LA LETTERA
Concordia et Pax saluta monsignor Gašper, uomo di cultura e contro i regimi

Ci scrive Franco Miccoli per ricordare il sacerdote, primo sacerdote di Nova Gorica che si è adoperato per la cooperazione transfrontaliera.
Ci scrive Franco Miccoli dell’associazione Concordia et Pax tracciando un ricordo di monsignor Rudolf Gašper deceduto pochi giorni prima di compiere 94 anni. Il sodalizio lo ricorda come «instancabile ispiratore e promotore delle iniziative di dialogo e del comune cammino dei decanati e delle chiese di Gorizia e Nova Gorica» come l’organizzazione di vari pellegrinaggi. È anche stato riconosciuto ufficialmente come collaboratore transfrontaliero per le sue qualità di uomo di cultura e di ampie vedute. S.F.
L’associazione Concordia et Pax partecipa ai soci, agli amici e alla comunità ecclesiale goriziana italiana e slovena il ritorno alla Casa del Padre di monsignor Rudolf Gašper. Nato il 29 luglio 1930 a Lome, nella parrocchia di Monte Nero d’Idria (Črni Vrh nad Idrijo), è venuto a mancare sabato 27 luglio a Medana, dove fino all’ultimo aveva continuato la sua opera pastorale. L’associazione lo ricorda quale instancabile ispiratore e promotore, assieme a don Renzo Boscarol e agli allora decani don Vinko Paljk e don Sergio Ambrosi, delle iniziative di dialogo e del comune cammino dei decanati e delle chiese di Gorizia e Nova Gorica. Assieme a loro vogliamo ricordare gli altri soci fondatori scomparsi: i fratelli Lojzka e Andrej Bratuž, don Bogomil Brecelj, don Bogdan Bric, don Ervin Mozetic, Arnolfo De Vittor, Michele Martina, Gianfranco Saletta, Marko Vuk, Giorgio Zorzenone.
Tra tutte le iniziative ricordiamo il pellegrinaggio al santuario di Monte Santo e la costituzione dell’Associazione stessa che ha visto fondamentali momenti di reciproca comprensione e memoria nel percorso chiamato “Sentieri di memoria e di riconciliazione”, sostando in preghiera sui luoghi della sofferenza e del dolore delle nostre genti. Ricordiamo nel 1994 la prima messa a Tarnova e le preghiere alla grande foiba Zalešnika. Nel 1995 la benedizione della lapide Concordia et Pax a Montesanto-Svetagora. Negli anni seguenti i pellegrinaggi sui luoghi della memoria a Cerkno, Lajše, Franja, Porzus, Gonars, Log, Visco; ancora a Tarnova l’omaggio al lapidario dei caduti sloveni, al lapidario dei deportati di Gorizia, a Zgornja Branica e alla Risiera di San Sabba, ma anche a Begunje e Grahovo, alla Gramozna Jama a Lubiana e l’omaggio ai caduti dei cantieri di Monfalcone e a Temnica, a Tolmino, Sdraussina e Komen. Nel 2007 l’Associazione ha ricevuto da parte dei comuni di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vertojba il premio annuale per la collaborazione transfrontaliera.
Monsignor Gašper, da seminarista e studente di teologia, mentre studiava a Lubiana, senza accusa, venne per tre mesi imprigionato dal regime. Fu ordinato sacerdote per mano del vescovo Anton Vovk e consacrato il 25 aprile 1954. Celebrò la Nuova Messa nel paese natio il 9 maggio 1954. Cappellano a Tolmino (1954–1956), fu parroco a Vojsko nad Idrijo (1956–1964) e a Merna presso Gorizia (Miren pri Gorici) (1964–1976), prima di diventare nel 1976 il primo pastore della neonata Parrocchia del Cristo Redentore a Nova Gorica dove è rimasto fino al 2009. Uomo di cultura, ha rifiutato con coerenza il fascismo, il nazionalsocialismo e il comunismo e ha seguito fino all’ultimo le problematiche sociali locali e nel mondo.
Da chi gli è stato vicino viene ricordato come un uomo perspicace e di larghe vedute, un interlocutore accogliente, lungimirante, chiaro e mai tiepido nelle sue opinioni, a volte dure, come sul tema dell'incoerenza nella pastorale o nella piaga del gioco d'azzardo. Era un gran lavoratore, un uomo retto, fedele a Dio e al suo essere sacerdote e pastore, severo con sé stesso e con gli altri. La rivista Razpotija scrive: «Ci ha lasciato un intellettuale cattolico che visse e operò nello spirito del Concilio Vaticano II, un antitotalitario, un interlocutore curioso, frizzante e di larghe vedute, sempre aperto al dialogo costruttivo. Soprattutto abbiamo perso un uomo buono e retto». Nel suo testamento il sacerdote ha espresso il desiderio di un funerale semplice e ha chiesto che, invece di fiori e candele, venissero fatte delle donazioni per l'opera missionaria del sacerdote Pavle Bajc in Costa d'Avorio.
Foto RTV Slovenija
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