all'ospedale san polo
Colori e musica per maggiore relax, lo spazio per terapie infusionali a Monfalcone
Prima dell'inaugurazione dello spazio, è stato presentato il progetto di umanizzazione della nuova area di attesa dedicata ai pazienti oncologici.
È un ambiente più colorato, caldo e accogliente quello che ospita la nuova stanza delle terapie infusionali per i pazienti in trattamento chemioterapico nata al secondo piano del blocco C dell’Ospedale San Polo. Il locale è stato inaugurato stamattina. È il risultato di quanto realizzato a seguito della raccolta fondi di 27mila euro lanciata nell’edizione 2023 di Ottobre Rosa che ritornerà anche quest’anno e sarà presentato nel dettaglio il primo ottobre alle 11 in municipio a Monfalcone.
La neonata sala offre cinque comode postazioni riservate ai pazienti che si sottoporranno alle lunghe sedute di cura circondati da tanti dipinti che riportano la mente alla bellezza della natura tra fiori, uccelli e farfalle. Ogni seduta dispone di un collegamento audio tramite cuffie che permetterà di ascoltare quanto va in onda sui display tv posto al centro della stanza.
Presente anche un piccolo spazio adibito a biblioteca. A promuovere tutto questo è stata l’associazione dinAMICI con il patrocinio della Regione Fvg e di Asugi con il contributo e la collaborazione del Comune di Monfalcone e della Bcc della Venezia Giulia. Prima della cerimonia di inaugurazione, è stato però presentato un nuovo progetto che vede nuovamente in prima linea l'associazione. Si tratta di quello dedicato all’umanizzazione della nuova area di attesa dedicata ai pazienti oncologici.
Questo avviene nell’ambito di “Take care of you”, il programma patrocinato dai Comuni di Turriaco, San Canzian, Ronchi, Gradisca, Staranzano e Grado. «Ho vissuto in prima persona – ha affermato Manuela Fumis, presidente di dinAMICI – quanto siano importanti la privacy e la serenità in sala d’attesa tanto per i pazienti quanto per i loro familiari. Sia le visite di controllo sia le sedute di terapia infusionale sono motivo di forte stress: l’attesa in un luogo confortevole e rispettoso della propria riservatezza è un aspetto di primaria importanza».
Di «cura dell’aspetto relazionale garantito dall’azione di dinAMICI» ha parlato la dottoressa Anna Della Vedova, della Direzione Medica di Gorizia e Monfalcone. «Valori e sentimenti sono aspetti peculiari in una relazione – ha sottolineato Della Vedova – e la realizzazione di una sala “umanizzante” ha un risvolto molto importante sulla manifestazione di disponibilità alle cure da parte del paziente. Questa stanza potrà essere un luogo dove star bene sarà possibile». «È bello essere travolti da questo entusiasmo perché è bello vedere la luce dove c’è stata ombra» così la dottoressa in chiusura.
Dall’assessore alla salute Stefano Vita è giunto l’invito a non guardare solo all’aspetto puramente materiale dell’iniziativa, ma a concentrarsi sul valore umano e relazionale. «L’istituzione comunale è vicina ai problemi delle persone e patrocina molti eventi legati alla sanità» ha sottolineato Vita. Quindi anche la nuova sala d’attesa “umanizzata” avrà tante nuove grafiche e nuovi colori che permetteranno di “vivere meno l’attesa”, di poter contare su una comunicazione positiva e vedere una maggiore garanzia di alcuni momenti privati. Oltre a questa nuova azione, è prevista la consegna di 34 nuove televisioni che saranno fornite al reparto di Medicina.
Il primario dell’Oncologia, Roberta Perlazzi ha riferito di azioni mirate a «guardare oltre le cure mediche» potenziando il rapporto con i pazienti, mettendo al centro dell’attenzione le questioni logistiche che sono fondamentali per chi è in cura e sostenendo la trasformazione dei luoghi sanitari così di aumentare progressivamente la convinzione dei malati di sottoporsi alle chemioterapie. Un plauso alle iniziative è arrivato da Mario Brancati, presidente della Consulta Disabili e dai vari rappresentanti associativi presenti all’evento di stamane.
Tornando alla nuova sala di terapie infusionali, è stata benedetta da don Matteo Marega che ha sottoposto ai presenti una domanda che lui stesso ha definito «scomoda»: «Davanti al male, noi cosa possiamo fare?». Una questione che interpella tutti e che trova risposta nella garanzia «dell’esserci, del toccare, del contattare». «Lì sta Dio – ha commentato il sacerdote – in una presenza, senza risposte teoriche perché nell’umanizzazione è possibile vedere presente Dio. Quindi non domandiamoci dov’è Dio ma dov’è l’uomo, necessario per la ricostituzione di un ambiente sociale nel quale il malato rientra».
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