Il libro
A Cormons l'ultimo libro di Franco Femia sui Cappuccini in città
La presentazione è in programma giovedì 14 novembre a Palazzo Locatelli. L'autore dialogherà con Ivan Bianchi.
Il Seicento nella Contea di Gorizia fu caratterizzato da movimenti eretici, processi per stregonerie e numerosi episodi di violenza. Un quadro non certo idilliaco che portò, anche sulla spinta della Concilio di Trento, all’arrivo di numerosi ordini religiosi. Non fui esente da questa situazione Cormons che vide nel 1614 arrivare i Cappuccini, prima comunità religiosa a insediarsi nel centro collinare.
Di questi avvenimenti tratta il libro “I Cappuccini a Cormons - Eresie, stregonerie e personaggi del Seicento e Settecento” di Franco Femia, edito dalla Società Cormonese Austria, che sarà presentato giovedì 14 novembre, alle 18, nella Sala di rappresentanza di Palazzo Locatelli, a Cormons, L’autore dialogherà con Ivan Bianchi, direttore de Il Goriziano. Letture a cura de Lis Tarlupulis. Al termine della conferenza ai presenti sarà data in omaggio una copia della pubblicazione edita grazie al contributo della presidenza del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia.
Fu monsignor Luca Del Mestri, pievano di Cormons a chiamare i Cappuccini dopo che 1612 l’arciduca Ferdinando in una lettera inviata da Graz lo rimproverò facendogli notare come «nella borgata di Cormons (…) non si curi, anzitutto spiritualmente, il timor di Dio, poi anche secolarmente la obbedienza la obbedienza alle leggi. (…) La giustizia viene poco rispettata e glia assassinii ed omicidi così frequenti, che in due anni vennero commessi più di venti». I Cappuccini costruirono il convento e la chiesa in un’area oggi compresa tra la ferrovia e le vie Capriva e Gorizia.
Un ampio capitolo viene dedicato ai processi per stregoneria che nel 1647 portarono alla condanna a morta di due donne, messe al rogo nella piazza principale di Cormons. Furono le uniche esecuzioni capitali nel territorio del Patriarcato decise dal tribunale civile e non dall’Inquisizione perché nei territori soggetti all’Austria anche in materia religiosa la competenza spettava ai tribunali, Viene raccontata la storia del benandante Paolo Gasparutto, di Giassico, questo sì messo processo dal Santo Ufficio patriarcale, ma per lui il destino fu più benigno: condannato a sei mesi di carcere, abiurò, e la condanna gli venne condonata.
I Cappuccini, che si dedicarono in modo particolare alla predicazione e alla questua, rimasero a Cormons fino al 1785, quando Giuseppe II soppresse il convento. Della loro presenza non resta traccia: la chiesa venne demolita dopo la vendita ai privati; l’edificio adibito a convento subì negli anni diverse ristrutturazione e venne demolito a metà degli anni Sessanta dello scorso secolo dopo che fu utilizzato come sede di una scuola elementare.
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