I contagi
Coro della Cattedrale di Gorizia in ginocchio, sono 12 i positivi al Covid
Quasi tutti i coristi sono risultati positivo ai test, le attività ferme da fine ottobre.
Chi si è recato in Cattedrale “Sant’Ilario e Taziano” a Gorizia per le celebrazioni di Ognisanti, probabilmente aveva già notato allora un’assenza significativa. Non c’era, infatti, il coro, il quale invece è solito accompagnare le funzioni e raramente manca a importanti eventi religiosi come quello del primo novembre. Da fine ottobre, però, ben 12 dei suoi partecipanti - su 20 in totale - sono risultati positivi al coronavirus, interrompendo di fatto ogni loro iniziativa e costringendoli a casa, in attesa di guarigione.
La conferma arriva dal direttore del coro, Fulvio Madotto: “Nessuno di noi fortunatamente è finito in ospedale - ci spiega -, io compreso sono risultato positivo e da due settimane sono in autoisolamento, con febbre alta”. A risultare fatale sarebbero state le prove di canto del 22 ottobre, nonostante “abbiamo rispettato tutte le norme - sottolinea Modotto -, evidentemente qualcuno era portatore del virus e solo pochi non sono stati contagiati”. Le prove si erano tenute in una sala da più di 100 metri quadri e rispettando le precauzioni previste, ma ciò non è bastato per ridurre a zero il rischio.
“Ora la febbre mi sta calando - assicura il maestro -, oggi dovrei fare un nuovo tampone e ripeterlo anche sabato. C’è chi ha avuto sintomi più o meno lievi. I contagiati, poi, sono tornati a casa e, senza saperlo, hanno infettato anche mogli e mariti”. La preoccupazione maggiore è sicuramente legata all’età dei coristi, superiore ai 50 anni, ma per fortuna la attualmente rimane ancora sotto controllo. “Ci stavamo preparando per le festività di inizio mese - ricorda Modotto -, purtroppo abbiamo dovuto interrompere ogni iniziativa, anche perché siamo tutti in quarantena”.
Non si tratterebbe nemmeno dell’unico coro in zona ad aver riscontrato una situazione simile. “Ormai siam in fasce di uscita da questa brutta situazione, conseguenze gravi non ne abbiamo avute. Non è comunque una passeggiata, bisogna mantenere rigorosamente i protocolli. Evidentemente non è bastato seguire le regole del protocollo, tenendo anche le finestre aperte e mantenendo la distanza tra di noi e l’uso di mascherine”. Per il momento Madotto non ha ancora parlato della ripresa delle attività con l’Arcidiocesi: “Vedremo in futuro, quando ci rimetteremo tutti in piedi”.
Nella foto: Il Duomo di Gorizia vuoto (Credits: Cristian Boscaini/Facebook)
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