Comunioni e cresime confermati anche in zona rossa, ecco gli aggiornamenti anti-covid della curia goriziana

Comunioni e cresime confermati anche in zona rossa, ecco gli aggiornamenti anti-covid della curia goriziana

La nota

Comunioni e cresime confermati anche in zona rossa, ecco gli aggiornamenti anti-covid della curia goriziana

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 09 Apr 2021
Copertina per Comunioni e cresime confermati anche in zona rossa, ecco gli aggiornamenti anti-covid della curia goriziana

L'arcivescovo Redaelli ha emanato oggi alcuni aggiornamenti per le norme diocesane anticovid. Possibili cresime e comunioni con limitati posti, ancora sospese, invece, le attività catechistiche.

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Il decreto-legge 1° aprile 2021, n. 44, che ha dato disposizioni per il periodo dal 7 al 30 aprile 2021, ha confermato quanto stabilito dal DPCM 2 marzo 2021, salvo alcune modifiche. In particolare ha tolto per le regioni la fascia gialla (quindi o si è nella fascia arancione o in quella rossa), ha reso più facili i criteri per l’ingresso nella fascia rossa e più limitate le possibilità offerte dalla fascia arancione (il governo si è comunque riservata la possibilità di modifiche prima del 30 aprile qualora la situazione mutasse in meglio). Inoltre il citato decreto legge ha previsto anche in fascia rossa l’apertura delle scuole per la didattica in presenza, in particolare quelle dell’infanzia, le primarie e le secondarie di primo grado limitatamente al primo anno (in fascia arancione, anche le attività didattiche degli altri anni della secondaria di primo grado si svolgono in presenza, mentre quelle delle altre scuole secondarie si attuano con modalità mista).

Nulla è invece innovato per quanto riguarda l’apertura delle chiese e le celebrazioni: sono quindi confermate le disposizioni diocesane date il 6 e 12 marzo 2021, che precisano che cosa e come fare rispettivamente se la nostra regione è in zona rossa o in zona arancione.

Oggi l’arcivescovo di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, ha reso noti alcuni aggiornamenti sulle norme diocesane in tempo di pandemia. Ancora una volta “si raccomanda il rispetto rigoroso delle indicazioni, evitando superficialità o rilassamento (dovuto magari a una certa assuefazione e stanchezza): sono in gioco valori quali la salute delle persone e la possibilità di vivere in sicurezza ciò che è proprio della comunità cristiana”.

Per quanto riguarda le attività del catechismo, “rispetto alle indicazioni date a marzo, può nascere un dubbio in zona rossa. Come è noto, il criterio fin qui seguito per decidere se tenerle in presenza o a distanza è stato quello di riferirsi alle disposizioni governative o regionali date per la scuola. Ora il citato decreto legge, come si è visto, permette la ripresa delle attività didattiche in presenza fino al primo anno della scuola secondaria di primo grado. Tale ripresa prevede, però, rispetto a prima, una serie di ulteriori cautele da attuare in ambito scolastico”.

Per quanto riguarda la zona rossa, infatti, le attività catechistiche in presenza sono ancora sospese. Pertanto “si conferma che tutte le attività e le catechesi per bambini, ragazzi, adolescenti e giovani si svolgano in modalità on line e, per i più giovani, favorendo il coinvolgimento delle famiglie. Per tutti resta la possibilità di tenere alcuni momenti di catechesi in chiesa, in connessione con la celebrazione eucaristica domenicale, nel rispetto delle normative per le celebrazioni”.

Sempre finché si rimane in zona rossa, le attività rivolte agli adulti si devono svolgere tutte, a livello parrocchiale e associativo, con modalità non in presenza. Le proposte formative diocesane previste in calendario, come anche gli incontri dei consigli diocesani, si svolgeranno on line.

L’andamento della pandemia ci ha fatto capire che “non possiamo attenderci a breve un suo termine, né una sua fine istantanea. È probabile e sperabile una sua progressiva attenuazione, con un altrettanto progressivo allentamento delle misure di tutela. Ma non ne conosciamo i tempi. “È quindi necessario non rinviare sine die le celebrazioni dei sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo per adulti, prima Riconciliazione e Prima Comunione per i ragazzi, Cresima per ragazzi e adulti), ma riprendere il ritmo consueto con celebrazioni ben preparate, partecipate e dignitose nel pieno rispetto delle norme di sicurezza vigenti”, prosegue la nota.
È importante prevedere sin d’ora particolare attenzione anche in queste celebrazioni a gesti di solidarietà concreta che testimonino la prossimità della comunità a quanti stanno vivendo con particolare difficoltà economica e sociale in questo tempo di pandemia.

Per le confessioni l’arcivescovo raccomanda l’uso della mascherina, in ambienti ampi che permettano il ricambio d’aria e il distanziamento di almeno un metro e mezzo. Per quanto riguarda le Prime Comunioni, Redaelli consiglia di prevedere una o più domeniche per le celebrazioni. “Tenuta presente la capienza della chiesa, occorrerà fare in modo che il gruppo dei ragazzi sia in un numero tale da permettere anche una presenza significativa della comunità e la partecipazione delle famiglie e dei parenti” mentre “è da escludere una celebrazione solo per comunicandi, famiglie e parenti in quanto questa farebbe perdere la dimensione comunitaria e la normalità della celebrazione domenicale: la Messa di Prima Comunione è solo la prima delle Messe che devono accompagnare ogni domenica la vita cristiana del ragazzo e poi dell’adulto”. Stesso vale per le cresime, con la possibilità di organizzare alcune celebrazioni ad hoc per uno o più ragazzi. 

Anche in zona rossa è possibile programmare le celebrazioni all’aperto tenendo conto di prevedere un numero di partecipanti che non superi certi limiti, al fine di evitare pericoli di assembramento prima e dopo la celebrazione.

Al momento, invece, non si possono svolgere funzioni in luoghi chiusi diversi dalle chiese. “Occorre quindi essere molto prudenti nel programmarle – conclude Redaelli - potranno essere attuate solo se le normative specifiche a suo tempo lo permetteranno”. 

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