Nuova vita all'ex Colobini, sarà polo della comunità energetica a Cormons

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Nuova vita all'ex Colobini, sarà polo della comunità energetica a Cormons

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 03 Mar 2023
Copertina per Nuova vita all'ex Colobini, sarà polo della comunità energetica a Cormons

Collaborazione con Confartigianato sull'area. Cresce il turismo nei comuni del Patto per il Collio: quasi 46mila presenze nel 2021.

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È un bilancio più che positivo quello sul turismo a Cormons e nel resto del Collio, presentato questa mattina a Palazzo Locatelli. Rispetto al 2021, infatti, si registra un +36% di presenze, pari a 45.719 persone. “L’aumento significativo di turisti - ha commentato il sindaco, Roberto Felcaro - mostra come il sistema sia ripartito con forza dopo il Covid”. A presentare un sintetico bilancio dell’annata, che sorride anche rispetto a prima della pandemia (erano 45.344 le presenze nel 2019), è stato l’assessore regionale al Turismo Sergio Bini, in videocollegamento da Trieste, con sempre più italiani in zona.

Il quadro del settore è stato però solo l’anteprima della vera novità di giornata: l’avvio del project financing sul recupero dell’ex caserma Colobini a Brazzano. Un’area da 32mila metri quadri, abbandonata nell’incuria da tempo e di proprietà dell’amministrazione comunale, che ora potrebbe diventare un polo multifunzione: da area sosta per camper a punto di ricarica e manutenzione per e-bike, nonché centro di aggregazione, laboratorio per le scuole, spazi di co-working e spazio museale. Nonché sede di una comunità energetica in collaborazione con Confartigianato, al servizio delle imprese e soprattutto del Comune.

La realizzazione del piano di finanziamento sarà a carico proprio dell’associazione di categoria, che sarà seguita sotto l’aspetto energetico dalla Senec. “Grazie alla nuova normativa - ha spiegato il presidente regionale Graziano Tilatti -, potremo servire fino a 10 chilometri dalla cabina primaria di Cormons, quindi anche altri paesi. Il mondo artigiano si rende promotore di altri lavori rispetto a quelli classici a cui siamo abituati. Non c'è sviluppo turistico senza adeguata assistenza al mondo artigiano”. Sul tema comunità, inoltre, il primo cittadino ha voluto rimarcare che questo “è l’unico progetto che l’amministrazione porterà avanti”.

Riferimento indiretto a quanto avviato nei giorni scorsi da un gruppo di privati cittadini, composto anche da esponenti della minoranza consiliare. L’obiettivo per l’ex sito militare, quindi, è di collocare un parco fotovoltaico da 2 MWh per produrre energia, così da affrontare il caro bollette degli uffici pubblici: “Per il Comune è un minor costo - ancora Felcaro -, potendo così offrire maggiori servizi alla cittadinanza”. Certamente non sarà un percorso semplice, ma attualmente sull’area non insistono vincoli, ha assicurato il sindaco, e la partecipazione di un privato fa ben sperare nei tempi celeri per arrivare alla gara.

Se per Felcaro “l’obiettivo è arrivare al 2025 con la riqualificazione eseguita almeno in parte”, Tilatti prevede che “entro estate sarà chiusa la fase progettuale con il piano finanziario, lo strumento con cui si possono chiedere dei fondi. Una volta ottenuti i fondi, i lavori potrebbero partire anche nel 2024”. L’ammontare complessivo, da una prima stima, si aggira tra i 5 e 7 milioni di euro, che si sommano alle risorse già stanziate dalla Regione per il recupero di un’altra ex caserma: l’Amadio, dove ci sono 4.5 milioni per la Palazzina comando e “ci saranno nuovi abbattimenti”, ha anticipato il vertice dell’amministrazione comunale.

Sull’area, peraltro, è già stata avviata la progettazione per un parcheggio al servizio delle vicine scuole slovene e anche questo sarà confermato. Ora bisognerà capire come far coincidere i diversi desiderata, con il dialogo tra uffici comunali e tecnici esterni già avviato. “Vogliamo ridare dignità a luogo di fatto abbandonato e alla frazione - l’auspico di Felcaro -, che vede anche la presenza del cimitero austro-ungarico dal punto di vista turistico”. La caserma, infatti, si trova già al centro di diverse direttrici ciclabili, su cui insiste anche il progetto della Fondazione Carigo per una mappatura unica del territorio, non solo goriziano.

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