Da Cormons alla Siberia, il mondo visto dagli occhi del 66enne Adalberto Buzzin

Da Cormons alla Siberia, il mondo visto dagli occhi del 66enne Adalberto Buzzin

L'intervista

Da Cormons alla Siberia, il mondo visto dagli occhi del 66enne Adalberto Buzzin

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 17 Gen 2021
Copertina per Da Cormons alla Siberia, il mondo visto dagli occhi del 66enne Adalberto Buzzin

Il racconto dei viaggi dall'Europa all'Asia del giramondo cormonese, profondo conoscitore della Russia e della sua regione più estrema.

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Dall'Estremo Oriente all'Africa, passando per Caucaso e Siberia. La vita di Adalberto Buzzin, 66 anni, è raccontata soprattutto dai suoi viaggi, tantissimi, che da decenni compie attorno al mondo ma che, alla fine, lo vedono sempre tornare nella sua Cormons. Lo incontriamo nel suo "ufficio" a pochi passi da piazza Libertà, nel cuore del centro del Collio, dove custodisce un vero e proprio museo di ricordi. Sulle pareti e sul tavolo sono innumerevoli i cimeli delle esperienze nei luoghi più incredibili del mondo, soprattutto a est della fu Cortina di ferro, ma molti altri sono quelli che lo stesso viaggiatore racconta con estrema chiarezza anche se sono passati dieci o vent'anni. E nemmeno la pandemia ha fermato il suo entusiasmo.

"La passione per uscire dai confini è nata quando avevo 18 anni - spiega Buzzin -, da allora ho esplorato moltissimi territori, per poi specializzarmi sulla Siberia. È un territorio immenso, grande circa 10 volte l'Europa, che ho visitato 14 volte. L'anno scorso avrei dovuto fare il quindicesimo ma è saltato per ovvi motivi. Ogni volta vado in un posto particolare, dove non c'è turismo". Le mete da esplorare, quindi, non sono le classiche del turista mordi-e-fuggi, ma basate sulla ricerca di qualcosa di più. Alcune di queste, in ogni caso, sono state delle vere e proprie sorprese, come l'Islanda: "Ci sono stato d'inverno, ha una panoramica lunare incredibile".

Senza alberi e completamente rivestita di neve, la "terra dei ghiacci" ha fatto così breccia nel cuore del cormonese. "L'isola è grande quanto l'Italia settentrionale, Emilia-Romagna inclusa, ma ha appena 300 mila abitanti. Sembrava di stare sulla luna". Un ricordo da quell'esperienza è rappresentato da una pietra lavica posta su un mobile della sala, accanto per contrasto alla celebre rosa del deserto che arriva direttamente dal Sahara. "Tantissimi ricordi me li hanno regalati le famiglie che ho trovato lungo il traggito. Ad esempio, la maestra di una scuola in Siberia - dove ho donato giocattoli e libri ai bambini - mi ha ringraziato con un quadro originale di Lenin".

La parte più fredda della Russia è proprio il luogo più caro a Buzzin, esplorandola in lungo e in largo. Il percorso del 2020, rinviato a quando la pandemia lo consentirà, doveva portarlo nel circondario autonomo della Čukotka. "Ci vuole un permesso speciale per entrarci, non basta il visto. Avrei dovuto fare un itinerario fino a un isolotto, dove vivono dei nomadi che non vogliono vivere sulla terra ferma, ed è raggiungibile solo in inverno quando il mare si ghiaccia". L'anno scorso tutti gli eventi, anche quelli legati ai suoi libri, sono saltati e il cormonese ora punta a recuperare il tempo perduto nei prossimi mesi. Nel frattempo, il viaggio ancora da compiere è quello verso l'Alaska: "C'è un villaggio dove per un mese e mezzo è sempre buio, mi piacerebbe scoprirlo".


Nella foto: Adalberto Buzzin in uno dei suoi ultimi viaggi in Siberia.

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