il ricordo
Quel confine che divise anche la comunità ebraica di Gorizia, «ruolo nel 2025»

Aperta la mostra a Valdirose e Gorizia, le opere di Alexander Dettmar sulle sinagoghe distrutte.
Al termine della Seconda guerra mondiale, dopo essere stata praticamente cancellata dalla città, la comunità ebraica di Gorizia ha subito un ulteriore ferita. Il confine del 1947 ha infatti diviso i due luoghi simbolo di quella che è stata definita la “Gerusalemme sull’Isonzo”: la sinagoga in Italia e il cimitero ebraico in Jugoslavia, oggi Slovenia. Proprio in quest’ultimo, un angolo poco frequentato nonostante sia al centro dei principali snodi stradali, è stata inaugurata oggi la mostra di Alexander Dettmar.
Si intitola “Slike spomina-Dipingere per ricordare” ed è allestita nella sede della comunità locale di Rožna Dolina, dove un tempo c’era un casinò. Oggi è luogo di cultura e condivisione, come testimoniato dalle opere dell’artista tedesca che ha voluto ricreare - dal suo punto di vista - le sinagoghe distrutte dalla follia antisemita dei nazisti. Il tutto è iniziato cercando il sito dove sorgeva l’edificio di Düsseldorf, ma senza trovare nemmeno un’indicazione o un muro rimasto in piedi. Da lì, l’idea di creare una tabella.
A spiegare la genesi di questo percorso artistico è stato il responsabile del Museo della Comunità ebraica di Trieste, il rabbino Ariel Haddad, che riveste anche il ruolo di guida rabbinica per la Slovenia. Come evidenziato dallo storico Renato Podbersič, la piccola repubblica mitteleuropea è infatti l’unica in Europa a non avere una propria figura in questo senso. L’esposizione rimarrà aperta fino al 26 febbraio, mentre oggi è stata inaugurata parallelamente una complementare della stessa artista - di professione architetto - a Gorizia.
In questo caso, la location scelta è stata Casa Ascoli, a poca distanza dal luogo di culto, grazie alla collaborazione con l’associazione Amici d’Israele e Società filologica friulana. Oltre alle due città sul confine, ulteriori opere - su un totale di 67 - sono già ammirabili a Trieste, con la mostra aperta dall’ambasciatore d’Israele in Italia e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, e a San Daniele del Friuli. A rendere significativa l’apertura a Validirose è anche la poca conoscenza generale del sito, che ospita 900 tombe.
Qui riposano infatti grandi goriziani come la giornalista Carolina Luzzatto e il filosofo Carlo Michelstaedter, nonché altri personaggi del passato. Rimasto attivo fino al ’47, oggi l’unico luogo di sepoltura ebraico attivo in zona è a Gradisca d’Isonzo. A portare qui i quadri di Dettmar sono stati l’Associazione degli architetti della Primorska e la comunità di Rožna Dolina. "Anche nell'ambito della Capitale europea della cultura - ha spiegato il sindaco di Nova Gorica, Samo Turel -, vogliamo presentare la cultura ebraica nella nostra comunità transfrontaliera”.
“Il pensiero antisemita e nazista - ha rilevato Haddad - pesca da una tradizione che dura da quasi 1800 anni. Comincia con l’antigiudaismo cristiano e antisemitismo della scienza, continuando oggi con l’antisemitismo deviato. Non è un unicum ma una prosecuzione”. Per il rabbino, quindi, “il ricordo delle persecuzioni è necessario per tenere alta l’attenzione ma i buoni rapporti che producono buone relazioni nascono se ci conosciamo meglio”. L’apertura è tutti i giorni, dalle 15 alle 18. A Gorizia dal lunedì al giovedì, 10-12 e 16-18 e il venerdì 10-12.
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