Aiuto del prossimo e assistenza, il Corpus domini sfila per Gorizia

Aiuto del prossimo e assistenza, il Corpus domini sfila per Gorizia

la celebrazione

Aiuto del prossimo e assistenza, il Corpus domini sfila per Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 20 Giu 2022
Copertina per Aiuto del prossimo e assistenza, il Corpus domini sfila per Gorizia

La processione dal Duomo alla chiesa dei cappuccini, «non è solo ricordo».

Condividi
Tempo di lettura

Il significato della festa si riassume già nel nome, Corpus domini. La celebrazione cristiana che cade a 60 giorni dopo la Pasqua ha portato oltre un centinaio di fedeli in Cattedrale a Gorizia, per la santa messa di ieri sera che si è conclusa con la processione fino alla chiesa di San Francesco. Un cammino che ha toccato alcuni punti simbolo della comunità religiosa in città, a partire dal centro parrocchiale del Pastor angelicus, ma anche le istituzioni cittadine e sociali quali il municipio e il carcere.

Prima del cammino, che ha attraversato il borgo di San Rocco, è stato l’arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli a ricordare l’importanza del momento. Ricordando le parole di San Paolo, ha quindi evidenziato che “l’eucaristia è una realtà transitoria. Ha senso solo finché arriverà il Signore, fino al momento in cui si compirà il regno di Dio”. Nella visione vangelica, “il regno, che si compie con la venuta ultima del Signore, è proprio questo: la realizzazione completa della comunione d’amore con Dio e tra di noi”.

“La celebrazione della messa - ancora l’arcivescovo - è come un’anteprima di quello che avverrà a suo tempo. C’è una presenza vera del Signore -nella parola, nel pane e nel vino che diventano il suo corpo e il suo sangue- ma insieme c’è una sua assenza. Un’assenza da vivere non nel vuoto di un’attesa, tutti protesi verso il futuro, ma da riempire con una memoria”. Per Redaelli, però, non è solo ricordo ma “una celebrazione che ci fa entrare in comunione con il sacrificio del Signore, con la sua morte in croce che è stata la massima manifestazione del suo amore”.

“Ecco come l’attesa del compimento finale viene riempita: vivendo lo stesso amore del Signore, entrare nella sua stessa logica, che è quella di dare la vita. I cristiani celebrano l’eucaristia non per compiere un gesto religioso, analogo a ciò che avviene in altre religioni, ma per attendere il compimento della storia della salvezza, vivendo già oggi la comunione con il Signore e per amare come Lui ha amato. Anzi trovando proprio nella comunione con lui la forza per vivere questo amore”. La scelta stessa di arrivare alla chiesa dei cappuccini non è stata casuale.

Il punto di arrivo del breve tragitto è infatti il luogo “dove tradizionalmente si dà aiuto ai poveri, proprio per sottolineare tutto questo. Portiamo allora una volta l’anno il Signore sotto i segni sacramentali per le vie della nostra città, ma solo per ricordarci di portarlo sempre con l’amore e l’impegno a favore degli altri nelle nostre strade, nelle nostre case, negli uffici, nelle fabbriche, nelle scuole, nell’ospedale, nelle carceri, nelle case di riposo… dovunque si svolge la nostra vita”. Tra i partecipanti, tanti gli operatori del mondo socio-assistenziale.

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione