Anticipata l'accensione del riscaldamento nelle scuole, «sette ore al giorno senza ulteriori autorizzazioni»

Anticipata l'accensione del riscaldamento nelle scuole, «sette ore al giorno senza ulteriori autorizzazioni»

LA NOTA

Anticipata l'accensione del riscaldamento nelle scuole, «sette ore al giorno senza ulteriori autorizzazioni»

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 07 Ott 2025
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Il sindaco Ziberna rassicura la comunità, scuole e ospedali non avranno bisogno dell'ok del comune. Via libera anche per i cittadini.

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I colori dell’autunno illuminano le giornate a tinte calde, riportandoci le caldarroste e cancellando le ormai nostalgiche immagini dell’estate. Con il calo termico la prima neve ha imbiancato le montagne della nostra Regione, mentre bora e pioggia imperversavano su pianura e costa. A risentirne sono state anche le scuole di Gorizia, molte delle quali in attesa della fatidica giornata di accensione del riscaldamento. Secondo il decreto comunale – che ottempera al decreto del Presidente della Repubblica del 16 aprile 2013 n. 74 - gli impianti termici possono rimanere accesi dal 15 ottobre al 15 aprile dell’anno successivo per un massimo di quattordici ore al giorno. In caso di cali termici è tuttavia consentita l’accensione degli stessi per un numero massimo di sette ore giornaliere nei restanti periodi dell'anno, senza necessità alcuna di apportare modifiche al decreto comunale.

A chiarire in merito alla possibilità di far fronte alle basse temperature anticipando il 15 ottobre è lo stesso primo cittadino di Gorizia Rodolfo Ziberna: «A fronte del vistoso calo delle temperature registrato negli ultimi giorni – rimarca – voglio rassicurare quanti chiedono se sia già consentito accendere il riscaldamento. Premesso che realtà come scuole e ospedali possono naturalmente farlo secondo le necessità, le altre utenze sono già oggi autorizzate ad attivarlo per la durata di sette ore al giorno, senza necessità ulteriore di autorizzazioni, a patto che negli ambienti non vengano superati i 20° - 22°». Un’opportunità delineata sullo stesso sito comunale, nel quale si aggiunge come «in presenza di condizioni climatiche particolarmente avverse il Sindaco – con apposita ordinanza – stabilisce orari o periodi di accensione più ampi rispetto a quelli previsti dall’articolo 3 del comma 1».

Da un lato l’imprevedibilità dei cambiamenti climatici contrappone repentini cali termici a ondate di calore o precipitazioni brevi di grossa entità, contro cui l’amministrazione comunale sarà chiamata a misurarsi. Dall’altro sarà ancora possibile assicurare agli studenti e al personale scolastico ambienti confortevoli e temperature adeguate alle attività svolte, senza la necessità di sopportare drastici cali termici. «Le scuole di competenza comunale non devono chiedere autorizzazione – chiarisce il sindaco – come non la chiedono gli ospedali. Scuole e ospedali possono accendere gli impianti nel caso in cui faccia freddo». Sono sei le zone individuate e le ore complessive di accensione: si va dalla “A” di Lampedusa - in cui si accende il riscaldamento dal primo dicembre al 15 marzo per un massimo di sei ore giornaliere - alla “F” delle aree montane, che non prevede limitazioni di periodo e orario. «Il nostro territorio comunale è inserito nella fascia climatica E», conferma il sindaco, dove la possibilità di tenere in funzione l’impianto si estende nell’orario compreso fra le 5 e le 23. «Ma se pure ci fossero temperature esterne alte – ipotizza - sarebbe comunque possibile accendere il riscaldamento per sette ore, perché è previsto per legge».

Affidata alla valutazione dei singoli dirigenti è quindi il caso specifico, in considerazione del grado di efficientamento energetico apportato all’edificio e alle migliorie previste dall’Ente di decentramento regionale per contrastare la dispersione termica. «Abbiamo speso 20 milioni in ottimizzazioni – sottolinea – molti edifici hanno già i pannelli fotovoltaici, laddove la Soprintendenza li lascia mettere. La nostra priorità assoluta, però, è volta all’antisismico. Può essere sufficiente una scossa lieve e crolla qualcosa sulla testa». Numeri alla mano, fra il settembre dello scorso anno e quello del 2025 nelle scuole italiane sono stati denunciati 71 crolli, per lo più correlati alla vetustà degli edifici. Metà dei quali risale agli anni antecedenti al 1976, come è il caso di gran parte delle scuole goriziane. Se il nucleo del liceo classico – oggi ospitato nella sede dell’Isis D’Annunzio – risale al Seicento, i licei “Slataper” sono frutto della riforma teresiana settecentesca. La speranza è che per ciascun istituto venga assicurata adeguata riqualificazione ed efficientamento, a consolidamento di peculiarità e ricchezze che rappresentano l’investimento indispensabile per le generazioni che verranno.  (Foto: Rossana D'Ambrosio).

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