Il confine senza più rete, rimossa l'ultima barriera della Transalpina

Il confine senza più rete, rimossa l'ultima barriera della Transalpina

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Il confine senza più rete, rimossa l'ultima barriera della Transalpina

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 22 Apr 2022
Copertina per Il confine senza più rete, rimossa l'ultima barriera della Transalpina

Sorpresa per l'eliminazione della rete, vi passerà la ciclabile. Il progetto del Gect.

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Era il simbolo di due mondi contrapposti, ultimo rimasuglio di un Novecento segnato dalle ideologie. Piazza della Transalpina si è risvegliata senza quella rete - le operazioni erano iniziate già mercoledì - che ricordava ancora oggi la divisione tra Gorizia e Nova Gorica, l’Occidente e l’universo comunista seppur con tutte le differenze esistenti tra Jugoslavia e Unione sovietica. Al suo posto sorgerà entro settembre la nuova pista ciclabile, con i lavori del lotto 3 e 4 commissionati dal Gect che toccheranno proprio quei punti, collegandosi poi a via degli Scogli e quindi Salcano, fino alla passerella sull’Isonzo.

La fine di un simbolo ha portato inevitabilmente a una grande sorpresa, sia sul fronte italiano che su quello sloveno. Dal canto suo, il direttore vicario - ancora per qualche giorno - del Gruppo europeo di cooperazione, Tomaž Konrad, rimarca che il progetto era già noto alle due amministrazioni cittadine: “L’obiettivo è che non ci sia più l’impressione che ci sia il confine, ma una città unica. Parte della rete rimarrà, come simbolo per i turisti”. Il percorso ciclabile passerà quindi in alcuni tratti laddove prima c’era la rete metallica, mentre in altri la costeggerà, seguendo il muretto di cinta che comunque rimarrà.

Era il 12 febbraio 2004 quando la parte più grossa di quella struttura, che fino ad allora aveva tranciato di netto la piazza, venne rimossa. All’epoca furono i sindaci Brancati e Bulc a spostare quell’elemento di divisione, probabilmente senza nemmeno immaginare che quasi 20 anni dopo quell’area sarebbe diventata il cuore di una Capitale europea della cultura. “Da quel momento il simbolo è caduto - commenta il primo cittadino sloveno Klemen Miklavič -. I nostri due comuni hanno chiesto al Gect di far rimanere alcuni metri di rete sul valico come testimonianza di un’epoca”. Divisione riemersa dalla storia con la pandemia.

L’immagine dei due sindaci seduti nel mezzo della piazza, quando il confine era stato chiuso nella primavera 2020, sarà altrettanto emblematica. A ricordo di quei momenti, rimane ancora oggi il disegno fatto con i gessetti dai bambini tra piazza Transalpina e trg Evrope. Un domani nemmeno tanto lontano, peraltro, su quello stesso confine si attende la nascita di un edificio a cavallo dei due Stati che ospiti il nucleo di GO!2025. Nel frattempo, ormai la vista rimane senza più ostacoli su ogni angolo del viale, mentre i lavori per permettere di solcare in bici quella che fu la Cortina di ferro proseguono, dopo che il piano ha ottenuto i permessi da tutti i soggetti predisposti.

La recinzione risaliva al 1977, due anni dopo la firma del Trattato di Osimo, che ha sostituito il filo spinato che prima divideva i due Paesi. A nord della piazza, rimarrà comunque parte di quella divisione, "simbolo di un'era delle due Gorizie - rimarca Miklavič - e metteremo una piastra con le date storiche". Per quell'occasione, è atteso un evento con i diversi sindaci impegnati nel dialogo tra le due città di confine e che hanno vissuto in prima persona i diversi passaggi dagli anni Novanta ad oggi. "Un pezzo di rete rimarrà in Comune - precisa Ziberna - e un'altra verrà rimessa di nuovo sù. Si andrà a realizzare la prima ciclabile in Europa che corre sul confine".

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