Confini e tamponi per andare in Slovenia, nuovo appello a regole comuni

Confini e tamponi per andare in Slovenia, nuovo appello a regole comuni

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Confini e tamponi per andare in Slovenia, nuovo appello a regole comuni

Di Redazione • Pubblicato il 24 Mag 2021
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L'esponente della Slovenska Skupnost, Igor Gabrovec, chiede più condivisione sulle politiche di confine: «Decisioni affrettate».

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"Potremmo definire pandemia di confine la sfilza di disagi, complicazioni e assurdità che nel corso dell'annus horribilis che ci stiamo - speriamo - lasciando alle spalle hanno visto tristi protagonisti le genti di confine, quelle che per vari motivi si trovano a varcare i valichi interstatali con ritmo quotidiano o comunque molto frequente". Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale della Slovenska Skupnost, Igor Gabrovec: "L'ingresso della Slovenia in area Schengen, con il conseguente superamento dei controlli ai confini, ci avevano abituati a vivere questi luoghi in modo molto più rilassato".

Tutto cià aveva contribuito a sviluppare "relazioni personali e professionali che non consideravano più le divisioni politico/amministrative. Con l'esplodere della pandemia da Covid, gli Stati europei hanno iniziato fin da subito e ciascuno a modo suo ad assumere ogni tipo di provvedimento per il contenimento della diffusione del virus, facendo così mancare l'indispensabile visione d'insieme e soprattutto la coerenza logica ed operativa delle azioni". Il consigliere sottolinea che le popolazioni confinarie sono "vittime di quello che potremmo comunemente definire un danno collaterale".

Queste infatti "si vedevano così calare con ritmo incessante e variazioni quasi settimanali obblighi e regole diverse a seconda dell'autorità - italiana, slovena, regionale - che andava ad emanarle. Provvedimenti a senso unico, quasi mai concordati tra le diverse autorità. Eravamo così arrivati a vari estremi e per fortuna solo temporanei, come la chiusura dei valichi minori con conseguenti grossi disagi soprattutto alle migliaia di lavoratori e studenti che attraversano quotidianamente il confine italo-sloveno, i tamponi obbligatori con cadenza settimanale, i diversi periodi di quarantena per chi oltrepassava, eccetera".

"Per arrivare all'ultima, in ordine cronologico, delle assurdità: da pochi giorni a fronte del libero ingresso dall'Italia dei cittadini del Fvg in Slovenia ci si trova invece a dover presentare un tampone negativo ad ogni rientro in Italia, addirittura a prescindere dal possesso o meno del certificato di avvenuta vaccinazione - fa notare Gabrovec - o superamento recente dell'infezione da Covid. I governi dimostrano di conoscere poco le condizioni e le esigenze di chi vive ai confini. È forte la sensazione di assistere a provvedimenti alquanto affrettati e decisi senza sentire, e men che meno coinvolgere, Regioni e sindaci".

"Da qui - conclude il consigliere - un forte appello ai governi affinché provino a coordinare il regime degli spostamenti transfrontalieri, altrimenti affronteremo soltanto un caos a singhiozzo e disagi per tutti, con forti ripercussioni anche a medio-lungo termine sui rapporti ed equilibri sociali ed economici di tanti cittadini, famiglie ed imprese in una stagione che, tra l'altro, vede di giorno in giorno migliorare i successi nel contenimento dell'epidemia". L'appello arriva anche a seguito della richiesta della senatrice del Pd, Tatjana Roic, di escludere i residenti dell'area dall'obligo di test al rientro dalla Slovenia.

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