La consigliera di parità Limpido critica il ddl Zan, scoppia la polemica a Gorizia

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La consigliera di parità Limpido critica il ddl Zan, scoppia la polemica a Gorizia

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 16 Lug 2021
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Bagarre dopo un post della consigliera regionale di parità Anna Limpido. Le forze progressiste chiedono le sue dimissioni.

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Poche parole che hanno provocato un vero e proprio terremoto politico, partendo da un post su Facebook e arrivando alla richieste di dimissioni. Ieri sera, la consigliera regionale di parità Anna Limpido (nella foto), facente ancora funzione per l’Area vasta di Gorizia, ha pubblicato sulla propria pagina un post relativo alla discussione sul ddl Zan. Le parole usate per la norma, attualmente in discussione in Parlamento, hanno fatto infuriare gran parte delle forze di sinistra in città, provincia e regione, tanto da lanciare un appello unanime per chiedere le dimissioni dell’istituzione nonché conto alla giunta Fedriga di quanto espresso.

“È ora di smetterla di giocare ai portatori di civiltà e di confondere le idee ai nostri giovani - le parole usate da Limpido al termine del suo scritto -. È ora di essere responsabili e ritornare ai nostri figli, ai valori tradizionali e alle nostre famiglie dove si è sempre professato rispetto. Rispetto. Senza categorie”. Immediata la replica dei consiglieri regionali di Pd, Movimento 5 stelle, Patto per l'Autonomia, Cittadini e Open Sinistra Fvg, che vedono in quanto espresso “mancanza dell'equilibrio e dell'imparzialità necessari per svolgere un incarico che reputiamo importante per affrontare tematiche delicate come quelle di genere”.

La consigliera non fa marcia indietro, anzi conferma quanto espresso: “Sono davvero dispiaciuta che il mio messaggio di inclusività a prescindere dei generi sia stato travisato in opinioni su un disegno di legge in discussione. Per non parlare delle modalità di linguaggio aggressivo volte alla delegittimazione. Più volte ho richiamato l’importanza di una riflessione seria sul tema e non social e mediatica. Conto al rasserenamento degli animi, perché non ci siano più tabù su cui temere ad esprimersi oltre che, ovviamente, ad una tutela delle fasce più deboli a cui è rivolto ogni momento del mio mandato”. Respinge, inoltre, le accuse di schieramento con la politica.

Rispedisce al mittente anche le dimissioni da parte di Italia dei Valori e numerose liste moderate e progressiste locali. “Anna Limpido - scrivono in una nota congiunta - non può rappresentare Gorizia come consigliera di parità della ex Provincia, unica nominata nelle quattro ex province. Le esternazioni con le quali usa la sua carica per diffondere notizie false sono inaccettabili. Invece di occuparsi di parità e uguali diritti per tutti, dissemina disinformazione, discriminazioni di genere e notizie palesemente infondate. E tutto questo non a titolo personale, ma utilizzando in modo altamente improprio il profilo istituzionale e la visibilità della carica a lei assegnata”.

A firmare l’appello sono Rosa Tucci, Alessandra Zanella e Adriana Fasiolo per Gorizia, i consiglieri comunali Federico Gabrielcig, Roberto Collini, Marco Rossi, Emanuele Traini, Federico Portelli e Andrea Picco. Da Cormons le capigruppo Elena Gasparin e Lucia Toros. Da Monfalcone la consigliera Elisabetta Maccarini. Da Staranzano gli assessori Roberta Russi e Michele Rossi e i consiglieri Matteo Nergari e Riccardo Faraone. Da Fogliano Redipuglia la consigliera Tiziana Vuotto. Da Romans il consigliere Beniamino Godeas. Da Turriaco il vicesindaco Carla de Faveri, gli assessori Paola Spanghero, Massimo Merlo e Nicola Pieri e il consigliere Ferruccio Barea. Da San Pier il consigliere Michele Fappani.

Posizione presa anche dall’assessore alle Pari opportunità di Gradisca, Francesca Colombi, che in un proprio post ha attaccato Limpido: “Chi ricopre il ruolo di Consigliera di parità - si legge nell’ultima parte - ha il delicato e importante compito di interviene su richiesta di lavoratrici, sindacati, avvocati, istituzioni pubbliche e private, per rimuovere situazioni di discriminazione. E queste funzioni le svolge come Pubblico ufficiale. Sono una semplice assessorA con delega alle Pari Opportunità in uno dei comuni dell'area vasta di Gorizia. Ma vorrei che a dichiarazioni così pesanti si anteponesse impegno a promuovere i diritti”.

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