci una quarantina di persone».
«La visita dell’onorevole Debora Serracchiani al Cpr di Gradisca d’Isonzo è un segno di attenzione istituzionale verso un tema che incide profondamente sulla nostra comunità – dichiara il sindaco Alessandro Pagotto - ho avuto l’occasione di condividere con lei l’esperienza che la città vive ormai da oltre vent’anni, sperimentando in modo diretto la presenza di queste strutture. I Centri di Permanenza per il Rimpatrio non rappresentano una risposta efficace al fenomeno dell’immigrazione irregolare. Non riescono a fare fronte nemmeno lontanamente alla dimensione numerica dell’immigrazione irregolare».
E ancora il primo cittadino: «Queste strutture non garantiscono dignità a chi vi è trattenuto, non garantiscono condizioni rispettose per chi vi lavora, dal personale del gestore alle Forze dell’Ordine. Non sono strutture compatibili con il contesto territoriale in cui si trovano. La comunità gradiscana ha espresso da tempo e in modo chiaro la volontà di voltare pagina, chiedendo la chiusura definitiva del centro».
«Serve un cambio di rotta – conclude Pagotto - serve il coraggio di riconoscere il fallimento di questo modello, di questa forma di gestione e lavorare insieme tra istituzioni per costruire politiche diverse, più giuste e più efficaci».
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