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Così via Rastello diventa cuore del cinema, nuova vita in centro a Gorizia
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Inaugurato ieri lo spazio dedicato al cinema, coinvolgendo Palazzo del cinema-Hiša Filma, Cross-Border film school, Kinoatelje ed èStoria. I progetti.
I sogni prendono forma: quella della pellicola cinematografica. Se il cinema è un non luogo e in potenza racchiude tutti gli universi possibili, a Gorizia ha trovato una sede e una strada. È la storica via Rastello - incastonata nell’antico Borgo Castello - inaugurata ieri pomeriggio alle 18 presso il numero civico 57 e 59 a Gorizia - hub culturale e creativo, promosso dalle associazioni Palazzo del cinema-Hiša Filma, Cross-Border film school, Kinoatelje ed èStoria.
«Oggi inauguriamo Borgo Cinema, un cluster di quattro progetti legati al cinema e all’audiovisivo», spiega la coordinatrice Eleonora de Majo. Il progetto rientra nella misura del Pnrr legata alla riqualificazione sociale, culturale e urbana dei borghi italiani grazie alla quale verrà valorizzata la città. «Valorizzazione turistica a 360 gradi – prosegue – Questa strada e l’intero borgo antico verranno riqualificati e riconvertiti anche in vista del 2025, anno della prima Capitale europea transfrontaliera».
Entusiasti i responsabili delle associazioni Palazzo del Cinema-Hiša Filma Giuseppe Longo e Mateja Zorn, i quali ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno partecipato con impegno. «È stato compiuto uno sforzo spaventoso per partecipare al Bando Borghi – ha sottolineato il primo cittadino – Un progetto impensabile, senza il supporto di queste risorse». Basti pensare che per via Cocevia e via Rastello sono già stati finanziati 170mila euro, che «consentiranno di vivacizzare il borgo con ulteriori iniziative», rimarca il sindaco Rodolfo Ziberna.
Un possibile trampolino di lancio per una piccola Cinecittà sul confine, che attira sempre più giovani dalla capitale. Come nel caso del ventitreenne Costantino Seghi, presente all’inaugurazione insieme all’attrice Anita Kravos e già alla sua seconda serie per la televisione - entrambe girate in Friuli Venezia Giulia – I due sono al fianco sul set internazionale prodotto dalla svizzera Beauvoir films, dalle italiane Indyca e Nefertiti e dalla slovena Vertigo. «Venti o trent’anni fa non sarebbe mai stato possibile immaginare di girare una scena a Gorizia, mentre adesso giriamo le serie, e i giovani più promettenti vengono in Friuli Venezia Giulia a girare insieme a noi – sottolinea Kravos con entusiasmo - Salvatores ha girato cinque film, qui in regione. Evviva la festa del cinema!».
Non risparmia il suo slancio il fiorentino Seghi, per il quale Gorizia è diventata la sua «seconda città» pur abitando a Roma. «È veramente una città accogliente, mi ha fatto scoprire tutto il Friuli Venezia Giulia – racconta – Sono stato un po’ adottato da Gorizia, è sempre un piacere venirci». Una collaborazione fra Italia e Slovenia già lanciata nel 2009 con Eurodoc, che a distanza di quindici anni intende aprirsi alla Croazia e alla Serbia. «Un progetto di cineturismo che risponde alla necessità di trasformare il bando Borghi in attività permanenti - ribadisce De Majo – Sarà una piccola Casa del cinema, perché il bando ha una missione, quella di rigenerare e riqualificare i borghi che hanno perso la propria antica vocazione».
«La scommessa è che i cinque cluster possano rianimare questo borgo antico e rappresentare una leva di sviluppo per il futuro delle prossime generazioni». Commossa Antonella Perrucci, vicepresidente della Cross-border Film School, secondo cui l’evento inaugurale «è il risultato di molti anni di investimento, non solo nel settore del cinema». Un’associazione che grazie al progetto inaugurerà la prima accademia di cinema di alta formazione in lingua inglese, la cui sede sarà proprio in via Rastello. «Inauguriamo tre corsi: produzione, sceneggiatura e regia. Gli allievi avranno come obiettivo la cooperazione tra creatività provenienti da diversi Paesi europei. La nostra mission è formarli per lavorare su set internazionali».
Quindici i posti disponibili, riservati ad allievi provenienti da diverse località europee. Un percorso formativo gratuito che avrà la durata di un anno per ciascun corso, le cui candidature si sono aperte il dieci giugno per chiudersi il prossimo 31 luglio. «Inauguriamo oggi una sede del cluster Borgo cinema, all’interno del quale ci sarà anche spazio per èStoria film and food – spiega il presidente di èStoria Adriano Ossola – Un progetto nato per creare uno spazio di conservazione della memoria, ma anche di produzione della stessa, in termini di audiovisivo. Una valorizzazione della storia transfrontaliera goriziana in chiave nuova per noi, anche se in realtà la frequentazione del mondo cinematografico avviene fin dalla prima edizione di èStoria, e si perpetua nel tempo fino a dar vita a èStoria film festival».
Un’occasione «emozionante», secondo l’assessore alla cultura Fabrizio Oreti. «Siamo felicissimi che quest’opportunità arrivi a Gorizia a nove mesi dalla capitale europea della cultura, perché si sta trasformando la cultura e il tempo libero in impresa culturale, a riprova che la cultura produce economia. Gorizia è anche la sede del premio alla miglior sceneggiatura Sergio Amidei. Qui il cinema di qualità è di casa, e la cornice della capitale ci sta permettendo di raggiungere traguardi che possano proiettarci da periferia a centralità d’Italia e d’Europa». Dello stesso parere il presidente Anac (Associazione nazionale autori cinematografici) Francesco Raniero Martinotti, curatore e ideatore del progetto “Via della creatività”.
Un’idea che mira a «mostrare la creatività nelle botteghe», attirando il genio creativo e i talenti d’Europa, dagli sceneggiatori ai registi agli scenografi, offrendo loro la possibilità di pernottare nelle residenze per «godere delle bellezze di Gorizia e ispirarsi per i propri lavori futuri. Potranno fruire della bottega delle storie come spazio di co-working» avvicinando quanti lo desiderano al mestiere del cinema «Nella Via della creatività ciascuno potrà raccontare come la città di Gorizia ha influenzato il proprio progetto», conclude Martinotti.
Una Via Lattea incandescente e pulsante del genio creativo, luogo in cui ciascuno potrà incontrarsi e condividere il proprio sapere, attraverso quella sorta di «viaggio al contrario, vecchia polaroid» allestita dallo scenografo Anton Spacapan e dal collega Daniele Braida. Una serata conclusa con un ricco buffet e ampia scelta di bevande - dai vini locali alla birra agli analcolici fruttati - accompagnata dalla musica frizzante della batteria e del contrabbasso, che ha trasformato via Rastello in un percorso unico di fratellanza e convivialità.
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