IL PROGETTO
Combattere il bullismo omolesbotransfobico, il progetto anche nelle scuole di Gorizia

Promossa da 'A scuola per conoscerci odv', lo scorso anno l'iniziativa ha visto l'adesione delle scuole Ascoli, Ial, Giacich e Corridoni. Ancora aperte le adesioni per il nuovo anno scolastico.
I fatti di cronaca, non solo recente, ci riportano una situazione allarmante che possiamo immaginare sia solo la punta dell'iceberg di una serie di denunce non fatte per paura. Ed è proprio la paura ad alimentare il bullismo, sia innescato da un puro desiderio di rivalsa su chi è più debole sia nato da discriminazioni a sfondo sessuale. Per combatterlo, l'associazione A Scuola per conoscerci Odv propone già da tempo degli incontri nelle scuole che, lo scorso anno, hanno riguardato anche alcuni istituti di Gorizia e dell'isontino.
Si tratta di un progetto curricolare per scuole medie di primo e secondo grado inserito nelle ore di educazione civica, centrato in particolare sul bullismo omolesbotransfobico ma capace in realtà di affrontare la tematica a 360°. «Nell'anno scolastico 2023-2024 hanno partecipato al progetto 21 scuole di tutta la regione, 2400 studenti in totale ma, nonostante questo e soprattutto nonostante l'importanza delle tematiche trattate, dal 2018 – anno di insediamento dell'attuale giunta regionale – siamo andati incontro a un costante e progressivo taglio dei fondi». A parlare è Clelia Maria Dri, presidente dell'associazione che da Trieste, dove ha sede il sodalizio, cerca di diffondere l'iniziativa in tutta la regione. A Gorizia il progetto è stato accolto dalla scuola media Ascoli (107 alunni), dallo Ial (61 studenti) e, in provincia, dalle medie Giacich di Monfalcone (110 ragazzi) e Corridoni di Fogliano Redipuglia (61 partecipanti).
«Proponiamo quattro ore, spalmate in due incontri da due ore ciascuno – spiega la presidente – Nel primo incontro uno psicologo dell'associazione parla del bullismo omolesbotransfobico e chiarisce la differenza fra identità di genere, orientamento affettivo e gli stereotipi di genere che sono radicati nella società. Dopo due settimane torniamo sempre con lo psicologo e due volontari dell'associazione che possono essere persone lgbt o loro familiari che si mettono a disposizione della classe per rispondere a domande, dubbi o curiosità partendo dalla loro esperienza reale».
Gli interrogativi tendono a essere ricorrenti: se e quando si è fatto coming out, se la famiglia è a conoscenza della situazione o, in caso l'outing sia stato subito (cioè comunicato da altri), viene spiegato quanto sia poco rispettoso nei confronti della persona. A questi, si affiancano talvolta anche interrogativi insoliti. Spiega sempre Dri «Spesso domandano se si è felici e, nel caso ci siano storie complesse per esempio di un coming out tardivo che ha portato la persona a vivere una precedente vita eterosessuale con matrimonio e figli, viene chiesto com'è il rapporto con loro e con gli ex. Non c'è mai un tono offensivo, anzi: viene creato un ambiente sicuro in cui sono accettate anche domande apparentemente sciocche e, a volte, è anche capitato di assistere a dei coming out durante gli incontri».
Il progetto, nato già nel 2009, arriva nelle scuole per contatti che insegnanti e dirigenti prendono con l'associazione allo scopo di prevenire il fenomeno, soprattutto nel momento in cui la sensibilità dei professori recepisce una confusione di base sulle tematiche. «Lo scorso anno per promuovere l'iniziativa abbiamo avuto dei fondi dalle aziende sanitarie fra cui Asugi perchè rientra nei progetti di salute mentale: è un problema che, se raggiunge certi livelli di gravità, può essere causa anche di abbandono scolastico. Il taglio dei fondi da parte della regione – spiega ancora la presidente – rende difficoltoso il reclutamento di psicologi mentre siamo sempre alla ricerca di volontari, soprattutto a Gorizia».
Mentre per l'anno scolastico 2024-2025 si tanno ancora raccogliendo le adesioni al progetto da parte delle scuole, come anticipato lo scorso anno sono stati due gli istituti di Gorizia ad accoglierlo. Estremamente positiva, secondo la dirigente Barbara Vallati, l'esperienza per gli alunni dello Ial, ente di formazione professionale che propone da tempo un progetto di benessere e sviluppo di competenze emotive e affettive dedicato a varie tematiche. Analogo il parere di Eleonora Carletti, dirigente della scuola media Ascoli (Istituto Comprensivo Gorizia 1): «Conoscevo i formatori da precedenti esperienze. Soltanto un paio di genitori erano restii al progetto: temevano si potesse parlare in modo non adeguato di queste tematiche ma in realtà non è stato così e tutto è andato nel migliore dei modi. Lo abbiamo proposto a delle classi terze: i ragazzi sentono molte cose ma è giusto che abbiano delle informazioni corrette per cui anche quest'anno vedremo se inserire il progetto».
Approfittando della tematica, abbiamo condotto rapide interviste negli istituti superiori per sapere se ci siano richieste di carriere alias (la possibilità di modificare il nome anagrafico con quello di elezione in tutti i documenti interni alla scuola a seguito della percezione di un'incongruenza di genere, ndr). Fino allo scorso anno ne era stata attivata una al polo sloveno mentre, fra le altre scuole, l'unica ad averne una attiva è l'Isis Brignoli-Einaudi-Marconi. «Proprio a Staranzano ne abbiamo una già strutturata, avviata negli anni scorsi – spiega la dirigente Maria Cardella – Al momento dell'iscrizione è stata manifestata questa volontà e ci siamo subito attivati, ma noi abbiamo solo accompagnato questa scelta, inserita in un percorso già intrapreso dalla famiglia. La situazione è comunque di assoluta normalità all'interno della classe, senza problemi di discriminazioni o omofobia».
Tornando al progetto “A scuola per conoscerci”, il taglio di fondi regionali ha costretto l'associazione a lanciare un crowdfounding attraverso la piattaforma Produzioni dal basso (www.produzionidalbasso.com/project/prevenire-il-bullismo-omofobico-con-a-scuola-per-conoscerci/). Per informazioni sul progetto si può consultare la pagina internet www.ascuolaperconsocerci.org o inviare una mail a info@ascuolaperconoscerci.org oppure ascuolaperconoscerci@pec.it.
Foto Gutraich Ariel (Wikimedia Commons)
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